29 Marzo 2024 13:29

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29 Marzo 2024 13:29

IMPERIA. SI INCATENA IN VIA BUONARROTI, INTERVIENE LA POLIZIA. IL DRAMMA DI GIUSEPPE, VITTIMA DI MALASANITÀ E BUROCRAZIA:”HO PERSO 10 ANNI DI VITA” /LA STORIA

In breve: È una vera e propria odissea quella vissuta sino ad oggi da Giuseppe D'Amore, pensionato di 72 anni, specchio di un'Italia ormai sempre più incapace di venire incontro alle esigenze dei cittadini.

collage damore

È una vera e propria odissea quella vissuta sino ad oggi da Giuseppe D’Amore, pensionato di 72 anni, specchio di un’Italia ormai sempre più incapace di venire incontro alle esigenze dei cittadini. Tutto ha avuto inizio in una giornata piovosa, il 14 maggio 2013, quando Giuseppe D’Amore si reca in via Buonarroti per alcuni acquisti e rovina a terra, scivolando sul marciapiede. Una brutta caduta, tanto che il pensionato viene soccorso dalla Croce Rossa e sul posto interviene anche la Polizia.

Da quel momento per Giuseppe inizia una lunga odissea, che passa attraverso diagnosi mediche sbagliate, rimbalzi di responsabilità e un’invalidità, dovuta all’incidente, pari al 7%, per la quale Giuseppe non è mai stato risarcito. Un’odissea culminata venerdì mattina con un gesto eclatante di protesta. Il 72enne si è incatenato a un palo, dopo essere nuovamente rimasto deluso da un confronto con gli uffici del Comune di Imperia. È dovuta intervenire la Polizia per farlo desistere dalla protesta. Ed è proprio in questa occasione che lo abbiamo incontrato.

LA STORIA DI GIUSEPPE

L’INCIDENTE

“Ero venuto in via Buonarroti per fare alcuni acquisti. Scivolai e presi una storta alla gamba, caddi per terra e rimasi li. Un signore, che accorse che ero in terra, telefonò a mia moglie, che intervenne subito, chiamarono anche la Croce Rossa e intervenne anche la Polizia. Venni portato al Pronto Soccorso”.

L’OSPEDALE DI IMPERIA E LA DIAGNOSI ERRATA

“Arrivato in Ospedale, mi fecero una radiografia e mi dissero che non avevo niente. Mi diedero 7 giorni di prognosi e mi invitarono a fare dei massaggi con dell’argilla verde. Mi dissero di ripassare a fare una visita di controllo, in ortopedia, dopo 10 giorni. Solo che a me continuava a fare tanto male la gamba e dopo 7 giorni tornai a fare questa visita ortopedica e l’ortopedico mi disse di fare tutti i movimenti. Io non sono un dottore, ma se non riesco a muovere la gamba, vuol dire che ho il tendine rotto. L’ortopedico mi disse che sarebbe stato consigliabile fare un ecografia e vista la necessità piuttosto urgente mi fece l’impegnativa lui”.

“Dopo quattro giorni andai su in ortopedia e mi dissero che dovevo andare dal dottore a fare l’impegnativa, altrimenti loro non mi avrebbero potuto visitare. Da quel momento li io rifeci tutta la trafila del pronto soccorso. Il pronto soccorso, vedendo il risultato dell’ecografia, mi mandò immediatamente in ortopedia. Arrivato in ortopedia mi dissero: “Signor d’Amore, lei non può neanche andare a casa. Lei si deve ricoverare immediatamente”. Ma come? sono quasi 20 giorni che ci cammino e voi mi dite che non posso neanche andare a casa?”.

IL RICOVERO ALL’OSPEDALE SANTA CORONA E L’OPERAZIONE

“Firmai e lascia l’Ospedale di Imperia. Andai al Santa Corona e mi hanno operarono subito. Il tendine, però, ormai si era ritirato completamente e così mi misero degli impianti di acciaio”.

IL RIMBALZO DI RESPONSABILITÀ

“Mi sono incatenato perchè, dopo 3 anni, non so ancora chi è il responsabile di questo scandalo. Qui inizialmente c’era una ringhiera che bloccava l’accesso, l’unico accesso era scendendo da uno scalino, ma ora ci sono le macchine e non si può più scendere. È una zona molto pericolosa, ci sono le scuole e al mattino alle 8 qui c’è un viavai di persone avanti e indietro. Per conto mio il Comune ha una certa responsabilità. Qui hanno fatto i parcheggi, come si fa a scendere di qua? Uno è obbligato a scendere da questa parte, proprio dove io sono caduto. Io sono stato più sfortunato degli altri, gli altri che sono caduti si sono rialzati. Io mi sono rotto una gamba.

Il condominio, facendo una riunione con un avvocato, ha fatto sapere che loro non c’entrano niente. Il Comune dice la stessa cosa. Ma questo marciapiede è abusivo, non esiste nelle carte. Quando hanno fatto il palazzo questo marciapiede non c’era. Chi lo ha fatto? Quando ho avuto questo incidente, l’amministratore del palazzo ironicamente mi ha detto che mi avrebbero pagato le medicine che ho usato. Mi sembra una cosa ridicola”.

LE RICHIESTE DI GIUSEPPE

“Attualmente sono in pensione. Non riesco più a correre, ho dei problemi a camminare, mi fa male. Io con questo danno ho perso 10 anni di vita. Ora ho 72 anni. A noi interessa sapere, a distanza di 3 anni, di chi è la responsabilità. Chi ha fatto questo marciapiede? Dalle carte del catasto la struttura risulta senza marciapiede. O è stato fatto abusivo o è stato fatto per i negozi. Anche il carico e scarico è stato fatto senz’altro per i negozi e risulta abusivo perché in Comune non c’è nessuna carta che lo testimonia.

O si prende la responsabilità l’assemblea condominiale o si prende la responsabilità il Comune. Tutti e due sono se nel lavano le mani, perchè tutti e due ne usufruiscono. Uno del passaggio e l’altro per il salvaguardare dei negozi. Non è giusto. Noi siamo anni che soffriamo e nessuno sembra preoccuparsi per noi”.

L’INTERVISTA A GIUSEPPE D’AMORE E A SUA MOGLIE

https://www.youtube.com/watch?v=tMkLQFtxAOs
https://www.youtube.com/watch?v=G9GLdOcUDFk
https://www.youtube.com/watch?v=mcZ8OuC4tYg

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