20 Aprile 2024 18:22

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20 Aprile 2024 18:22

L’ANGOLO DELLA LIBRAIA NADIA. LA LETTURA DEL MESE È “L’ARMINUTA” DI DONATELLA DI PIETRANTONIO:”È LA STORIA DI UNA 13ENNE RESTITUITA ALLA FAMIGLIA DOPO…”/LA RUBRICA

In breve: L' Arminuta, nel dialetto abruzzese, significa la ritornata e racconta di una ragazzina che all' età di 13 anni viene restituita alla sua famiglia d' origine senza che le venga data una spiegazione

ARMINUTA

Settembre arriva sempre con il suo carico di novità e un pizzico di malinconia: l’ estate sta per finire, le giornate si accorciano e riaprono le scuole, i corsi, i nuovi lavori. Settembre da sempre è un mese che rappresenta un nuovo inizio, una partenza.

Così accade anche nella realtà della libreria: ci prepariamo per l’ inverno ormai alle porte, al Natale, ad accogliere i ragazzi delle scuole, ricominciano i gruppi di lettura e arrivano le novità. Dopo questa calda e afosa estate un po di novità rinfrescano le serate settembrine!

Ma prima di buttarmi a capofitto sul nuovo libro di Elisabeth Strout “Tutto è possibile”, che già sembra propizio, o tuffarmi nel “Mare dove non si tocca” di Fabio Genovesi o entrare nei “Paradisi minori” di Bergman ho deciso di leggere il nuovo libro di Donatella Di Pietrantonio: “L’Arminuta”, Einaudi.

Non mi faccio convincere facilmente dai premi letterari, ma la copertina non mi ha lasciato scampo: gli occhi di quella ragazza della foto in bianco e nero ogni volta che gli passavo davanti mi hanno ammaliato e non ho resistito!

L’ Arminuta, nel dialetto abruzzese, significa la ritornata e racconta di una ragazzina che all’ età di 13 anni viene restituita alla sua famiglia d’ origine senza che le venga data una spiegazione. Anche noi riusciremo a sciogliere la matassa solo nelle ultime pagine.

Non si può far altro che amarla questa ragazzina che tutti chiamano l’ Arminuta. Una ragazza molto intelligente e matura nonostante le difficoltà, forte e fragile nello stesso tempo. Una ragazza che si sente dimenticata, senza più ragione di esistere al mondo “orfana di due madri” ma che nonostante tutto ricerca la verità è sopravvive a tutto questo.

Una storia cruda e reale, talmente reale che leggendo sembra di essere in quella cucina fredda e spoglia o nella camera da letto e di sentire l’ odore pungente della pipi’ che tutte le notti Adriana, la sorella minore, non riesce a trattenere.

Una scrittura pulita e tagliente che sa dipingere con poche parole delle immagini che quasi puoi toccare.
“La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure”. Un libro che fa pensare e anche arrabbiare perché è inevitabile stare dalla parte dell’Arminuta, vorremmo proteggere la bambina che non ha potuto essere.

Mi domando dove saranno queste due sorelle, queste due piccole grandi Donne che finalmente si sono ritrovate e insieme sono cresciute? Mi resta una sola certezza che almeno loro non si perderanno mai.

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