28 Marzo 2024 21:34

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28 Marzo 2024 21:34

DIANO MARINA. L’EX ASSESSORE MANITTA ACCUSATO DI ESTORSIONE, ECCO I FATTI CONTESTATI. LA DENUNCIA PARTITA DA UN VIGILE – L’avvocato: “Pronti a chiarire davanti al Pm”

manitta albiero pellegrino cuttonaro
A sinistra Bruno Manitta, in alto Antonino Cuttonaro e Claudio Albiero
sotto Eros Pellegrino e Sara Albiero

Un agente di Polizia Municipale dianese (Claudio Albiero), la figlia (Sara Albiero) e il genero (Eros Pellegrino) di quest’ultimo, il titolare del bar “Marabotto” (Antonino Cuttonaro), un amico del titolare del bar residente a Torino ma di origini siciliane (Gianni Correnti) e l’ex assessore all’arredo urbano del Comune di Diano Marina Bruno Manitta. Sono questi i protagonisti dell’intricata vicenda oggetto di indagine da parte della squadra mobile della Questura di Imperia, accaduta a fine del 2012, che è costata all’ex assessore, dimessosi oltre due mesi fa per la vicenda dei presunti favori a soggetti privati con mezzi e uomini dell’Ente, un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di estorsione.

Secondo i Pubblici Ministeri, Roberto Cavallone e Alessandro Bogliolo, Manitta assieme all’amico siciliano, suo ex cliente presso lo stabilimento balneare che aveva in concessione, avrebbe minacciato la figlia e il genero dell’agente della Polizia Municipale per farli desistere nel proseguire la causa intentata contro il loro ex titolare, Antonino Cuttonaro.

Secondo le informazioni raccolte da ImperiaPost il titolare del bar parlò con l’amico di origine siciliane, in vacanza a Diano Marina, del suo problema e questo andò a parlare con l’ex assessore Manitta per cercare una sponda che potesse intercedere presso la famiglia Albiero per rinunciare alla causa di lavoro.

I due, Manitta e Correnti, andarono a casa dell’agente di Polizia Municipale e cercarono di convincerlo, offrendo una transazione, a far desistere la figlia e il genero. La transazione, di circa 7 mila euro, poi ci fu, ma quello che l’agente di polizia Municipale e il genero dichiararono ai P.M. sarebbe stato di tutt’altro tono. Si parla di minacce, neppure troppo velate, con frasi tipo: “hai una bella casa non vorrei che andasse a fuoco”. Non è dato sapere chi avrebbe pronunciato le frasi minacciose.

“Ho parlato con il pubblico ministero ha detto l’avvocato Roberto Trevia e gli ho detto che siamo completamente estranei ai fatti. Il proprietario del bar non lo conosciamo nemmeno. Siamo pronti a fornire tutti i chiarimenti e ad un confronto con un contraddittorio. Abbiamo chiesto che questo possa essere fatto al più presto per salvaguardare l’onorabilità del mio cliente”.

Solo una settimana fa un altro componente della Polizia Municipale aveva messo nei guai un altro componente dell’amministrazione comunale, il sindaco Giacomo Chiappori, anche lui raggiunto da un avviso di garanzia ma per tentato abuso d’ufficio. Si tratterà solo di una coincidenza temporale?

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