23 Aprile 2024 14:36

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23 Aprile 2024 14:36

BALLOTTAGGI: PER LA TRASPARENZA E CONTRO LA CORRUZIONE. L’APPELLO DI ‘RIPARTE IL FUTURO’ AI CANDIDATI SINDACI

In breve: La campagna promossa da Libera e Gruppo Abele rilancia in vista del voto dell’8 giugno. Al primo turno eletti 29 sindaci: a loro il “braccialetto bianco” per gli impegni assunti

libera

Sanremo – Alla vigilia dei ballottaggi dell’8 giugno, Libera e Gruppo Abele rilanciano l’appello di Riparte il futuro, la campagna contro la corruzione che chiede a tutti i candidati a qualsiasi livello trasparenza e impegni concreti per combattere l’opacità.

Sono 139 le città sopra i 15mila abitanti al ballottaggio, delle quali 26 superano i 50mila abitanti o sono capoluoghi di provincia.

Vogliamo conoscere per scegliere e la trasparenza è il primo antidoto per fermare la corruzione”, spiegano i promotori della campagna. Anche in occasione dei ballottaggi “ai candidati sindaci chiediamo di mettere in cima alla propria agenda la lotta alla corruzione in tre modi”. La prima richiesta ai candidati è quindi quella di pubblicare on line, sul sito www.riparteilfuturo.it o sulle proprie pagine web, il reddito, la situazione patrimoniale e quella giudiziaria, eventuali conflitti di interesse personali o di congiunti e il curriculum vitae. Un tentativo, questo, di sopperire alla mancanza di obbligatorietà di rendere pubbliche queste informazioni, obbligatorietà invece presente in molti altri Paesi. I candidati che aderiscono si impegnano poi – se eletti – di adottare la delibera “Trasparenza a costo zero” entro i primi 100 giorni. Terzo punto richiesto è l’impegno ad attuare le prescrizioni della delibera entro 200 giorni.

 Che i comuni non abbiano risorse – questo il ragionamento – “non può essere una scusa” perchè “è possibile combattere la corruzione anche a costo zero”. Riparte il futuro chiede ai sindaci di condividere con i cittadini le informazioni su chi li rappresenta e su come i Comuni spendono i soldi pubblici. Impegni di trasparenza da attuare fin dalla selezione della classe dirigente, perchè “il voto troppo spesso rappresenta il momento in cui corruzione e malaffare cominciano ad annidarsi nelle istituzioni”.

 

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