26 Aprile 2024 01:43

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26 Aprile 2024 01:43

IMPERIA. RISCHIA L’ESPULSIONE DAL M5S. FURIA RUSSO: “ALICE SALVATORE HA PROMESSO LA MIA TESTA IN CAMBIO DI VOTI. E’ L’ANIMA DI QUESTA INIZIATIVA”/LA CONFERENZA

In breve: Il Capogruppo del Movimento Cinque Stelle in conferenza: "Ho il diritto di potermi difendere. Se poi mi vorranno mandare via potranno farlo, però dovranno venire loro a giustificarlo, io non lo faccio. Che vengano qua a Imperia a cacciarmi"

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“Alice Salvatore (consigliere regionale e candidata alla presidenza della Regione Liguria per il M5S, ndr) è l’anima di questa iniziativa. Ha promesso la mia testa in cambio di voti“. E’ un fiume in piena Antonio Russo, capogruppo del Movimento Cinque Stelle a Imperia, che questa mattina ha convocato una conferenza stampa (presente anche l’attivita Gianpiero Asselle) a seguito dell’avvio del procedimento di espulsione dal M5S comunicatogli nei giorni scorsi dallo staff di Beppe Grillo con una lettera

Nel corso della conferenza Russo ha spiegato il perché, a suo avviso si sia arrivati all’avvio del procedimento di espulsione e ha elencato le presunte colpe attribuitegli dal Movimento Cinque Stelle, ribattendo punto su punto.

LA CONFERENZA

LA LETTERA

Mi è arrivata una lettera da parte dello staff. Nel momento in cui ci sono dei problemi con gli iscritti si avvia questa procedura che è prevista dal regolamento. Si tratta però di documenti personali, riservati. Solo l’interessato può divulgarli. Qualcuno invece ha fatto di tutto perché venissero fuori, coinvolgendo un giornalista di ImperiaPost. Doveva rimanere riservata invece la cosa. Quando ImperiaPost ha scritto un’articolo su questa vicenda non ho potuto fare altro che convocare una conferenza stampa”.

“Le motivazioni di questo provvedimento sono molto labili e credo che la faccenda si potesse chiudere nei termini previsti dal regolamento senza che uscisse fuori e garantendo la mia onorabilità”.

LE ACCUSE A ALICE SALVATORE

“E’ inusuale quello che ha fatto questa consigliera regionale, ex candidata alla presidenza della Regione Liguria, Alice Salvatore, che è l’anima di questa iniziativa. Ha promesso e garantito la mia testa al territorio nel momento in cui avesse avuto l’appoggio. E’ tutto un problema di voti. Ha trovato terreno fertile con personaggi locali, che poi sono quattro gatti, che sono sempre stati contro di me dall’inizio della mia attività interna al Movimento Cinque Stelle. Io non gli ho mai dedicato attenzione, lei invece gli doveva dare qualcosa e gli ha dato la mia testa”.

NON MI DIMETTO PERCHE’…

“In questo weekend ho cambiato idea. Avevo pensato tra me e me: ‘Basta non ce la faccio più, mando tutti a quel paese, non mi faccio buttare fuori e mi dimetto’. Stamattina, infatti, pensavo di venir qui e di dimettermi dal Movimento Cinque Stelle. Resto in consiglio comunale, ma esco dal M5S. Poi ho ricevuto decine di telefonate e di messaggi dalla Calabaria, dalla Sardegna, dalla Sicilia, dal Friuli, da tutta la Liguria, da parte di persone che mi dicono di non mollare, di andare avanti. Ho ricevuto attestati di stima e di solidarietà da lavoratori della Tradeco, dell’ex Ottagono, dell’Agnesi. Queste cose qua mi hanno ripensare in questi giorni alla mia decisione”.

ECCO QUALI SONO LE ACCUSE

Quali sono queste accuse nei miei confronti? Il motivo fondamentale è la richiesta di ritiro della candidatura di Comandini per via delle sue frequentazioni imbarazzanti con la famiglia Mafodda. Questo è il vero motivo, ma nessuno lo dice. Questo perché poi il Movimento ha dovuto effettivamente chiedere al candidato di dimettersi, divulgando la notizia a livello nazionale, a LA7. Peccato che poi il giorno dopo Comandini il giorno dopo abbia detto no, rimango a tutti gli effetti candidato. Non possono dire che il motivo è questo perché se arrivassero a dire che mi buttano fuori perché ho fatto una battaglia della legalità all’interno del Movimento Cinque Stelle, insomma, sarebbe poi difficile giustificarlo a livello mediatico e di opinione pubblica”.

“In questi giorni hanno provato a spiegare i motivi. Lo ha fatto un’attivista Ileana Bego, che mi contesta alcune cose, che sono quelle che vogliono far passare per nascondere la verità. Avrei chiuso un meet up Beppe Grillo a Imperia, non avrei fatto candidare alcune persone nella lista del Movimento Cinque Stelle a Imperia, avrei espulso Kara Glorio dal gruppo consiliare, avrei violato il regolamento chiedendo pubblicamente di votare Paolo De Mare alle Regionalie, infine, per ultima, e solo per ultima, la vicenda Comandini-Mafodda”.

LA DIFESA DI RUSSO

“Le cose sono andate molto diversamente. Del Meet Up Beppe Grillo a Imperia se ne sono appropriati quelli della Piccolo e altri e noi per evitare casini abbiamo creato un altro Meet Up, che è il Meet Up ufficiale Movimento Cinque Stelle. Dunque non ho chiuso niente.

Per quanto concerne il fatto che io non avrei fatto candidare alcune persone nella lista del Movimento Cinque Stelle per le comunali, io ero uno dei tanti tra coloro che hanno deciso la lista. Era un momento importante per il M5S, avevamo ottenuto un grande risultato alle politiche e ci fu un assalto da varie parti che non ritenevamo in linea con lo spirito del Movimento e sono state fatte alcune scelte. Tra queste, ricordo, ci fu quella di non candidare Marco Magaglio, il quale era stato accusato di essere iscritto al Rotary Club e di frequentare Scajola. E proprio quelle imbarazzanti frequentazioni potevano essere deleterie per il Movimento. Per questo Magaglio, persona per bene, ancora oggi iscritto al Movimento, venne escluso. Non ho nessuna responsabilità, votai come altri. Al tempo ero semplicemente il portavoce del Movimento, nulla più”.

“C’è poi la questione relativa a Kara Glorio. Io non ho espulso Kara Glorio dal Movimento Cinque Stelle. Io ho chiesto che Kara Glorio non facesse più parte del gruppo consiliare in quanto lei stessa aveva pubblicizzato un gruppo, Movimento Cinque Stelle Kara Glorio, cioè aveva proprio fatto un suo gruppo e questo è contro il regolamento, non è consentito dal M5S. Lei stessa disse chi viene da me non va da Russo e viceversa, quindi ha attuato azioni che hanno portato alla divisione del Movimento. Io non ho potere di espulsione, ho detto solo quello che era evidente. Visto che non c’era più alcuna unione nel gruppo, ho voluto dichiarare che la sua posizione non mi rappresentava.

Per quanto concerne le regionalie, è stata fatta un’azione di cordata, che il regolamento vieta. In una lista di 50 candidati, solo 6 erano della provincia di Imperia e di questi, 4 erano di Sanremo. Tre sono andati in lista e una nel listino. Il risultato? Comandini ha preso 75 voti, Trucco 71 voti, Fimmanò 65 voti e Balestra 56 voti. Poi dopo c’è il vuoto. A Imperia è arrivato e si è candidato un dottore di Pieve di Teco, che nessuno aveva mai visto ne sentito e ha preso 41 voti. Lo stesso per Valerio Pace, mai visto ne sentito. Io feci una segnalazione allo staff di questo problema. Anche in questo caso non c’è niente”.

“Mi si accusa poi di aver votato alle provinciali. Il Movimento Cinque Stelle non riconosce le Province e dunque non presenta liste, ma non c’è scritto da nessuna parte che non si può andare a votare, tanto che scrivemmo una mail allo staff di Beppe Grillo firmata Silvia Malivindi di Ventimiglia, David Marani di Bordighera, Antonio Russo e Kara Glorio di Imperia. In questa mail dicevamo appunto che volevamo andare a votare. Chiedevamo di darci una mano visto che le Province avrebbero avuto potere decisionale su alcuni argomenti che da sempre sono cavalli di battaglia del Movimento Cinque Stelle, come l’acqua pubblica e la scuola. Alla fine in due hanno votato, io e Marani. Gli altri non lo so e non mi interessa, ma la volontà e l’impegno c’erano. Se fanno fuori me, però, per essere andato a votare alle provinciali, allora, dovrebbero fare lo stesso con Marani”.

LA RISPOSTA ALLA LETTERA DELLO STAFF DI BEPPE GRILLO

Io ho risposto a questa lettera dicendo che ho il diritto di potermi difendere, ma che non sono in grado di poterlo fare perché le accuse contenute nella missiva sono aleatorie, inesistenti, incomplete. Non potendo accedere al diritto della difesa ho chiesto che vengano formulate accuse chiare.  Dopo di che io presenterò le mie controdeduzioni. Se poi mi vorranno mandare via potranno farlo, però dovranno venire loro a giustificarlo, io non lo faccio. Che vengano qua a Imperia a cacciarmi, a spiegare alla gente perché devo andare via. Lo dicano agli attivisti e ai cittadini. Voglio capire se tra le motivazioni ci mettono il fatto che ho denunciato il problema di Comandini e delle sue amicizie imbarazzanti”.

 

 

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