26 Aprile 2024 00:57

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26 Aprile 2024 00:57

DA IMPERIA A VARSAVIA, IL BALLERINO ANTONIO LANZO NEL PRESTIGIOSO “POLISH NATIONAL BALLET”. “DA PICCOLO INVENTAVO COREOGRAFIE CON I PUPAZZI, POI…”/LA STORIA

In breve: A raccontarci la sua storia questa volta è il 21enne imperiese Antonio Lanzo che, da dicembre, è entrato a far parte del prestigioso corpo di ballo "Polish National Ballet" di Varsavia.

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La vita del ballerino è caratterizzata da musica, colori e luci, ma, per raggiungere certi traguardi, c’è bisogno di tanto sacrificio e tanta fatica. A raccontarci la sua storia questa volta è il 21enne imperiese Antonio Lanzo che, da dicembre, è entrato a far parte del prestigioso corpo di ballo “Polish National Ballet” di Varsavia.

Iniziando per gioco, Antonio ha pian piano fatto della sua passione per la danza un vero e proprio stile di vita e di lavoro, raggiungendo progressivamente sempre maggiori soddisfazioni.

Cosa ti ha spinto a entrare nel mondo della danza?

“La passione per la danza è nata per caso. Da piccolo, come tutti i bambini, ero ossessionato dai cartoni animati, forse un po’ troppo, fino al punto che mia madre, un giorno, stanca di sentire sempre il solito episodio registrato sul televisore, decise di tirare fuori un altro tipo di videocassetta, era un video di lei che ballava su un palcoscenico con dei costumi coloratissimi. È da lì che è scattato qualcosa. Da quel giorno non ho mai smesso di ballare in giro per casa, di prendere i miei giocattoli e riunirli in formazioni diverse, quasi come se volessi creare una specie di coreografia. A volte rubavo vecchi vestiti trovati in soffitta per travestirmi ed immedesimarmi in qualsiasi ruolo io volessi interpretare. I miei genitori decisero poi di iscrivermi ad una scuola di danza. Lì incontrai il primo ostacolo, ovvero quello di essere preso in giro per ballare, ma la mia passione era più forte delle voci degli altri bambini e continuai a seguire i corsi regolarmente”.

Come sei riuscito ad affrontare i “bulli” quando eri piccolo? Quali consigli puoi dare a chi si trova in questa situazione?

“Ho sofferto abbastanza da piccolo per essere preso in giro, ma devo dire che sono sempre stato fortunato per essere circondato da una famiglia che mi ha sempre supportato e che non ha mai smesso di credere in me. Quindi a tutti i bambini, ragazzi e adolescenti dico solo di tapparsi le orecchie e seguire il cuore. La vita è una, e non possiamo sprecarla ad ascoltare gli altri. Non possiamo sprecarla a pensare negativo. Bisogna sempre seguire il cuore, sempre. Ci porterà nella direzione giusta per noi. L’amore per qualcosa può rompere qualsiasi barriera e sormontare ogni ostacolo, ogni difficoltà ci si presenti di fronte. Alle famiglie vorrei dire soltanto di sostenere le scelte dei propri figli il più possibile. I sogni sono ciò che ci mandando avanti, vanno coltivati non distrutti. La mia famiglia ha sofferto (e soffre ancora) per il distacco, so che non è cosa da tutti lasciare da solo il proprio figlio in un altro paese, ma sapevano di fare la cosa giusta e ne sono più che grato”.

Quando hai capito di voler fare sul serio?

“La danza all’inizio la presi molto come un gioco (infatti allo stesso tempo mi interessai a corsi di recitazione, canto e pianoforte), ma venne poi il momento di decidere se avessi voluto farne una professione o meno. Fu così che a 15 anni ricevetti una borsa di studio annuale all’Orlando Ballet School, in Florida, la quale è considerata una delle scuole più importanti degli Stati Uniti. La lontananza oltreoceanica fu anch’essa un grande ostacolo, ma la superai sempre grazie a questo mio forte desiderio di migliorare, crescere e imparare qualcosa di nuovo ogni giorno. L’anno dopo ritornai in Europa, perché venni accettato a studiare all’Accademia di Ballo dell’Opera di Stato di Vienna. Forse quelli furono gli anni più difficili; insegnanti severissimi, una lotta continua con me stesso e l’ansia degli esami semestrali che mi perseguitò fino all’anno del diploma e ovviamente, il pensiero costante di trovare un lavoro. Finiti gli studi a Vienna, sono entrato a lavorare nella piccola compagnia dell’Opera di Breslavia, in Polonia.

Inizialmente non ne ero molto convinto, ma essendo una compagnia minore ho avuto la possibilità di esibirmi molto spesso da solista, prendendo confidenza di me stesso sul palco e crescendo come professionista”.

Durante tutte queste esperienze, però, non sempre va tutto liscio.

“No. Specialmente l’anno in cui mi ruppi il piede e dovetti stare fermo per un po’ di tempo. Purtroppo gli infortuni occupano una gran parte di questo mestiere. Questo mi fece capire che tutto dev’esser preso con filosofia. Nonostante ciò, la mia voglia di ballare era più grande di tutto e ritornai a danzare più in forma di prima”.

Quando sei entrato a far parte del “Polish National Ballet”?

“Ora sono a Varsavia, lavoro da dicembre all’Opera Nazionale (che contiene il più grande palcoscenico europeo) con il Polish National Ballet come membro del corpo di ballo, e non potrei essere più felice di così. Il mio sogno di entrare a far parte di una compagnia grande si è finalmente realizzato e non potrei essere più felice di come lo sono ora. È una compagnia molto importante riconosciuta a livelli internazionali e ciò significa avere maggiori responsabilità, ma soprattutto, professionalità”.

È stato difficile entrare nel corpo di ballo?

“Era il novembre scorso e avevo intenzione di fare qualche audizione in altre compagnie. Ho visto un annuncio su internet che il Polish National Ballet cercava ballerini. Inizialmente non ero sicuro di provare, ma alla fine mi sono fatto convincere da due mie ex-colleghe e, dopo aver inviato tutto il materiale, sono stato invitato per una lezione. Fu così che mi presi per la prima volta un giorno libero da lavoro ed andai a Varsavia. Non lo dissi a nessuno, nemmeno ai miei genitori. Era la prima volta che facevo un’audizione dopo tanto tempo, quindi andai senza aspettarmi nulla e sapendo anche di non perdere niente visto che già un buon lavoro ce l’avevo. L’audizione si svolse normalmente: un’ora di lezione con la compagnia mentre il direttore guardava tutto, dal primo esercizio alla sbarra fino all’ultimo salto al centro. Ho avuto un po’ di difficoltà a capire l’insegnante visto che non parlava inglese, ma fortunatamente me la cavo abbastanza sia in polacco che in russo, quindi non mi dimenticai le combinazioni. Finita la classe, il direttore mi chiama nell’ufficio. Mi annuncia l’offerta di un contratto da corpo di ballo. Non ci potevo credere, ero euforico quanto sorpreso. Alcuni miei amici italiani, che lavoravano già prima di me in compagnia, mi aspettarono fuori dalle sale prove e non appena mi videro uscire sorridendo, mi saltarono tutti addosso. E poi infine, chiamai mia madre”.

Com’è la tua giornata-tipo?

“Mi alleno 5 giorni su 7. La mia giornata lavorativa comincia sempre alle 10 con una lezione di più o meno un’ora (fondamentale per prepararsi ad una giornata intera di prove), e poi prosegue con diverse ore di prove (solitamente finiamo verso le 18), a seconda degli spettacoli  che stiamo preparando e in quale rispettivo cast si trova il mio nome. Se ho uno spettacolo, lavoro solamente di mattina, e poi la sera mi presento in teatro per esibirmi. Non è facile tornare a casa per le 23 e ripetere tutto il giorno dopo, ma anche questo fa parte del nostro lavoro”.

Che cosa balli maggiormente?

“Il repertorio della compagnia spazia dai titoli più classici (quali Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata, Don Quichotte, La Bayadère, La Bisbetica Domata, ed altri…) a più contemporanei, e molto spesso ci esibiamo in coreografie del nostro direttore, K.Pastor. Abbiamo anche balletti dedicati a compositori polacchi quali Chopin (il balletto romantico “Chopiniana”, e il capolavoro di John Neumeier “La Dama delle Camelie”) e più moderni, quali Szymanowski e Paderecki.

Una cosa bellissima della nostra compagnia è che ogni anno viene presentato lo spettacolo “Creazioni”, dove i ballerini possono immedesimarsi come coreografi e avere la possibilità di creare piccoli pezzi per la serata. Sono assolutamente elettrizzato di creare il mio primo balletto quest’anno. Ho avuto anche la meravigliosa opportunità di esibirmi con la compagnia a Dubai per due settimane lo scorso Febbraio, è stata un’esperienza unica”.

Pensi mai di tornare a Imperia?

“Sarebbe bellissimo portare uno spettacolo qui in Riviera, magari d’estate. Siamo una decina di italiani che lavora qua in teatro, potrebbe essere una bella idea presentare qualcosa al pubblico di qua, ma purtroppo senza un teatro disponibile, ci si dovrà ripensare in futuro”.

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