29 Marzo 2024 01:36

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29 Marzo 2024 01:36

Tragedia Ponte Morandi, un anno dopo: maledetta Italia, svegliati/L’editoriale

In breve: Per quanto ancora lo Stato dovrà condannare a morte i propri figli?

E’ trascorso un anno. Un anno da una delle tragedie più insensate del nostro Paese. Alle 11.36 del 14 agosto 2018 il Ponte Morandi, simbolo di Genova, è crollato come cartapesta, spezzando le vite di 43 persone.

Follia. Difficile definire in altro modo, nel 2018, quello che è accaduto a Genova. Sogni e speranze svaniti in pochi secondi. Amici, famiglie, lavoratori, inghiottiti dall’inadeguatezza di un Paese allo sbando.

Un’Italia che si presenta alla commemorazione delle 43 vittime senza un Governo, con i leader delle principali forze politiche impegnati a litigare per guidare una nazione che nel frattempo fa ogni giorno un passo in più verso il baratro. Politico, culturale, sociale, umano. Un’Italia che sta perdendo anche la sua dignità, travolta dall’odio, dalle martellanti campagne mediatiche fatte di slogan senza contenuti.

Un’Italia che poche ore dopo il crollo, con le vittime ancora senza un nome, una storia, un’identità, aveva già iniziato a cercare i colpevoli di quella che, per tutti, come sempre in questo funesto Paese, era un “tragedia annunciata”. Un’espressione odiosa che fa parte ormai del lessico comune, accompagnata troppo spesso da un fatalismo inaccettabile, cavalcato come alibi da uomini dello Stato vestiti da guerrieri ma fatti della stessa sostanza della codardia.

Non c’è giustificazione. Non ci sono inchieste che possano lavare le coscienze. Non ci sono condanne che possano alleviare dolori e sofferenze.

Nel 1963 una frana di oltre 260 milioni di metri cubi di roccia travolge il bacino artificiale del Vajont spazzando via cinque paesi, Longarone, Pirago, Rivalta, Codissago e Maè. Duemila i morti. Al momento della costruzione furono sottaciuti i rischi idrogeologici e la non idoneità dei versanti del bacino.

Nel 2009 il terremoto de l’Aquila sbriciola la Casa dello Studente. Una struttura, pubblica, che avrebbe dovuto essere garanzia di sicurezza, si trasforma nella tomba di 8 giovani vite. Nei pilastri, è emerso dalle inchieste, c’era sabbia di mare.

Nel marzo 2017 crolla il cavalcavia sull’A14 fra Loreto e Ancona provocando due morti e tre feriti. L’inchiesta, ancora in corso, ha fatto emergere errori in fase di progettazione.

Nel gennaio del 2018 un treno carico di pendolari deraglia a Pioltello causando la morte di tre donne e il ferimento di oltre 40 persone. Le indagini, tutt’ora in corso, portano alla luce gravi ritardi nei lavori di manutenzione che hanno portato al distacco di un tratto di rotaia.

Il Ponte Morandi sarebbe crollato per una “corrosione diffusa in diverse parti della struttura, con assenza di interventi di manutenzione”.

Per quanto ancora lo Stato dovrà condannare a morte i propri figli? Per quanto ancora ci saranno soldi per tutto tranne per ciò che è davvero importante?

Moriremo tutti un giorno, si. Ma non così. Non è giusto. Maledetta Italia, svegliati.

Mattia Mangraviti

 

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