25 Aprile 2024 23:28

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25 Aprile 2024 23:28

ELEZIONI 2018: CLAUDIO SCAJOLA CHIUDE LA CAMPAGNA ELETTORALE. “ORGOGLIOSI DI ESSERE IMPERIESI. RIPARTIAMO DAL TURISMO”/FOTO E VIDEO

In breve: In una piazza San Giovanni gremita, nel cuore di Oneglia, Claudio Scajola ha chiuso la propria campagna elettorale

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In una piazza San Giovanni gremita, nel cuore di Oneglia, Claudio Scajola ha chiuso la propria campagna elettorale. L’ex Ministro ha parlato per quasi un’ora, ribadendo i concetti base del proprio credo politico: orgogliosi di essere imperiesi”,comunità“, “aperti a tutti contro nessuno“, “esperienza“.

Scajola ha poi lanciato la propria idea di città. “Imperia deve ripartite dal turismo” ha detto l’ex Ministro, puntando il dito contro chi “con i suoi esposti ha bloccato la città” e dando priorità al porto turistico per il rilancio della città.

Il comizio di Claudio Scajola

“Di centimetri ne abbiamo fatti tanti in questi tre mesi e la dimostrazione siete voi, credetemi. Provo insieme emozione e commozione. Abbiamo sicuramente già vinto, abbiamo già vinto la cosa più importante, abbiamo già vinto riavvicinando tantissima gente di ogni età, dai più giovani ai meno giovani, perché noi non vogliamo rottamare nessuno, vogliamo metterci tutti insieme per riuscire a migliorare la nostra città. La vittoria più importante è stata quella del sorriso, dell’amicizia, della cordialità dei rapporti, della proposta per migliorare la nostra città, dell’avere detto dal primo giorno, aperti a tutti contro nessuno.

Noi siamo orgogliosi di essere imperiesi, orgogliosi della nostra città, orgogliosi della nostra libertà, della nostra autonomia, della nostra storia, dei nostri monumenti, dei nostri borghi, del nostro mare e delle nostre colline. Noi abbiamo questo orgoglio che vogliamo condividere con gli altri, ma che non vogliamo subire agli altri, ma decidercelo  da soli, aperti a tutti e contro nessuno.

Questo è quello che ci ha spinto, ma certamente noi vogliamo avere anche la vittoria nelle schede elettoriali domenica. Dobbiamo ancora fare qualche centimetro, tutti noi, andando per le vie di Imperia, come avete fatto tutti voi, 120 meravigliosi candidati che porterò sempre nel cuore, tutti voi, più di 300 volontari che avete tenuto aperti i point, tutti voi, meravigliose persone che ci avete seguito nei nostri eventi e che insieme avete creduto che qui ci fosse un messaggio più attuale, più concreto e più giusto in questo momento per la città”.

Tutti voi che in qualche modo mi avete dato l’onore e la soddisfazione di essere la vostra guida in questa fase. Io ho la mia età e non ho la pretesa di essere giovane a tutti i costi, ho accettato l’invito di tantissimi di voi per l’amore per la mia città. Ho pensato a lungo, ci ho riflettuto, in casa, con i miei, con molti di voi, ho pensato che di fronte alle difficoltà di una città ognugno deve collaborare, non si può lasciare decadere ulteriormente la città di Imperia, dobbiamo unire le forze. Ho pensato che la mia conoscenza, la mia conoscenza dei problemi, la mia storia, nel bene e nel male, mi abbia dato una maturità e forza che mi rende convinto che insieme a voi potrò fare il bene di imperia”.

Quello che mi ha spinto è la possibilità di avere tutto il tempo necessario perché non mi occupo di altro e quindi posso dedicare tutto me stesso alla nostra città. È talmente complicata, la soluzione dei problemi di Imperia che non basta avere conocenza, studio dei problemi, esperienza, ci vuole anche il tempo, tutta la giornata. Io la posso dare, non so se gli altri candidati, anche per problemi con il loro lavoro, potrebbero dare tutto il tempo necessario, disinteressato, alla città di Imperia, io non lo credo.

Non mi manca il coraggio e non so se siano sempre state nella storia della mia vita, delle qualità o dei difetti, siccome non mi manca il coraggio, la passione, il tempo, il cuore e la testa, sono convinto che Imperia tra 5 anni sarà diversa da come oggi e sarà una bella e una grande città.

Vogliamo far vedere ai giovani che possono avere un futuro anche a Imperia. Dare posti di lavoro ai giovani che non vadano via da Imperia, che possano trovare il loro lavoro, la loro soddisfazione, la loro realizzazione qui da noi.

Sono tante le cose da fare. La prima, credo sia la più significativa, la riscoperta del senso di comunità. Siamo partiti così così, con i valori che ci insegnava Pericle 460 anni prima di Cristo, quando diceva Atene agli ateniesi e quando esaltava il concetto della polis della città. Poi sIamo andati nei tempi più recenti, dove abbiamo condiviso la tesi che la comunità non può che essere in questo momento per Imperia il rifugio di fronte alle difficoltà che vive il nostro Paese.

La confusione politica nel nostro Paese è tale che non sfugge più a nessuno. L’italia è in difficoltà da tempo, la transizione non si è ancora compiuta, i partiti si sono disaggregati, quelli che si sono combattuti con più astio in campagna elettorale per un anno di fila, formano adesso il governo insieme, il centrodestra è sfasciato, Forza Italia vota fortemente contro il Governo attuale, il Pd vota contro il Governo attuale, ma è sfasciata anche la sinistra.

Nel quadro di tale confusione abbiamo pensato che a Imperia dovessimo chiamarci fuori, che dovessimo a Imperia, quasi come un senso di protezione, un po’ come succede nelle famiglia quando ci sono dei momenti di difficoltà, la comunità imperiese, ecco perché aperti a tutti e contro nessuno, si dovesse unire per difendere la propria realtà. Per dare lavoro, per far crescere l’economia, per dare serenità alle persone più anziate, per dare prospettive ai giovani e non si poteva fare in alto modo che uscire dalle beghe della politica di questo momento. Mettere insieme le cose concrete, i nostri valori di comunità. Questa è stata una scelta coraggiosa, da alcuni vista come una scelta di rottura.

Mi conoscete tutti, io ho sempre cercato di unire nella mia vita e se c’è una cosa che mi turba è quella di poter essere stato occasione di divisione, non è mai stato questo il mio intendimento, io ho sempre cercato di dire la verità delle cose.

Imperia è in una crisi non si è mai vista, ha perso in 10 anni il 14% della sua ricchezza, ha perso il 10% dei posti di lavoro, di fronte ad una situazione di tale emergenza , dove anche la crescita turistica, che è la base più importante della ricchezza che possiamo portare in città, perché il turista che arriva, spende, compra, vive, ed è questa la nostra prospettiva di crescita. Di fronte a questa situazione di difficoltà, perché da noi anche  il turismo è cresciuto molto meno che in altre realtà, è vero c’è stato un aumento del 2%, ma è niente in confronto all’aumento di altre città italiane. Non cito solo la Puglia, che è cresciuta del 22% turisticamente nell’ultimo anno.

Noi non possiamo non accorgerci che se non c’è una città accogliente, che deve essere pulita, che non può avere cassonetti dovunque, spazzatura che esce da tutte le parti, che se arriva un pò di pioggia i tombini sono tappati, perché nessuno li stappa, non è possibile avere un depuratore che puzza, non è possibile avere i marciapiede rotti, aggiustandoli con il cemento piuttosto che non le proprie piastrelle, non è possibile avere più buche che a Roma. Ecco perché di fronte a questi problemi non ci poteva esserre altra soluzione che mettere insieme le persone, senza divisioni ideologiche, ma solo con il desiderio di fare ognuno di noi qualcosa per migliorare la nostra città.

Siamo al limite del tracollo, ecco perché ho accettato di mettere la mia disponibilità. Non è che fossi illuso che mettendo la mia disponibilità di esperienza tutti avrebbero detto ‘non votiamo neanche, c’è Scajola che ha fatto 4 volte il Ministro e che conosce i problemi’. Non me lo aspettavo, conosco il mondo, conosco le persone, forse mi aspettavo di meno che qualcuno vicino a me diventasse contrario a me. Questo non me l’aspettavo, perché nella vita prima ci vogliono i valori.

Ma queste sono cose che dobbiamo dimenticare unendo tutte le forze che possiamo mettere insieme. Questo è il motivo per cui insieme a tanti, questo messaggio ci è sembrato che sia passato, che sia stato recepito da tanta, tanta gente, e il risultato lo vedremo tra due giorni, vedremo se gli imperiesi lo hanno colto in maggioranza o non lo hanno colto.

Ogni comunità è artefice del proprio destino. Noi mettiamo una disponibilità, disinteressata, a tempo pieno, fuori dagli schemi, aperta a tutti. Questo è il nostro obiettivo, penso che potremo riuscire.

Ho girato con tanti ragazzi tutta Imperia con il trenino prima di venire qua e, avvantaggiata sicuramente dalla luce bellissima che c’è questa sera, non abbiamo potuto altro che constatare quanto è bella Imperia. La domanda che sorge è questa, Imperia è più brutta di Mentone? di Sanremo? di Nizza? E allora? Cos’è successo? Abbiamo meno storia delle città che ho citato? Con questo giovanilismo qualunquista che legge Topolino una volta alla settimana, non sanno neanche la storia di questa città. I personaggi che sono nati in questa città, che hanno studiato in questa città, che sono passati, che vivono ancora e sono venuti a vivere in questa città.

Baselitz, su tutti, uno dei più grandi pittori e scultori contemporanei. E’ venuto ad abitare qui a Imperia. Ma ce ne sono altri, che in confidenza ti dicono, abbiamo scelto Imperia perché è bella, per la luce, ma come è ridotta? Qui nasce quello che chiedo a voi e che chiedo a tutti gli elettori imperiesi, noi dobbiamo avere un forte riscatto di orgoglio imperiese, ma non solo da parte mia e dei candidati che sono con me, ma da parte della città intera, per uscire dalla mentalità dell’invidia, dalla mentalità della divisione, dalla mentalità del piccolo paese, deve guardare in alto, guardare in grande, vedendo la nostra storia e capendo che Imperia può avere uno sviluppo positivo, di bella città, ordinata, pulita, accogliente, solidale, viva.

Questo è quello che dobbiamo cercare di fare. Abbiamo provato a comunicarvi questi mesaggi, in ogni modo, con la difficoltà che c’è in una campagna elettorale di comunicare quello che si sente, quello che si vorrebbe, quello che è il nostro sogno, quello che è il nostro programma di come realizzare le cose.

È riuscire a dire, a spiegare le cose, e allora abbiamo scelto la strada più antica, ma che per una comunità credo sia sempre esaltante, il contatto diretto con la gente.

Io ero molto conosciuto, soprattutto 27 anni fa quando ho fatto il Sindaco, poi mi vedevate alla televisione, sui giornali, ma il rapporto mio, anche quando ero a Imperia, con la scorta davanti e dietro, per la sicurezza, per i ruoli che ricoprivo, mi mancava il rapporto diretto con le persone. E allora ho girato casa per casa, negozio per negozio, lo faccio ancora domani mattina, perché mi manca ancora una fila di negozi. E perché negozi? Perché i negozi sono gestiti da persone che ci mettono i loro soldi, non il Comune, L’esercizio commerciale è fatto da un matto come me, che spende dei soldi, lo aggiusta, cerca le cose migliori, appetibili, per chi va a comprare, tiene le luci accese, perché se no l’angolo sarebbe buio, e quando chiede un suo diritto, trova ancora difficoltà dalla burocrazia che non risponde come dovrebbe rispondere.

Ma su cosa può stare in piedi Imperia, se non sul terziario, che significa il commercio, l’artigianato, su cosa può stare in piedi Imperia? Non può stare in piedi come una volta succede, come capoluogo di provincia, con tanti dipendenti pubblici. Oggi sono diminuiti, il progetto ha cambiato le cose. L’Autostrada dei Fiori aveva 160 casellanti, ora ne ha 6, perché c’è il telepass, la carta di credito. Le banche la stessa cosa, il mondo è cambiato. Bisogna avere la testa aperta, bisogna vedere prima degli altri, anticipando gli altri, perché se vedi prima degli altri riesci a realizzare delle cose anticipando gli altri.

E allora questa città non può che ripartire dal turismo e da tutto l’indotto del turismo, che è il terziario. Siamo riusciti ad ammazzarci il porto turistico. Ho ricevuto delle persone, che erano di fuori Imperia, mi dicono ‘ma io mi vergogno quando incontro i miei amici, che mi chiedono se sono soddisfatto dell’acquisto del posto barca a Imperia. Cosa gli devo dire? Ho un atto notarile per l’acquisto del posto barca e mi è arrivata una lettera che dice, non è più tuo, ci siamo sbagliati’. Ma vi pare una cosa possibile, ma che possibilità possiamo avere in giro? Se abbiamo perso la diginità di rispettare non solo i patti orali, tradizione di Imperia nell’acquisto dell’olio, ma addirittura gli atti notarli.

Non è possibile, dobbiamo rinascere da questo punto di vista, farci meno male da soli e sapere vedere il futuro.

Ci dimentichiamo che c’era una recinzione sul porto di Oneglia, che il porto era vuoto, che è stato così per 15 anni, i gli esercizi commerciali sul porto avevano uno spazio stretto e angusto sotto questo bel porticato e che adesso ci sono delle barche turistiche, i ristoranti e i bar hanno messo fuori i loro dehor, c’è passaggio, c’è movimento. Ognuno di quello che abita li ha moltiplicato il valore del suo esercizio. E perché è stato fatto Ginetto (Sappa, ndr)? Con atti di coraggio. E il prossimo atto di coraggio è levare l’altra parte della cinta che c’è dalle gru, perché è una vergogna quella parte la, bisogna renderla utile alla città.

Qui non si può ragione in maniera ideologica.  Ho sentito alcuni concorrenti alla campagna elettorale da Sindaco, uno diceva addirittura che dobbiamo ricominciare a sviluppare i traffici commerciali del porto. Io non sapevo che eravamo a Genova o a Imperia. E poi si dice anche in modo ecologico, perché ora ci sono anche dei velieri che possono portare le merci. E allora ho capito, ragazzi, uniamoci e cerchiamo di vincere questo Comune, altrimenti Imperia morirà.

La scelta della storia di Imperia è una scelta fatta, turistica, e difesa dell’agroalimentare. Noi sposiamo insieme la fortuna che ci ha dato il creatore, noi sposiamo insieme un bel territorio, un bel litorale, e le colline con gli ulivi. Che hanno una funzione di carattere commerciale-industriale importante che si sposa in maniera perfetta con la nostra vocazione turistica. Tutte le nostre cose devono essere orientare in quel modo.

Dobbiamo cercare di capire che il turismo non si può più fare vendendo soltanto il mare, il sole e il clima. Il turismo è più colto, vuole più cose. Una città pulita, ordinata, anche nella segnaletica, nelle insegne pubblicitarie, una città che abbia il tocco di una città accogliente.

Abbiamo una buona tradizione gastronomica a Imperia. Ma abbiamo anche dei musei. Io ne ho contati nove, ma nessuno sa quanti sono. Sono chiusi. Villa Grock, questo signore che è venuto a Imperia a farsi la villa, sappiamo chi è? Ce l’avesse una cittadina francese della Costa Azzurra chissà cosa farebbe. Non si può fare un posteggio lassù, è evidente. Ma sarà difficile mettere i Musei che abbiamo a sistema, stabilire degli orari di apertura per ciascuno, chiedere una collaborazione degli esercizi commerciali. A ognuno gli lasciamo un foglietto dove c’è scritto i musei cosa sono, che orari hanno. Non credo che sarebbe difficile, per Villa Grock, creare un servizio, compreso nel biglietto, che ti porta su alle 17 e ti riporta giù alle 18. Non credo sia tanto difficile.

Palazzo Pagliari a Porto Maurizio, l’antico Comune di Porto Maurizio, è una cosa meravigliosa. È chiuso. Allora dici, va beh, se non troviamo la collaborazione degli esercizi commerciali per sapere le cose da fare, andiamo agli uffici turistici.  Non ci sono. Sono chiusi. Allora un turista che arriva qua, che passa di qua, va in un ristorante e mangia bene, va in un negozio e compra bene, riesce a trovare la possibilità di dormire, anche se li bisogna migliorare, poi vorrà divertirsi.Dice, vado a ballare. No tutto chiuso. Quel poveretto che ha aperto al fondo della Spianata che merita un monumento, perché è molto bello il locale, nulla da invidiare ai locali della Costa Azzurra.

Cosa scopriamo, che a Imperia i decibel, per regolamento comunale, sono la metà di quelli di Sanremo. Non mi pare logico. Vogliamo attirare dei giovani? Facciamoli anche divertire. C’è troppo rumore? Credo che ci sia il modo per risolverlo. Ad esempio incentivi da parte del Comune per insonorizzare.

Dobbiamo uscire dalla logica del non si può, è proibito, e dobbiamo arrivare alla logica del Comune amico, non si può cosi, ma si potrebbe cosi. Noi dobbiamo aiutare il cittadino che vuole investire a Imperia. E non dobbiamo guardare in cagnesco chi vuole investire.

È evidente che per fare cresce Imperia, che ha una moria di esercizi commerciali intorno ai tre anni, abbiamo bisogno di aumentare gli arrivi. Come si fa ad aumentare gli arrivi? Come si fa a portare gente che spenda? Far ripartire il porto turistico è essenziale. Qualcuno dice già. Buttiamo giù qualche parte perché è troppo grosso. Quando ero Sindaco, 27 anni fa, e feci la piscina, la stessa storia. Scajola è un megalomane, sta facendo una piscina troppo grossa. Ma cos’è troppo grosso? Ma perché dobbiamo guardare in piccolo? Ma guardiamo in grade, facciamo le cose più belle che possiamo, non le più piccole.

Dobbiamo farlo ripartire questo porto. Qui c’è chi dice che ci sono delle responsabilità politiche perché il porto è fermo. Allora, qui c’è qualcuno che guarda solo indietro, qui non c’è nessuno che guarda avanti. Io mi assumo tutta la responsabilità di essere stato il primo fautore della necessità che a imperia ci fosse il più bel porto turistico che si poteva realizzare. Questa responsabilità me la prendo.

Altri si dovrebbero prendere la responsabilità degli esposti che hanno fatto che hanno portato a un’inchiesta fasulla finita con tutti assolti. Questa responsabilità se la devono prendere. Imperia è ferma da nove anni per questo motivo.

Guardiamo al futuro. Io sono un cristiano peccatore, che pensa e crede che tutte le persone vadano perdonate, ma devono prima sapere di avere peccato, pentirsi ed espiare. Dopo di che peccherà di nuovo, ma deve sapre che qui c’è della gente che ha fatto i guai di questa città.

Ora noi non possiamo andare indietro, dobbiamo andare avanti. Dobbiamo risolvere tutti i contenziosi del porto e possiamo risolverli solo cercando di metterli con autorevolezza, tutti insieme, affinché ognuno perderà anche qualcosa, ma il porto si possa liberare dalle 500 pendenti cause che ci sono. Se no il porto di Imperia rimarrà come l’Italcementi.

L’obbligo è quello lì. Qualcuno dice poi che il porto deve essere del Comune, sarei il primo ad essere felice, ma i soldi? C’è gente che parla per prendere in giro le persone, come è successo nelle ultime elezioni politiche. Noi dobbiamo prima pulire il problema del porto dal contenzioso, quando è pulito dobbiamo vedere quanto costa finirlo e quanto può costare l’operazione economica nel complesso, a quel punto potremo valutare se vi sono risorse del Comune, se serve il sistema bancario o cosa potrebbe servire. Altrimenti sono soltanto slogan e demagogie.

Il porto da solo non basta, ci deve essere una valorizzazione dei percorsi turistici. La comunità funzionava meglio cento anni fa e anche prima. Nella città di Imperia e a Moltedo abbiamo patrimoni artistici che nessuno consosce. Quanti di noi conoscono bene il Parasio? Ieri l’ho fatto tutto a piedi con molti di voi e molti di voi non conoscevano molte cose che abbiamo visto. L’abbiamo fatto a piedi perché gli ascensori non funzionavano. Abbiamo pensato di prendere l’ascensore del mercato, ma non funzionava neanche quello. Viene lo sconforto.

Tutto nella vita è possibile aggiustarlo. Questi piccoli elementi, che diventano grandi, non ci permettono di avere i turisti. L’Agnesi è chiusa, l’area delle ex Ferriere è deserta, e siamo nel centro della città, Italcementi è chiusa da 60 anni, l’Odeon è chiuso, c’è un elenco che non finisce più. Dovremmo riuscire a ridislocare costruzioni utili ad alcune esigenze che ci sono, come il comando dei Vigili Urbani che sono in un posto disgraziato o altre realtà comunali vuote che potrebbero avere dignità, così come le associazioni che cercano punti di incontro.

Sulle grandi aree si bussa alle porte dei proprietari di queste aree e si dice: ‘Siamo disponibili affinché lei investa su quell’area, dove lei deve guadagnare, ma devo guadagnare anche io come Comune. Ha tempo 1 anno, se no la espropriamo e ci facciamo un giardino’. Abbiamo bisogno di avere un rapporto con tutti coloro che vogliono investire a Imperia, aprire le porte. Dobbiamo essere collaborativi capendo che gli affari si fanno se si guadagna in due. Di fronte alle non risposte, c’è prima l’interesse primario della comunità.

A Imperia è necessario avere una guida, io mi sono offerto come guida. Abbiamo 4 liste, fresche, con persone di esperienza e persone di meno esperienza, di tutte le età, belle e fresche. Mi sento la guida condivisa di tutti loro. Sono loro che hanno voluto me. Sentendomi una guida condivisa di tutti loro sono certo che non perderemo un minuto nell’affrontare i problemi della città senza problemi di spartizioni, non si può dire degli altri candidati. Gli altri hanno delle coalizioni che non li riconoscono neanche loro come guida, tanto che se le portano da fuori le guide per dare gli ordini.

Facciamo il ragionamento pratico. Imperia ha bisogno di tempo per rinascere, credo che noi abbiamo molte marce in più perchè siamo omogenei e senza divisioni, per poter realizzare il nostro programma, che faremo 1 cm alla volta, ma raggiungendo l’obiettivo, aperti a tutti e contro nessuno. Io vi chiedo di ragionare con il cuore e con la testa. Credo che noi in questo momento siamo i più adatti per rilanciare Imperia. Ne ho il profondo convincimento.

Con interesse siamo anche guardati da tanti altri posti fuori dalla nostra città. Nel momento nel quale tutto è sfasciato, noi siamo una guida, una piccola bandiera di chi ritiene che la politica sia un’arte nobile. Paolo VI diceva che la politica è la più alta espressione della carità. Non credo che la politica, quella che parte da Atene, meriti le meschinerie che si vedono, credo che da qui possa esserci il segnale di dire che se la politica diventa di nuovo un servizio alla comuntià è un modo che avvicina la gente alle istituzioni, già questo sarebbe un grandissimo risultato per la democrazia nel nostro paese.

A questo riusciamo ad unire una possibilità di crescita che si può raggiungere con la costanza e senza anche qui motivi anagrafici, senza chiedere nulla, credo che questa opportunità potrebbe dare a Imperia la svolta che merita. Questa città ha avuto i maggiori successi quando era divisa, quand’era Porto e Oneglia, non è riuscita ad avere i grandi succesi da quando è Imperia. La sfida che invito ognuno di voi a fare insieme a me, moltiplicando il consenso in questi giorni, è di far sì che si possa fare finalmente nascere un’Imperia unita che sia piena di ricchezza, sviluppo, possibilità di lavoro, che sia bella e aperta al mondo”.

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