25 Aprile 2024 16:01

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25 Aprile 2024 16:01

IMPERIA. SCUOLA “MALATA”, INVALIDA E INCINTA DI 7 MESI, STUDENTESSA DEL LICEO COSTRETTA A RIMANERE A CASA/LA STORIA

In breve: La famiglia: "Ci hanno consigliato di non far venire più nostra figlia a scuola. Nessuno si vuole prendere la responsabilità di accompagnarla nella sede distaccata. Dicono che non hanno i mezzi. Non sono in grado di garantirle il diritto di studiare"

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“Si certifica che…., affetta da epilessia generalizzata ad esordio adolescenziale in terapia continuativa con farmaci anticomiziali, attualmente è in stato di gravidanza. Per tale motivo necessiterà per il primo trimestre del prossimo anno scolastico (fino a metà dicembre del 2015, ndr) di assistenza e accompagnamento per poter raggiungere la scuola, qualora fosse necessario cambiare sede”.

Centro epilessie infantili – Istituto scientifico G.Gaslini di Genova.

In un Paese normale queste parole, scritte da un medico del più prestigioso istituto per le malattie infantili d’Italia, dovrebbero bastare per far si che le istituzioni si adoperino affinché il diritto allo studio di una giovane ragazza di 19 anni (invalida al 50%), che frequenta il liceo artistico di Imperia, venga garantito ma, purtroppo, non è così.

La giovane, al settimo mese di gravidanza, infatti, da alcuni giorni non si reca a scuola perché impossibilitata fisicamente ad affrontare la ripida scalinata che da via Agnesi, dov’è ubicata la sede centrale, porta in via Berio 15 dove si trova la “succursale” che ospita i laboratori didattici.

“Ho avuto un incontro con la preside al quale hanno partecipato anche un medico del lavoro e un ingegnere responsabile della sicurezza – racconta il padre della giovane a ImperiaPost – e mi hanno consigliato, vista la situazione, di non far più venire mia figlia a scuola. Tutto ciò non è inaccettabile, nessuno si vuole prendere la responsabilità di accompagnare mia figlia nella sede distaccata. Dicono che non hanno un mezzo per farlo. Mia figlia è invalida al 50%, ha l’insegnante di sostegno, inoltre è al settimo mese di gravidanza e la scuola non è in grado di garantirle il diritto di studiare. Nelle ore di laboratorio mia moglie la tiene in macchina con sé mentre io vado a cercare lavoro. Non ci sembra di chiedere la Luna, vorremmo solo che fino al parto venga concesso a nostra figlia di frequentare i corsi come a tutti gli altri studenti. Vorrei fare un appello al Provveditore agli studi Rambaldi e alle varie organizzazioni e Onlus che operano in città affinché si trovi una soluzione per questi due mesi”.

QUI LA REPLICA DELLA PRESIDE

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