29 Marzo 2024 14:33

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29 Marzo 2024 14:33

PROCESSO PORTO. LA DEPOSIZIONE DI BEATRICE PARODI: “Conobbi Caltagirone nel 2004 perché…”

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Nuova udienza, questa mattina, del processo per truffa aggravata ai danni dello Stato relativo al porto turistico di Imperia. In aula erano presenti Francesco Bellavista Caltagirone, Carlo Conti, Delia Merlonghi, Gianfranco Carli e Paolo Calzia.
L’udienza si è subita aperta con una disquisizione di natura tecnica. L’avvocato della prima teste, la più attesa, l’imprenditrice Beatrice Cozzi Parodi, ex compagna di Caltagirone, ha fatto presente al collegio il fatto che la sua assistita fosse indagata nell’ambito di un’inchiesta parallela, relativa a presunte false fatturazioni, e che quindi dovesse essere ascoltata come indagata e non come teste, dunque con la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il collegio, dopo essersi riunito, ha acconsentito alla richiesta del legale. Beatrice Parodi ha accettato comunque di sottoporsi ad interrogatorio.

LA DEPOSIZIONE DI BEATRICE PARODI

Io sono stata socia di Imperia Sviluppo fin dalla costituzione della società. Prima mio marito, poi io. Imperia Sviluppo era una società parte della Porto di Imperia Spa ed era composta da cordata di imprenditori locali. Sono sempre stata consigliere della Porto di Imperia Spa. Imperia Sviluppo cedette poi il 4% delle quote ad Acquamarcia, poi fu sottoscritto un aumento di capitale da parte di Acquamare e la società Porto di Imperia Spa cambiò struttura, passando a Comune 33%, Porto di Imperia Spa 33%, Acquamare 33%. Fui nominata presidente della Porto di Imperia Spa nella primavera del 2011, mi dimisi nell’agosto del 2011″.

Caltagirone fece una visita nel 2003 a Imperia. La sua visita aveva fatto notizia per un giro in elicottero. La proposta che gli venne fatta non gli era interessata. Io lo conobbi alla fine del 2004. Con me ci fu un accordo economico per il porto di Marina di San Lorenzo che stavo costruendo. Io avevo già fatto le opere a mare. Ci fu un accordo con Caltagirone per l’appalto delle opere a terra. Si trattava di una società del gruppo Acquamarcia. L’accordo fu inizialmente una permuta 75-25, poi la percentuale fu tramutata in un appalto. Successivamente a Caltagirone interessò il porto di Imperia. Ci furono delle riunioni, non so bene. Ci fu poi una riunione presso la ditta Carli dove si parlò di una percentuale 70-30. Non ricordo, però mio padre mi ha detto che fu lui a proporla. Mio padre non aveva però nessun ruolo, fu chiamato per dei consigli. In quell’occasione si parlò anche della possibilità di fare un contratto per la cessione del 4% delle quote azionarie dell’Imperia Sviluppo all’Acquamare e della possibilità di un aumento di capitale condizionale. Successivamente si è passati alla fase delle scritture“.

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