28 Marzo 2024 10:05

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28 Marzo 2024 10:05

IMPERIA. SVOLTA NEL PROCESSO PER LA MORTE DI MATTEO MARAGLIOTTI. I PERITI DEL TRIBUNALE: “NESSUNA RESPONSABILITÀ DELLA DOTT.SSA THOMATIS”/L’UDIENZA

In breve: "A carico della dott.ssa Thomatis non ravvisiamo elementi di imperizia e imprudenza". Questo l'esito della perizia redatta dai tre professionisti, il medico legale Yao Chen, l’infettivologo Renato Maserati e il neurologo Paolo Brambilla

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“A carico della dott.ssa Thomatis non ravvisiamo elementi di imperizia e imprudenza”. Questo l’esito della perizia redatta dai tre professionisti, il medico legale Yao Chen, l’infettivologo Renato Maserati e il neurologo Paolo Brambilla, nominati dal Tribunale di Imperia per far luce sulla morte del giovane Matteo Maragliotti, avvenuta il 21 gennaio 2013 all’ospedale Borea di Sanremo a seguito di un’infezione cerebrale. Il processo, lo ricordiamo, vede come unico imputato la dott.ssa Roberta Thomatis, medico di famiglia.

I tre periti hanno illustrato l’esito delle loro relazioni questa mattina in aula.

L’udienza

Il medico legale Yao Chen, dopo aver individuato in una sinusite batterica la causa della morte di Maragliotti,  ha spiegato in aula che la terapia antibiotica prescritta dalla dott.ssa Tomathis era “corretta” e che la stessa dott.ssa si era interessata del paziente anche successivamente, comunicando alla famiglia l’esito del test sulla mononucleosi dopo il ricovero al Pronto Soccorso (avvenuto per il persistere della febbre e per una sospetta polmonite silente).

L’infettivologo Renato Maserati ha poi spiegato che “in caso di sinusite, somministrare o non somministrare antibiotici non ha alcuna influenza su possibili complicanze”  e che, dunque, “non c’era nessun obbligo di somministrare un antibiotico“.

Il neurologo Paolo Brambilla ha ribadito il corretto comportamento della dott.ssa Thomatis, sottolineando che “un medico di medicina generale una volta individuato un problema che non riesce a gestire, manda correttamente il paziente al Pronto Soccorso e che l’antibiotico non ha nessun impatto su questa patologia“.

Brambilla ha aggiunto infine che Maragliotti ha iniziato ad avere problemi neurologici il 19 gennaio (quando poi è entrato in coma) e chenulla si sarebbe visto con un eventuale tac il 17 gennaio (giorno in cui a Matteo Maragliotti comparve un rigonfiamento pronunciato all’occhio, ndr)”. Inoltre, il neurologo ha specificato che l’espansione dell’infezione è avvenuto per via venosa e non passando dall’occhio, penetrando poi nel cranio.

Il consulente di parte civile, il dottor Enzo Profumo, ha confermato la propria versione, secondo cui la dott.ssa Thomatis avrebbe somministrato un dosaggio errato per quel che concerne l’antibiotico e, contestualmente, il medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Imperia Sebastiano Fichera, una volta verificato l’esito negativo dell’esame sulla mononucleosi avrebbe dovuto ipotizzare l’eventualità di una patologia differente. A riguardo, Profumo ha sottolineato come, al contrario di quanto sostenuto dai periti del Tribunale, un esame effettuato il 17 gennaio avrebbe potuto permettere un’operazione d’urgenza che “nel 95% dei casi ha esito positivo”.

Profumo ha concluso sostenendo che “non aver messo in atto una terapia antibiotica e un’operazione neurochirurgica è stato determinante”.

Il processo è stato rinviato al prossimo 8 ottobre, alle ore 10, per la discussione.

 

 

 

 

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