25 Aprile 2024 18:30

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25 Aprile 2024 18:30

IMPERIA. CASO “AUTOPSIE FANTASMA”. IL GIUDICE DEL LAVORO RESPINGE IL RICORSO PER LA RIASSUNZIONE DI SIMONA DEL VECCHIO/ ECCO PERCHÈ

In breve: Alla Del Vecchio, inizialmente sospesa per dieci mesi dal servizio, gli inquirenti contestano decine di mancate visite necroscopiche poi fatte risultare attraverso la compiacenza di titolari e dipendenti di pompe funebri.

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Imperia. Il Giudice del lavoro Roberto De Martino ha respinto il ricorso dell’ex capo del dipartimento di medicina legale dell’Asl 1 Imperiese, Simona Del Vecchio, presentato a seguito del licenziamento avvenuto il 14 aprile 2016. La dott.ssa Del Vecchio era stata licenziata a seguito del provvedimento disciplinare avviato per via dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Imperia sulle cosiddette “Autopsie Fantasma” per cui è a processo con le accuse di peculato, falso e truffa aggravata ai danni dello Stato.

“…trattasi di condotte – scrive il giudice nelle motivazioni – consistenti nell’inadempimento dei principali obblighi contrattuali, reiterate dall’interessata con tale frequenza e sistematicità da integrare quasi un modo alternativo di concepire la propria funzione pubblica”. 

Il giudice ha dichiarato “inammissibile la domanda risarcitoria da demansionamento”, fu inizialmente sospesa e poi assegnata ad altro incarico, rigettando il ricorso per il licenziamento. La Del Vecchio, inoltre, è stata condannata a pagare le spese legali all’Asl. 

Il licenziamento disposto dall’Asl, datato 14 aprile, fu per giusta causa, senza preavviso e “retroattivo”, in quanto in vigore a decorrere dall’1 febbraio 201, data di avvio del provvedimento disciplinare.  Nel relativo atto dell’Asl si legge che “la sanzione espulsiva trova fondamento in relazione ai capi d’addebito rilevati, in via principale e sussidiaria, sulla base dell’autonoma valutazione emersa dal procedimento disciplinare” e che è stata riconosciuta la  ”responsabilità disciplinare del dipendente in ordine ai fatti ascritti”.

Alla Del Vecchio, inizialmente sospesa per dieci mesi dal servizio, gli inquirenti contestano decine di mancate visite necroscopiche poi fatte risultare attraverso la compiacenza di titolari e dipendenti di pompe funebri.

Tra le contestazioni mosse alla Del Vecchio anche il caso relativo alla modica del certificato di morte di una donna, ospite della casa di riposo Don Orione, deceduta a seguito di un trauma cranico causato da una caduta mentre le operatrici la stavano spostando, affinché si potesse procedere alla sepoltura evitando la segnalazione alla Procura della Repubblica (“l’indagata pertanto sostituisce il certificato preesistente formandone uno diverso che, non menzionando la causa violenta dell’ematoma che ha determinato la morte della donna, avrebbe potuto consentire l’emissione da parte dell’ufficiale dello stato civile dell’autorizzazione alla sepoltura”).

La Del Vecchio, oggi, è impiegata all’Asl 2 savonese e svolge il servizio di Guardia Medica così come scoperto da Giulio Golia de “Le Iene” che l’ha intervistata nell’aprile scorso.

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