20 Aprile 2024 18:31

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20 Aprile 2024 18:31

IL 20ENNE OMAR ABDALLAH MIGLIOR POETA UNDER 25 AL CONCORSO “OSSI DI SEPPIA”:”IO, ARABO E ITALIANO, AMO IMPERIA E USO LA POESIA PER…”/L’INTERVISTA

In breve: È il miglior poeta under-25 alla 23^ edizione del concorso internazionale "Ossi di Seppia" di Arma di Taggia.

OMAR_POESIA

È il miglior poeta under-25 alla 23^ edizione del concorso internazionale “Ossi di Seppia” di Arma di Taggia. Stiamo parlando di Omar Abdallah , 20enne imperiese di origini palestinesi, amante della poesia, della terra in cui abita e della cultura da cui proviene. Le sue opere rispecchiano il suo essere portatore di due culture, che si sono mescolate in lui in una perfetta sintonia. 

COME HAI INIZIATO A SCRIVERE?

“Ho iniziato per caso, quando stavamo studiando i poeti al primo e al secondo anno del liceo scientifico Vieusseux. In quel periodo leggevamo Leopardi e ho avuto l’ispirazione da Alice, una mia carissima amica e compagna di classe, alla quale ho dedicato la mia prima poesia. Lei, quando l’ha letta, ha commentato: “Sei il mio Leopardi”, e mi sono un po’ montato la testa. Poi, però, non ho più scritto niente fino al 5° anno, anche se, essendo un sognatore e un pensatore, sentivo il bisogno di esprimere ciò che avevo dentro e in seguito ho capito che il mio giusto mezzo di sfogo erano proprio le poesie e le figure retoriche. L’ultimo anno di liceo ho quindi ricominciato a scrivere e non mi sono più fermato”. 

DA LÌ  HAI INIZIATO A PARTECIPARE A CONCORSI DI POESIA, COME LI HAI VISSUTI?

“Due anni fa ho visto per caso su Facebook un concorso di poesia di Imperia e ho deciso di partecipare tanto per mettermi in gioco. Non ho vinto, ma ho avuto la soddisfazione di essere segnalato al mio primo concorso e questo mi ha permesso di rompere il ghiaccio nel mondo della poesia.

In seguito, l’anno scorso, ho partecipato alla 22esima edizione di “Osso di Seppia” di Arma di Taggia e anche li sono stato segnalato. Ad un altro concorso di poesie d’amore, poi, sono stato selezionato per essere pubblicato in un volume di un editore romano, e, anche se alla fine non ho dato il consenso, è stata una bella soddisfazione.

COSA TI DÀ L’ISPIRAZIONE PER SCRIVERE?

“Oltre alle mie muse, principalmente tutte donne, tra cui anche mia madre, traggo molta ispirazione dal mio essere portatore di due culture. I miei genitori sono palestinesi, ma io sono nato e cresciuto qui. La mia cultura è quindi mista e per me è fonte di ricchezza. Mi sento sia italiano che arabo. Per questo vorrei che la mia poesia fosse un ponte tra due realtà, ma non semplicemente come un confronto tra due entità opposte, bensì come una conciliazione. Non siamo diversi, alla fine, siamo tutti uguali”.

QUEST’ANNO HAI PARTECIPATO ALLA 23ESIMA EDIZIONE DI “OSSI DI SEPPIA” E SEI STATO PREMIATO MIGLIOR POETA UNDER 25. COSA SIGNIFICA PER TE?

“È stata un’esperienza bellissima. C’erano 1013 partecipanti e il concorso era internazionale, quindi è stato un onore per me ricevere il premio. È un’emozione essere apprezzato per una propria qualità personale, soprattutto in un contesto come il nostro dove la gente guarda solo il palestrato o la modella, e dove siamo accerchiati da contenuti superficiali e senza valori. In particolar modo, essere apprezzato per la poesia, un’arte così profonda e portatrice di valori, è una vera soddisfazione. È bello essere controcorrente in questo senso. Inoltre, vedere i miei amici contenti di me come se avessi passato un esame e i miei genitori emozionati mi ha fatto sentire davvero felice. La poesia fa parte di me, mi ha portato ad essere quello che sono adesso”.

UNA VOLTA FINITO IL LICEO, PERÒ, NON HAI SCELTO UNA FACOLTÀ UMANISTICA, BENSÌ UNA SCIENTIFICA. COME MAI?

“Sì, ho scelto la facoltà di Fisioterapia a Imperia, al posto di Lettere o qualche altro indirizzo umanistico, perchè penso che ci voglia il giusto mezzo in tutte le cose. Considerando i tempi in cui viviamo, non sempre è possibile seguire i propri sogni. Inoltre, la mia famiglia fa parte del ramo scientifico, mio padre è medico e mia madre un’infermiera. Inoltre, devo dire che nello studio sono portato per le materie scientifiche. Tutti questi motivi mi hanno portato a fare la mia scelta. Questo non mi impedisce di dedicarmi alla mia parte poetica. Inoltre, penso che anche nella fisioterapia io possa essere a mio modo un artista, poichè ci vuole tanta empatia e comprensione del prossimo”.

A BREVE USCIRÀ IL TUO PRIMO LIBRO. CE NE PUOI PARLARE?

“Sì è quasi completato, ho contattato l’editore e si tratta solo di mettere fine agli ultimi passaggi e poi sarà pronto. Si intitolerà “Attimo”, corredato dalla prefazione del poeta Maurizio Donte, e raccoglierà 30 poesie. Ogni poesia sarà accompagnata da un mio commento in cui do una piccola chiave di lettura. Non spiego le poesie, perchè sta poi al lettore interpretarle come vuole, ma ho voluto dare qualche spunto perchè non vorrei che fossero lette con in un modo errato, senza contesto e senza chiarezza. Per esempio, la prima poesia che ho scritto, piena di citazioni di Dante e Pascoli, potrebbe essere vista come una messa in mostra di conoscenza, mentre invece il mio intento è far notare che, pur essendo di origine araba, i miei riferimenti nel campo poetico sono due poeti italianissimi”.

QUALE POESIA TI HA PORTATO A VINCERE IL PREMIO?

“Ho presentato 7 poesie, ma tutte avevano un filo comune. In particolare, una a cui tengo è “Principe-Imperia Porto Maurizio”. Parla del mio essere composto da un miscuglio di due culture. È palese la mia origine araba, ma si vede ancora più chiaramente tutto l’amore per la mia Imperia, la mia Liguria e la mia Italia. Non è la storia di una persona che si “integra”, ma di una persona che ama”. 

 ECCO UNA DELLE POESIE PREMIATE:

Principe – Imperia Porto Maurizio

E’ il mondo

la nostra casa,

la mia stanza

sei tu, Riviera

e il mare la mia finestra

dove si affaccia la mia anima

sognatrice.

Le mie orecchie si quietano

al sottil suono di campana

della mia chiesa

che é la mia moschea…

Rivolgo saluto al prete:

“Pace, Padre”

e la suora é mia sorella.

Con diffidenza, ignoranza, malizia

voi potete sradicare questo ulivo

ma mai cambierete la sua natura:

Rimarrà sempre ulivo

che desidera dare il suo

miglior olio

agli altri ulivi, che ama poiché sono

alberi come lui,

creature come lui.

Amo la mia religione, amo la mia fede,

amo la mia terra, amo la mia riviera.

Ora, tu che leggi, dimmi:

È integrazione, questa?

Questo é amore.

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