28 Marzo 2024 17:56

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28 Marzo 2024 17:56

IMPERIA. PROCESSO PER I LAVORI A VILLA NININA. SCAJOLA E VENTO INTERROGATI IN AULA: “L’ING. DE CICCO SI ACCORDO’ PER…”/L’UDIENZA

In breve: Nuova udienza questa mattina del processo che vede imputati Claudio Scajola e Ernesto Vento con l’accusa di finanziamento illecito per i lavori di ristrutturazione di Villa Ninina

scajola villa ninina

Nuova udienza questa mattina del processo che vede imputati Claudio Scajola e Ernesto Vento con l’accusa di finanziamento illecito per i lavori di ristrutturazione di Villa Ninina. Come previsto, si è proceduto all’esame degli imputati, così come richiesto dal Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo.

Il primo ad essere sentito è stato Vento, successivamente è stato il turno di Claudio Scajola. Entrambi hanno, in particolare, illustrato al giudice Maria Grazia Leopardi i rapporti tra la Arco, l’ing. Giovanni De Cicco e la famiglia Scajola, oltre alle modalità di pagamento dei lavori, con riferimento alla vendita di un terreno, il cui ricavato è stato poi utilizzato per pagare l’impresa.

ERNESTO VENTO

STORIA E GESTIONE DELLA ARCO

“Io sono l’amministratore unico della società. La società è stata creata nel 1990. Gli unici due soci siamo io e Gianfranco Gaggero. Gaggero si è sempre occupato dei clienti, io dei cantieri. Per quanto concerne, invece, la contabilità, ce ne siamo sempre occupati entrambi. I clienti ce li ha quasi sempre forniti l’ing. De Cicco, che però non ha nessun ruolo nella società. Eravamo semplicemente la sua impresa di fiducia. Abbiamo anche acquistato in alcune casi delle strutture da ristruttura in proprio. In alcuni casi individuate da noi, in altri segnalateci da De Cicco”.

CONTRATTI DI APPALTO E PAGAMENTI

“Non firmiamo in tutti i casi contratti di appalto con i committenti. Da cosa dipende? Dalla fiducia nel cliente e, viceversa, dalla sua fiducia nei nostri confronti. Non abbiamo mai preso un acconto a inizio lavori. Si arriva sino ad un certo punto, stabilito dagli stati di avanzamento lavori, e poi si chiede il primo acconto”.

VILLA NININA

“Scajola? Non mi sono occupato delle trattative per i lavori di Villa Ninina, ma ne ero a conoscenza. Io non ho mai parlato con nessuno. Mi veniva riferito tutto da Gaggero e da De Cicco. Ci venne proposto questo lavoro. Accettammo in quanto un lavoro di prestigio. L’oggetto del lavoro? Opere richieste dal Ministero per una maggiore sicurezza di Scajola, piscina, garage, strada di accesso e ristrutturazione della villa.

Abbiamo fatto gli scavi, le fondazioni, i cementi armati, gli intonaci. Poi sono subentrati gli impiantisti e i serramentisti. Per l’impianto idraulico abbiamo fornito un’assistenza completa, mentre per per quanto concerne l’impianto elettrico, abbiamo solo ripristinato le tracce e coperto i tubi. I muri di contenimento sono stati realizzati da operai turchi pagati direttamente dal committente”.

GLI ACCORDI ECONOMICI PER VILLA NININA

“Come ho già detto, non ho mai partecipato a riunioni. So che però che nelle riunioni si parlava di cosa poteva costare in linea di massima il lavoro. L’accordo era che la famiglia Scajola ci avrebbe pagato i lavori con il ricavato della vendita di un terreno adiacente la casa. Il pagamento in realtà avvenne 4 anni dopo l’inizio dei lavori (2004, ndr), ovvero nel 2008.

Non ci siamo però mai preoccupati, in quanto De Cicco ci rassicurava sempre sul buon esito della trattativa per la vendita del terreno. Anche perché lo stesso De Cicco faceva parte della società che avrebbe dovuto acquistare il terreno, la Cascine Srl. Il cantiere non si è comunque mai fermato”.

CHI HA SOSTENUTO I COSTI DEI LAVORI SINO AL 2008?

“La società Arco, con i propri fondi. Era comunque necessario pagare gli operai. Era capitato anche con altre società di posticipare i pagamamenti, ma solo con un massimo di 2 anni. Interessi? Mai pagati”.

RAPPORTI DITTA ARCO-DE CICCO-SCAJOLA

“Il 90% circa del fatturato della ditta Arco arriva da lavori che vengono procurati da De Cicco. Normalmente facciamo i lavori in economia, perché il cliente spende meno. Se dobbiamo fare un preventivo, dobbiamo metterci anche i possibili imprevisti che, anche se non si verificano, il cliente poi deve comunque pagare.

Scajola ci venne presentato da De Cicco. L’intesa era che noi avremmo fatto il lavoro e che De Cicco avrebbe controllato la quantità, la qualità e i prezzi. Poi la famiglia Scajola avrebbe pagato. De Cicco ci disse che l’Onorevole Scajola era preoccupato perché per pagare doveva vendere il terreno. Ad acquistarlo doveva essere proprio De Cicco con una sua società. Perché passarono quattro anni? Perché doveva essere modificata una strada e occorreva una variante, nell’ambito della quale erano interessati più soggetti. Noi non abbiamo mai bloccato i lavori perché avevamo massima fiducia in Scajola e in De Cicco”.

CLAUDIO SCAJOLA

LA STORIA DI VILLA NININA

“Si chiama Villa Ninina perché è di mia suocera. Io e la mia famiglia viviamo molto insieme. Ci siamo occupati sempre tutti insieme della nostra casa”.

LA DITTA ARCO

“Per i lavori di Villa Ninina scegliemmo la ditta Arco in quanto nel 2011, quando il Ministero ordinò la realizzazione di opere a tutela della mia sicurezza (era da poco terminato il G8 e la tensione era altissima), io chiesi a De Cicco, visto che ero sempre a Roma, di seguire lui i lavori. Lui accettò e contattò la ditta Arco per realizzarli”.

IL RAPPORTO CON DE CICCO

“Conosco De Cicco dagli anni ’70. Lo conoscevo perché a Imperia all’epoca ci si conosceva tutti ed era consuetudine incontrarsi. Poi il rapporto crebbe, perché De Cicco militava nella Dc e fu anche amministratore comunale”.

I LAVORI AFFIDATI ALLA DITTA ARCO

“Nel 2004, quando decisi di fare dei lavori a villa Ninina, visto il lavoro egregio e professionale fatto dalla ditta Arco per conto del Ministero, ho pensato che fosse il caso di affidarmi nuovamente alla società di Gaggero e Vento. Questo anche perché era una ditta che conosceva già il territorio. Per questo non chiesi altri preventivi prima di scegliere. Io il geometra Vento l’ho visto per la prima volta in Tribunale per il processo. I rapporti con la ditta Arco li ho sempre avuti tramite Gaggero e De Cicco”.

PERCHÉ RISTRUTTURARE VILLA NININA

“Inizialmente noi andavano solo d’estate a Villa Ninina, a Diano Gorleri. In inverno stavamo in piazza della Vittoria. Quanto eravamo a Villa Ninina, mio suocero ebbe un malore, l’ambulanza ebbe molti problemi e raggiungere la casa. Ci rendemmo contro che sarebbe stato impossibile vivere a Villa Ninina anche d’inverno e che comunque non era più possibile fare avanti e indietro con piazza della Vittoria. Per questo motivo, decidemmo di dare il via ai lavori. Iniziammo con il viale di accesso, per rendere più facilmente raggiungibile la casa, e con la piscina, perché per me andare al mare era diventato impossibile per motivi di sicurezza. Successivamente decidemmo di dare il via alla ristrutturazione. Il motivo? Perché sarebbe costato meno e poi per la mania conservativa di mia moglie. Durante i lavori di rimozione dei coppi dal tetto , l’ing. De Cicco convocò tutta la famiglia. Ci fece notare che un pilastro dell’abitazione creava grandi problemi perché si distaccava dal terreno. Da qui la decisione di procedere con la demolizione”.

PERCHÉ NESSUN CONTRATTO

“De Cicco mi disse che l’intero lavoro sarebbe costato tra i 600 e i 700 mila euro. Mi diede un preventivo di massima. Ci fu un accordo sulla base del pagamento della ditta Arco dopo la cessione di un terreno adiacente la villa proprio allo stesso De Cicco. Ci fu un contratto verbale con De Cicco. Per me gli accordi verbali valgono molto di più di quelli scritti”.

I LAVORI A VILLA NININA E I PAGAMENTI

“Tra il 2001 e il 2004 eseguimmo i lavori imposti dal Ministero, il garage, la strada di accesso e la piscina. La mia famiglia e il Ministero pagarono in totale alla Arco 534.120 euro. Immaginate, dunque, perché la Arco ritenesse che io fossi un buon cliente. Tra il 2004 e il 2008, prima della vendita del terreno, la famiglia Scajola ha versato alla Arco 88.800 euro e alle ditte che si sono occupate dell’impiantistica 290.110 euro, proprio per non gravare ulteriormente sulla Arco, visto il mancato pagamento a causa della mancata vendita del terreno. Pagamenti che ho fatto direttamente ai fornitori”.

LA VENDITA DEL TERRENO CON QUATTRO ANNI DI RITARDO

“Il terreno era di proprietà di mia suocera. Noi non avevamo mai valuto l’idea di fare affari in famiglia. In questa occasione, però, ritenemmo che la cessione potesse essere utile per il pagamento dei lavori di ristrutturazione della villa. Il piano regolatore, però, prevedeva una strada non fattibile. Ci fu così una variante da parte del Comune. Variante che però interessava molti soggetti, da qui il tempo prolungato. Nel 2004 sembrava imminente la variante, per questo ci fu l’accordo con De Cicco. Poi invece i tempi si dilatarono. Ma io sono sempre stato sereno, perché l’accordo sulla parola c’era. Nel 2008, infatti, una volta approvata la variante urbanistica, procedemmo alla coesione del terreno a De Cicco e al saldo alla Arco”.

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