25 Aprile 2024 23:47

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25 Aprile 2024 23:47

IMPERIA. VIAGGIA AGGRAPPATO A UN TRENO INTERCITY IN CORSA. L’INCREDIBILE STORIA DI UN PROFUGO SUDANESE DI 20ANNI FERMATO DALLA POLIZIA/I DETTAGLI

In breve: La corsa del sudafricano è terminata alla stazione di Imperia, dove è intervenuta una Volante, intorno alle 20.30.

profugo sudanese

Imperia – Viaggiava aggrappato al treno Intercity 676 Milano-Ventimiglia. Protagonista dell’incredibile vicenda un 20enne profugo di origini sudanesi. È stato il capotreno che, accortosi della presenza del giovane aggrappato ai respingenti del treno, tra Albenga e Alassio, ha fatto salire a bordo il 20enne alla prima fermata. La corsa del sudafricano è terminata alla stazione di Imperia, dove è intervenuta una Volante, intorno alle 20.30.

Il giovane è stato condotto in Questura dove è stato identificato, rifocillato, e rimesso in libertà. Contattato da ImperiaPost Alessandro Asturaro, capo di gabinetto della Questura di Imperia ha spiegato: “Viaggiava aggrappato ai respingenti del treno. Il capotreno l’ha fatto rientrare sul convoglio, poi è stato portato in Questura, dove è stato identificato e rimesso in libertà. É un profugo, ma non si sa da quale centro provenga, ne da dove si sia aggrappato al convoglio, se a Savona, a Genova o da qualche altra parte”.

ECCO IL COMUNICATO DELLA QUESTURA:

Nella serata di ieri il Capotreno di un convoglio diretto in Francia, nella tratta Albenga-Alassio, notava un giovane che viaggiava aggrappato ai respingenti dell’ultima carrozza. Alla stazione di Alassio, il capotreno, per ovvi motivi di sicurezza, faceva salire il giovane – sprovvisto di documenti e dichiaratosi profugo sudanese – sul treno, informando la sala operativa della Polizia Ferroviaria di Genova.

A Imperia Porto Maurizio, gli agenti della volante della Questura di Imperia, allertati dai colleghi di Genova, raggiungevano il cittadino straniero, che veniva accompagnato in ufficio. Qui confermava di essere un profugo sbarcato pochi giorni sulle coste siciliane, insieme ad altri suoi connazionali, dichiarando di voler fare richiesta di asilo e di essere sprovvisto di qualsiasi documento.

Pertanto, una volta terminate le procedure di fotosegnalamento, il profugo, un sudanese di venti anni, nel frattempo rifocillato dagli agenti, che gli donavano anche una camicia pulita, veniva indirizzato alla Caritas.

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