23 Aprile 2024 11:02

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23 Aprile 2024 11:02

Claudio Scajola finisce la sua giornata nella sede della Polizia Postale di Imperia. Gli interrogativi di ImperiaPost e tutte le foto della “calda” giornata

Scajola e l'agente di scorta all'ingresso del comando dalla polizia postale di Imperia
Scajola e l’agente di scorta all’ingresso del comando dalla polizia postale di Imperia

Corruzione Internazionale, Finanziamento Illecito al singolo Parlamentare, Ricettazione, Riciclaggio e abuso edilizio. Sembra il curriculum vitae di un boss della malavita Italo-americana invece sono le ipotesi di reato avanzate dalle Procure di Napoli, Roma e Imperia nei confronti di Claudio Scajola, ex parlamentare del Pdl. Una sfilza di indagini che ha portato Scajola ad ironizzare sulla sua persona ma anche a parlare di persecuzione giudiziaria. In effetti, in base alle accuse, Scajola, potrebbe essere considerato il Don Vito Corleone della riviera ligure. Si tratta solo di ipotesi di reato che dovranno essere supportate da prove schiaccianti per portare in giudizio l’ex ministro dello sviluppo economico del Governo Berlusconi.

Se per la vicenda dell’anfora ritrovata durante i lavori di ristrutturazione di “Villa Ninina” (anche quelli sotto inchiesta, ndr) Scajola sembra poter provare la sua buona fede essendo anche in possesso di un documento della soprintentenza delle belle arti sull’ipotesi di riciclaggio ci sarebbero ancora dei lati oscuri che, forse, Scajola potrebbe aver chiarito questo pomeriggio negli uffici della Polizia Postale di Imperia. Il politico imperiese non ha evidentemente letto tutto il contenuto dell’avviso di garanzia recapitatogli dagli agenti della Postale nel quale, probabilmente, era spiegato nel dettaglio ciò che gli veniva contestato.

L’ipotesi di riciclaggio, secondo la ricostruzione di Scajola non reggerebbe anche perché il reato in questione prevede: “operazioni mirate a dare una parvenza lecita a capitali la cui provenienza è, in realtà, illecita”. Da ciò si potrebbe ipotizzare che oltre a Scajola anche il vice presidente della Provincia di Savona sia indagato con la stessa ipotesi di reato. Da dove arrivavano i 50 mila euro che Montaldo ha versato come caparra di un presunto acquisto alla moglie di Scajola? Perché non è indagata la moglie di Scajola, Maria Teresa Verda visto che è lei la destinataria dell’assegno circolare? I soldi sono davvero stati restituiti a Montaldo come ha dichiarato Scajola ai giornalisti? Sono tutte domande alle quali cercheremo di trovare risposta nelle prossime ore. Nel frattempo una domanda è d’obbligo… la moglie di Scajola avrà informato suo marito della compravendita o tutto ciò è stato fatto a sua insaputa?

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