25 Aprile 2024 14:31

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25 Aprile 2024 14:31

SI FINGE TURISTA PER ELUDERE I CONTROLLI DELLA POLIZIA. IN MANETTE UN 38ENNE, DEVE SCONTARE 15 ANNI DI CARCERE

In breve: Lo spirito “indagatore”, insito nell’animo degli Agenti, ha portato ad un controllo accurato del connazionale HALILOVIC Roberto, nato a Castelfranco Emilia nel 1979 e residente in provincia di Latina

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Spenti i riflettori sull’apertura del nuovo Ufficio distaccato di Ponte San Luigi, l’attività della Polizia di Frontiera è ripartita con grande impulso. Proprio nel fine settimana è stata rimessa in campo la nota operazione “Safe Crossing Border” ( attraversamento sicuro alla frontiera) ovvero un imponente dispositivo di uomini ( 170) e mezzi (70) , dislocati lungo tutta la linea confinaria comprendente i valichi stradali di Ponte San Luigi e San Ludovico, la barriera autostradale, la stazione ferroviaria, i valichi stradali di Fanghetto e Olivetta San Michele.

Tale dispositivo, attraverso una fitta maglia di controlli eseguiti con l’ausilio di nuovi dispositivi elettronici ha consentito, ancora una volta, di conseguire eccellenti risultati di servizio.

Circa 1300 le persone identificate, oltre 500 i documenti verificati con apposite apparecchiature, alcuni dei quali sequestrati in quanto di provenienza illecita; circa 300 le vetture controllate senza tralasciare nulla, come quell’uomo in arrivo dalla Francia da Ponte San Luigi a piedi, come un turista, attratto dal magnifico panorama della frontiera.

Ma, ancora una volta, lo spirito “indagatore”, insito nell’animo degli Agenti, ha portato ad un controllo accurato del connazionale HALILOVIC Roberto, nato a Castelfranco Emilia nel 1979 e residente in provincia di Latina. Gli accertamenti sviluppati attraverso le sofisticate apparecchiature in dotazione alla Polizia ha permesso, nel corso della notte di domenica, di scoprire che il cittadino modenese non solo era stato recentemente scarcerato dal carcere francese di Toulouse-Seysses ma che a carico dello stesso pendevano addirittura due provvedimenti restrittivi, per un totale di 15 ANNI di reclusione, frutto di ben 11 sentenze diverse.

Il primo, un provvedimento di esecuzione pene concorrenti, emesso dalla Procura della Repubblica presso la Corte di Appello di Perugia nel giugno dello scorso anno ed il secondo un Ordine di esecuzione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo nell’ottobre del 2015.

Non a caso, negli schedari di Polizia al nominativo di Halilovic, corrispondono una lunghissima serie di pagine di precedenti penali, tra i quali emergono ricettazione, furti di vario genere (automezzo pesante, rame, metalli ecc.) inoltre guida senza patente, violenza e minaccia a P.U.. ed altro.

Ma sono senza dubbio i furti i reati prediletti dal modenese, furti che ha commesso ovunque: da Roma (all’età di soli 16 anni) ad Arezzo, da Alghero ad Assisi, da Rieti a Gravellona Toce, Verona e .. la lista risulta ancora lunga.

Terminate quindi le formalità di rito, Halilovic è stato tratto in arresto ed associato al Carcere di Sanremo.

Arrestata invece in barriera autostradale nelle prime ore di domenica 9, la cittadina serba JOVANOVIC Jasmina, anche lei classe 1979, all’atto del suo arrivo in Italia a bordo pullman Eurolines proveniente da Toulouse e diretto a Roma.

Anche in questo caso, solo uno scrupoloso sviluppo dei controlli ha permesso di scoprire, a carico della stessa, un ripristino di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, emesso il 3 luglio del 2015 per violazione di sigilli. Pregiudicata per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso e tentato furto in abitazione. La donna è stata successivamente ristretta al Carcere di Genova Pontedecimo. 

Denunciato infine per ricettazione, un minore di origine tunisina controllato nei pressi di Ponte San Luigi. Durante la verifica del bagaglio venivano rinvenuti un PC portatile Apple MacBook Air, una macchina fotografica digitale Sony e un modem portatile. Sebbene ne rivendicasse la proprietà, i contenuti del PC consentivano di risalire al suo proprietario, un romano che aveva precedentemente sporto denuncia alla Polizia Ferroviaria di Roma, per furto avvenuto durante un viaggio in treno da Roma verso Ventimiglia.

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