20 Aprile 2024 00:19

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20 Aprile 2024 00:19

IMPERIA. BILANCIO, LA CORTE DEI CONTI SCRIVE AL COMUNE: “O TAGLIATE LE SPESE O RISCHIATE IL FALLIMENTO”/ECCO PERCHÈ

In breve: Una missiva, quella della Corte di Conti, che apre seri dubbi sulla stabilità economica dell'ente. L'Organo di Controllo regionale ha richiamato il Comune di Imperia in merito alla disparità tra entrate e spese

comune corte conti

“O tagliate le spese o rischiate il fallimento”. Questo, in sostanza, il contenuto di una missiva inviata dalla Corte dei Conti al Comune di Imperia nei giorni scorsi. Una missiva che apre seri dubbi sulla stabilità economica dell’ente. L’Organo di Controllo regionale ha richiamato il Comune di Imperia in merito alla disparità tra entrate e spese che, nel corso degli anni, ha messo a dura prova le casse comunali, ad oggi praticamente vuote.
In particolare la Corte dei Conti ha segnalato alcune forzature nella gestione del bilancio, a partire dall’utilizzo indebito dei soldi della spesa corrente per il pagamento delle posizioni organizzative. Al contempo l’Organo di Controllo regionale ha riscontrato un miglioramento della situazione a partire dall’anno 2013, ovvero dall’insediamento dell’amministrazione Capacci, ritenuto però insufficiente a rimpinguare le casse del Comune. Per questo la Corte dei Conti ha chiesto al Comune di Imperia di tirare ulteriormente la cinghia. Come? Due le uniche soluzioni praticabili. O un aumento ulteriore dei tagli o un aumento della tassazione. In entrambi i casi a rimetterci sarebbero ancora una volta i cittadini.

A riguardo, però, la strada per il Comune di Imperia appare tutta in salita, in quanto l’amministrazione Capacci ha già operato tagli consistenti che, se ulteriormente esasperati, rischiano seriamente di compromettere la buona erogazione dei servizi pubblici. 

A pesare sulle casse del Comune di Imperia, in particolare, sarebbero i crediti con l’Amat, che ammontano a svariati milioni di euro. Nel dettaglio, il Comune ogni anno anticipa, in luogo dell’Amat, le spese per la depurazione delle acque per un ammontare di circa 2 milioni di euro. Un debito consistente che l’Amat dovrebbe coprire con gli introiti derivanti dalle bollette sull’acqua, che comprendono, appunto, anche la tassa sulla depurazione. Peccato, però, che con gli incassi delle bollette l’Amat riesca a versare nella Casse del Comune poco meno di un milione di euro. Di fatto, dunque, ogni anno il Comune di Imperia accumula un passivo di un milione di euro. Come uscirne? Aumentando le bollette dell’acqua. A riguardo, però, l’Autorità sui servizi idrici, unico organo titolato ad aumentare le bollette, ha già risposto picche a Comune e Amat, nonostante attualmente le tariffe siano nettamente inferiori alla media nazionale. In sostanza il Comune di Imperia si trova con le mani legate.

Sul fronte posizioni organizzative, invece, l’amministrazione Capacci ha già elaborato un piano di rientro spalmato in più anni. Potrebbe però non bastare, con il rischio che il Comune si trovi costretto, ma si tratta di un’ipotesi attualmente scartata dall’amministrazione,  a chiedere indietro ai dipendenti comunali i soldi erogati indebitamente come posizioni organizzative. 

Con tutta probabilità sarà il Sindaco Carlo Capacci a spiegare nel dettaglio il contenuto della missiva al suo ritorno da Newport.

 

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