18 Aprile 2024 17:28

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18 Aprile 2024 17:28

IMPERIA. PROCESSO PER LE DISCARICHE ABUSIVE A PIEVE DI TECO E PONTEDASSIO. VERSO LA PRESCRIZIONE 3 DEI 4 IMPUTATI/L’UDIENZA

In breve: Tre dei quattro indagati, nel caso delle discariche abusive di Pieve di Teco e Pontedassio, sono in via di assoluzione per prescrizione.

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Si avvia verso la prescrizione, per tre dei quattro imputati, il processo relativo alle discariche abusive di Pieve di Teco e Pontedassio. Nel dettaglio questa mattina in aula il PM Alessandro Bogliolo ha annunciato l’intervenuta prescrizione per Alberto Marino, ex segretario comunale di Pieve di Teco, difeso dall’avv. Fabrizio Vincenzo, Franco Ardissone e Rodolfo Lengueglia, difesi dall’avv. Moroni. In particolare, i reati ormai prescritti vanno dalla truffa all’abuso d’ufficio fino agli illeciti di natura ambientale

Resta invece ancora in piedi la posizione di Marco Savini, per quel che concerne le accusa di truffa e di falso. Nel dettaglio, la posizione del professionista imperiese non risulta ancora prescritta per una questione meramente temporale, in quanto risulta essere l’ultimo tecnico ad aver rivestito un ruolo amministrativo nelle società titolari della gestione delle discariche finite nel mirino della Guardia di Finanza.

Il processo è stato rinviato a maggio per la lettura della sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Si terrà invece a giugno l’ultima udienza per la discussione e la sentenza finale per l’unico imputato rimasto.

Ricordiamo che gli imputati erano originariamente cinque, ma Luigi Gandolfo, rappresentante legale delle società proprietarie delle discariche è uscito anzitempo dal processo, dopo aver patteggiato in sede di udienza preliminare.

Ad indagare sulla vicenda è stata la Guardia di Finanza. Secondo le indagini nelle due discariche di Pieve di Teco e Pontedassio sarebbero stati smaltiti abusivamente, oltre il materiale derivante dai lavori per la costruzione della galleria della Statale 28, più di 100 mila metri cubi di materiale. Era l’impresa Ecoterra che si occupava di gestire le discariche e l’allora sindaco di Chiusavecchia Luigi Gandolfo aveva la delega di amministratore della società.

Durante l’attività investigativa, la Guardia di Finanza aveva notato diverse anomalie, come il mancato pagamento dell’ecotassa e la mancanza dei permessi regionali.

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