24 Aprile 2024 07:28

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24 Aprile 2024 07:28

AUMENTO TARES. IL COMUNE ALL’ATTACCO: “Nessun rappresentante di categoria ha mai alzato un dito per informare gli iscritti. Dov’erano nel 2013 quando sono state rese note le nuove tariffe?”

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Durissima presa di posizione del Comune di Imperia in merito alla protesta delle associazioni di categoria e degli esercenti commerciali per gli aumenti della Tares.

“Gli Assessorati ai Servizi Finanziari e alle Attività Produttive hanno incontrato ieri, venerdì 29 novembre, le associazioni di categoria in merito alla TARES, per la quale sta arrivando in questi giorni il conteggio con il conguaglio dovuto per l’anno 2013.
A seguito dell’incontro le categorie hanno ritenuto opportuno convocare una conferenza stampa e attivarsi massicciamente con iniziative di protesta, indirizzandole all’Amministrazione Comunale”.

“Pare opportuno fare un po’ di chiarezza, mandando qualche messaggio preciso agli esercenti ed alla cittadinanza.
La TARES ad Imperia è stata applicata, in adempimento di norme di legge, con delibera del Commissario Straordinario n. 21 del 17 maggio 2013. Il gettito complessivo dell’imposta deve coprire per legge il costo complessivo della raccolta rifiuti, che non può quindi essere finanziato neppure in parte con altre entrate dell’Ente. Nel Comune di Imperia già con il gettito della vecchia TARSU la copertura dei costi era quasi integrale, e di conseguenza il gettito totale della Tares 2013 è di poco superiore a quello della vecchia imposta riscossa nel 2012. Quello che cambia, ed in modo anche drastico, è la distribuzione del carico fiscale fra le varie categorie di utenza interessate, domestiche e non. L’impianto normativo impone la ripartizione del costo complessivo in relazione al potenziale di produzione rifiuti, diversamene da quanto avveniva per la vecchia imposta: per le utenze domestiche bisogna tener conto non soltanto dei metri quadri dell’abitazione, come avveniva in precedenza, ma anche del numero di componenti del nucleo familiare ed in conseguenza di ciò, a parità di altre condizioni, ci saranno riduzioni di costo per le famiglie poco numerose ed aumenti per quelle con tre o più componenti”.

“Le maggiori criticità emergono però nell’ambito delle attività commerciali: il principio di base è che il costo del servizio venga suddiviso fra le diverse categorie economiche sulla base di indici stabiliti per legge. Tali indici sono stati calcolati dal ministero, in ossequio al principio comunitario “chi inquina paga”, mediante analisi statistiche sulla produzione di rifiuti per ogni tipologia di operatore economico. Effetto di tale normativa è che alcune categorie, e specificamente quelle dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, alberghi, spiagge ed altri) si trovano a pagare cifre anche multiple di quelle che pagavano sulla base delle vecchie tariffe Tarsu, mentre altre pagheranno meno di prima. Ciò è determinato dall’impianto tariffario stabilito per legge, e non dipende da volontà del Comune, ne’ di questa Amministrazione ne’ tantomeno di quella del Commissario che ha approvato il provvedimento”.

“Un altro elemento da considerare è relativo al fatto che la nuova Amministrazione ha dovuto gestire il delicato passaggio del servizio di raccolta e conferimento rifiuti al nuovo gestore comprensoriale, assegnato sulla base di un bando aggiudicato prima dell’insediamento dell’Amministrazione. E’ noto a tutti, ed è stato argomento dell’ultimo Consiglio, che vi sono forti criticità nel passaggio e che l’Amministrazione sta agendo nei confronti del nuovo gestore, il cui servizio non è al momento all’altezza delle aspettative. Comprendiamo che tale situazione contribuisca al clima di sfiducia, ma anche su questa situazione l’Amministrazione sta cercando di rimediare a problemi preesistenti al suo insediamento. L’Amministrazione Comunale si unisce al grido di dolore degli esercenti colpiti, ma non accetta provocazioni ne’ strumentalizzazioni”.

“Ci si chiede dove fossero i rappresentanti delle categorie economiche, che ora fomentano la protesta, nel maggio 2013, quando le tabelle con le nuove tariffe sono state rese pubbliche. Possibile che in tutti questi mesi nessuno di loro abbia mai provato ad effettuare qualche calcolo di simulazione, e che i conguagli in arrivo in questi giorni siano stati per loro un fulmine a ciel sereno? Sulla Tares negli ultimi mesi sono stati scritti fiumi di parole e mai nessuno di loro ha alzato un dito, ne’ ha provveduto ad informare i propri iscritti, ne’ ha attivato tavoli di confronto con l’Amministrazione Centrale, ne’ con i propri vertici nazionali. Nel corso della riunione di venerdì scorso, ed a seguito di tale riunione, sono state dette e scritte falsità e provocazioni inaccettabili”.

“Alle nostre spiegazioni che la delibera Tares non era revocabile, in quando adottata dal Commissario ai fini dell’approvazione del bilancio preventivo, e che l’adozione di provvedimenti di revoca sarebbe stata contra legem, qualcuno ha detto che il Comune avrebbe dovuto adottare comunque delibere contro la legge, perché la legge non è giusta.
Si considera tale affermazione non ricevibile. Si conviene che gli effetti di tale norma siano devastanti, che tutta la vicenda normativa della Tares sia kafkiana, che l’intera politica fiscale italiana degli ultimi anni sia stata una pagliacciata, per cui l’Italia è dileggiata dagli osservatori internazionali. Ma i Comuni sono, al pari delle categorie economiche, vittime e non carnefici di una politica fiscale raffazzonata, confusa, depauperante e deprimente.
E, tuttavia, un’Amministrazione Comunale non può agire contro la legge e pertanto non verranno accettate, nel corso dei prossimi incontri, provocazioni in tal senso”.

“Si ritiene gravissima poi la strumentalizzazione compiuta da qualche rappresentante di categoria ed esponente della minoranza, che attribuiscono a questa amministrazione la responsabilità politica di quanto avvenuto. Addirittura si è scritto che questa amministrazione vorrebbe privilegiare alcune categorie (banche, supermercati, uffici) a danno di altre, mentre tutti sanno bene, e lo abbiamo spiegato ancora una volta, che la distribuzione del carico dell’imposta è collegato per legge al potenziale inquinante delle diverse categorie.
La responsabilità politica di queste tariffe e della confusa normativa che le ha attuate, e più in generale della situazione attuale dell’economia italiana che deprime gli operatori economici e le famiglie, è invece di quel partito, che ha governato ad Imperia e in Italia ed oggi è all’opposizione quasi ovunque, che ha gestito la politica fiscale, così come tutta la cosa pubblica, soltanto in modo demagogico, in funzione degli interessi particolari del suo leader, o di pochissime ristrette cerchie di persone”.

“E’ forse normale un paese dove le sentenze si discutono in parlamento e non in tribunale? Un paese in cui, in nome di una battaglia che è solo uno specchietto per le allodole come l’eliminazione dell’IMU prima casa, si discute per un anno intero e, a pochi giorni dall’ultima scadenza, i cittadini non sanno ancora cosa e come pagare? Un paese in cui comunque per togliere l’IMU prima casa (e rispettare così la gigantesca marchetta elettorale fatta dal leader dell’opposizione) verranno messi altri tributi, che oltre a gravare comunque sul sistema paese vengono gestiti nell’assoluta incertezza, con adempimenti gravosi e con tempi ridottissimi? Un paese in cui sia i cittadini, privati, imprese e professionisti che gli uffici pubblici devono applicare in pochi giorni norme confuse, emanate a getto continuo e sempre modificate e sostituite in una vertigine senza fine? Un paese in cui un piccolo Comune è costretto a fare un assestamento di bilancio da 4 milioni di euro a novembre perché prima di allora non era in grado di conoscere l’entità dei trasferimenti statali in merito alla redistribuzione dell’IMU? Un paese in cui sull’imposta rifiuti si affastellano l’una sull’altra normative diverse nel corso dello stesso anno, con relativi cambi di nome, che se non ci fosse da piangere sarebbe ridicolo… Tarsu, Tares, Trise, Tasi, Tari, Tuc, Tul, Iuc, e non è detto che sia finita qui? Un paese in cui, al 28 ottobre 2013, arriva una sorpresa: la legge 124. Titolo “Ragazzi, abbiamo scherzato: potete tenervi la Tarsu ancora per il 2013”. Ma, si badi bene, ciò vale SOLTANTO PER I COMUNI CHE NON ABBIANO GIA’ APPROVATO LA TARES ED IL BILANCIO PREVENTIVO e quindi Imperia è esclusa perché aveva già approvato, a norma di legge, il bilancio al 30 giugno 2013.
Questo a noi non pare un paese normale. Ma non lo abbiamo voluto noi, così, e stiamo cercando, nel nostro piccolo, di cambiarlo.
Ci stringiamo intorno ai commercianti, faremo del nostro meglio per sollevare il problema a livello nazionale, ma non possiamo cambiare il passato, ne’ agire contro la legge, ne’ accettare polemiche sterili e accuse gratuite. Questo sia chiaro a chiunque voglia sedersi al tavolo con questa amministrazione per affrontare insieme il problema”.

“Siamo disponibili a incontrare nuovamente le categorie, con cui abbiamo già fissato un nuovo incontro, per cercare di trovare un modo per diluire il pagamento 2013 per i settori più colpiti; saremo disponibili per valutare insieme le modalità di tassazione 2014, una volta che si capirà quale sarà il quadro normativo di riferimento, con largo anticipo e massima partecipazione. Ci impegniamo e ci impegneremo per fare in modo che il gestore del servizio raggiunga al più presto gli obiettivi di raccolta differenziata, e per distribuire i risparmi di costo che ne conseguiranno premiando i contribuenti più virtuosi, che daranno prova di conferire i rifiuti in modo civile e consapevole.
Tutto questo, a condizione che lo spirito di collaborazione che anima le nostre intenzioni venga recepito in modo responsabile da chi, come noi, vorrebbe un paese normale”.

IL SINDACO
Ing. Carlo Capacci
L’ASSESSORE ALL’AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA
Dott. Guido ABBO
L’ASSESSORE ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE
Arch. Enrica FRESIA

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