16 Aprile 2024 09:55

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16 Aprile 2024 09:55

IMPERIA. “QUESTA SCUOLA È LA MIA FAMIGLIA”. DOPO 10 ANNI IL PRESIDE GIOVANNI POGGIO LASCIA L’ISTITUTO RUFFINI:”SONO ARRIVATO NEL ’94 CON LE SERALI, POI…”/L’INTERVISTA

In breve: Sono passati 23 anni da quando è iniziata la sua carriera nella città di Imperia e 10 anni da quando è salito alla guida dell'Istituto Ruffini, una scuola che è diventata la sua grande famiglia.

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Sono passati 23 anni da quando è iniziata la sua carriera nella città di Imperia e 10 anni da quando è salito alla guida dell’Istituto Ruffini, una scuola che è diventata la sua grande famiglia. Parliamo di Giovanni Poggio, dirigente scolastico stimato da colleghi e apprezzato dagli alunni, che dal prossimo anno tornerà a Genova, sua città natale, cominciando un’avventura in una nuova scuola.

Nella mattinata di ieri, si è svolta la tradizionale cerimonia del “Lancio del tocco”, la consegna dei diplomi agli studenti che hanno superato la maturità a termine dell’anno scolastico 2016/2017. Approfittando dell’occasione, con grande emozione colleghi e studenti hanno rivolto i loro saluti e migliori auguri al preside, che, commosso, ha lanciato “il tocco” insieme ai diplomati.

ImperiaPost ha quindi incontrato Poggio al fine di ricostruire la sua carriera e conoscere le speranze che nutre per il futuro.

COME INIZIA LA SUA CARRIERA A IMPERIA?

“Inizia nel ’94 quando passo di ruolo in questa città perchè a Genova non ci sono posti e inizio già allora al serale dell’Istituto Ruffini, che è l’istituto che reggo ancora adesso.

Dal 2004 al 2007 sono preside incaricato presso l’istituto Colombo di Sanremo e nel 2007 vinco il concorso dirigenziale e ritorno a casa, il Ruffini. Questa è la casa dove rimango fino adesso, fino a quest’anno”.

COME È ARRIVATA LA SCELTA DI LASCIARE IL RUFFINI?

“Torno nella mia città natale. Quest’anno ho provato a lanciare un dado, a tentare una scuola genovese che è una scuola che conosco bene.

Come ormai tutta la cittadinanza sa, io quest’anno compio 60 anni. Prima o dopo mi toccherà andare in pensione e ho provato questa carta. Ce l’ho fatta con la malinconia e con tutta la nostalgia che caratterizza questa giornata. Ci proverò”.

CI SONO ANEDDOTI ACCADUTI IN QUESTI 10 ANNI CHE RICORDA CON PIACERE?

Aneddoti ce ne sarebbero tantissimi. Una buona parte dei miei ex alunni è presente anche oggi durante la cerimonia della consegna dei diplomi di quest’anno. Ciò che ricordo e porterò sempre con me è l‘affetto e l’umanità che i miei alunni e i miei professori hanno sempre saputo manifestare. Anche nei momenti più critici, che sono stati tanti in questi anni”.

COME SI SENTE ALL’IDEA DI TORNARE NELLA “SUA” GENOVA?

“Speriamo sia un bel traguardo. Come ho già detto 60 anni, quindi non ho una carriera di fronte assolutamente lunga. Genova è la mia città, come ho detto altre volte, c’è un briciolo di magone che rimane dentro di noi emigranti, che però amiamo tornare indietro. Ma “se ghe penso” è proprio questo”.

DISCORSO DURANTE LA CERIMONIA DI CONSEGNA DEI DIPLOMI:

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