28 Marzo 2024 09:58

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28 Marzo 2024 09:58

“PRONTO A IPOTECARE IL PALAZZO COMUNALE PER PAGARE I DANNI DELL’ALLUVIONE”. LA PROVOCAZIONE SHOCK DEL SINDACO DI PIEVE DI TECO/L’INTERVISTA

In breve: Un'ipoteca sul Palazzo del Comune per far fronte alle spese dei lavori nei territori colpiti dal maltempo. È questa l'idea, dal fine anche provocatorio, del sindaco di Pieve di Teco, Alessandro Alessandri.

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Un’ipoteca sul Palazzo del Comune per far fronte alle spese dei lavori nei territori colpiti dal maltempo. È questa l’idea, dal fine provocatorio, del sindaco di Pieve di Teco, Alessandro Alessandri, che, non ricevendo ancora nessuna notizia di quando e quanto esattamente riceverà il suo comune dalla Regione Liguria, per far fronte ai danni provocati dall’alluvione del mese scorso, si vede costretto a trovare soluzioni alternative.

“Sono passati 32 giorni da quanto hanno riconosciuto lo stato di emergenza – afferma il Sindaco Alessandri ma ancora non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. Ci basterebbe avere la garanzia che i soldi arriveranno così noi li anticiperemmo, ma con le spalle coperte. Invece non sappiamo niente, solo voci di corridoio, e non si sa quanto sarà lo stanziamento per il comune di Pieve di Teco. Ci dovrebbe essere un canale istituzionale da cui attingere le informazioni, invece penso che ci sia un problema di metodo.

Io come Sindaco ho l’obbligo giuridico di coprire le spese, e prima di aumentare le tasse, cosa da evitare in questi momenti, preferisco prima alienare immobili del patrimonio comunale, incominciando prima di tutto dal Palazzo del Comune stesso. Il mio gesto è provocatorio perchè voglio che si capisca che le cose vanno sistemate in fretta, anche perchè le ditte che lavorano vanno pagate, non si può aspettare ancora. I cittadini sono stanchi e pretendono da chi hanno vicino, in questo caso io, di risolvere la situazione. Il problema è che ho bisogno delle autorizzazioni della Regione.

Se i fondi non arrivano e non coprono le spese dovrò procedere a trovare il modo di pagare le ditte. Ho dovuto chiamare le ditte prima di poter incaricarle nel modo formale, si tratta di questioni urgenti, non previste.

Proprio questa mattina – continua –  ho compiuto un sopralluogo a Lovegno, per constatare di persona la situazione. I cittadini si lamentano della terra che invade ancora il paese, anche se ora il passaggio è garantito. Io li capisco, ma purtroppo non posso fare nulla perchè i lavori seguono un iter preciso: la lettera A è la somma urgenza, di cui mi sono occupato chiamando le ditte per eseguire i lavori e liberare il passaggio, prima occupato da 2 metri di terra. Ora però mi devo fermare perchè, per passare alla lettera B, il completamento della somma urgenza, devo aspettare l’autorizzazione della Regione, così come per la lettera C, ossia gli interventi di ripristino.

Per questo motivo, durante il consiglio comunale, provvederemo ad approvare l’idea dell’ipoteca per finanziare i lavori, e in futuro quando, e soprattutto se, arriveranno i fondi dalla Regione, faremo un’altra variazione di bilancio.

Credo che non sia giusto pretendere di essere tolleranti con lo Stato – conclude Alessandri – quando lo Stato è intollerante con i cittadini, per esempio con il pagamento delle tasse, che dev’essere puntualissimo se non si vuole avere una serie di problemi. Da parte loro invece, le alte cariche pretendono pazienza e comprensione, posticipando sempre il loro intervento”.

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A cura di Gaia Ammirati

 

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