25 Aprile 2024 12:33

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25 Aprile 2024 12:33

DIANO MARINA. GIRO DI VITE DELLA PROCURA SULL’EDILIZIA. 70 GLI INDAGATI. TRUFFA E FALSO IDEOLOGICO PER SEI PROFESSIONISTI DIANESI /DETTAGLI

In breve: L'attività d'inchiesta coordinata dal Procuratore aggiunto Maria Grazia Pradella e dal sostituto Francesca Scarlatti potrebbe interessare anche i dipendenti dell'ufficio tecnico del Comune che potrebbero essere chiamati a rispondere dei mancati controlli.

collage diano marina villette

Diano Marina. Truffa e falso ideologico. Sono queste le due ipotesi di reato che la Procura di Imperia ha avanzato nei confronti di sei noti professionisti imperiesi/dianesi (tra geometri, architetti e ingegneri, ndr) nell’ambito dell’inchiesta sugli abusi edilizi “scovati” dall’ufficio tecnico del Comune della città degli aranci. Gli accertamenti sono partiti a seguito di una segnalazione da parte della commissione di accesso al lavoro in comune per verificare se vi siano infiltrazioni mafiose all’interno dell’Ente o dell”amministrazione. Su 44 pratiche “sospette” segnalate i dipendenti dell’ufficio tecnico hanno riscontrato ben 35 illeciti di natura edilizia.

Un dato record per il comune amministrato da Giacomo Chiappori che nei nei report dei mesi precedenti a quello di maggio 2015  non ha praticamente riscontrato illeciti. Nel complesso gli indagati a vario titolo sono 76, due per ogni pratica (il committente e l’impresario) e i sei professionisti. Tra i professionisti figurano anche nomi legati alla politica e altri con legami di parentela con dipendenti comunali. L’attività d’inchiesta coordinata dal Procuratore aggiunto Maria Grazia Pradella e dal sostituto Francesca Scarlatti potrebbe interessare anche i dipendenti dell’ufficio tecnico del Comune che potrebbero essere chiamati a rispondere dei mancati controlli. 

Questo tipo di inchieste, però, a Diano Marina non sono proprio una novità. Infatti, già nel 2013 fu aperta un’inchiesta dopo un’attenta attività della polizia edilizia del comune e della Forestale per alcune illeciti rilevati in una trentina di villette situate su capo Berta.

l lavoro degli investigatori all’epoca si è concentrò sulla verifica di circa una trentina villette, edificate nel periodo dal 2005 in poi, che sarebbero state costruite difformemente dal progetto originale. Il modus operandi era ormai consolidato: trasformare i garage o i magazzini agricoli in cucine, saloni o camere da letto. La zona in cui furono edificate risultava sotto vincolo ambientale e alcune abitazioni sarebbero state costruite non rispettando i volumi indicati o incrementando i vani abitabili.

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