25 Aprile 2024 15:42

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25 Aprile 2024 15:42

IL COORDINATORE COMUNALE DEL PDL RANISE SUL PORTO DI IMPERIA: “Si approfondiscano i problemi, ma non si faccia demagogia su un tema vitale per Imperia”.

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Il coordinatore comunale di PdL-Forza Italia di Imperia Antonello Ranise interviene in merito al consiglio comunale di giovedì 7 novembre sul Porto di Imperia:

“Ieri sera, grazie ancora una volta alla minoranza, e vale la pena di sottolinearlo, si è svolto un consiglio comunale di estremo interesse. Avrà idee diverse la minoranza (e ci mancherebbe, ma non spetta a noi governare…), non manca però di idee, stimoli e proposte, cosa che non si può dire invece dell’attuale maggioranza. A onor del vero, e gliene do atto con piacere, il consigliere Marino ha proposto una commissione speciale per l’abbattimento delle barriere architettoniche; credo potrà essere uno strumento utile per razionalizzare il più possibile gli interventi in una materia che è lo specchio del grado di civiltà di una comunità.

Il tema del porto turistico è invece ben più controverso. Il porto turistico è l’unica vera possibilità di sviluppo per Imperia, e nasce dalla politica voluta fortemente nel recente passato dall’amministrazione Sappa e ancor prima dall’amministrazione Scajola che ebbe l’intuizione della vocazione turistica della città. Questo è un dato incontrovertibile. E la recente crisi dell’Agnesi (su cui tonerò) rinforza ulteriormente la necessità di portare a termine l’opera, al fine di creare lavoro sia diretto che come indotto. Voglio anche sottolineare come da una parte ci siano le inchieste e l’azione della magistratura, che rispettiamo come rispettiamo tutte le istituzioni, dall’altra c’è la politica, che deve trovare le soluzioni percorribili per il bene della città. E mi piace anche ricordare, in ogni caso, come le inchieste ( e lo ha ben detto il consigliere Fossati), non abbiano interessato l’amministrazione di allora né chi aveva responsabilità politiche, ma si siano focalizzate sul socio privato e su alcune figure dirigenziali, sia detto senza alcun giudizio di merito. Le istituzioni, e quindi la stessa magistratura, vanno rispettate sempre, e non solo quando fa comodo farne uso politico o strumentale.

Analizziamo quindi il problema il più serenamente possibile. La soluzione concordataria, ricordo, prevede che il comune di Imperia avrebbe il 66% delle quote societarie e le banche rinuncerebbero all’ipoteca di 140 milioni di euro, rientrando grazie a un accordo che attribuisce alle stesse il 70% del ricavato dei 95 posti barca ancora da vendere. Questa soluzione permette, pur tra ovvie difficoltà, di portare a compimento il porto.

Abbiamo invece idea a cosa porterebbe il fallimento della Porto Imperia Spa? Occorre dirlo senza remore: all’affossamento definitivo dell’opera, con il comune di Imperia sommerso dai debiti e dai legittimi contenziosi (molto onerosi) dei proprietari dei posti barca, molti dei quali non sono dei “paperoni”, ma persone comuni che hanno investito i propri risparmi nella prospettiva di un rilancio della città. Ben vengano eventuali soluzioni alternative se davvero praticabili, è altrettanto chiaro che non vi devono essere sconti per nessuno, chi ha sbagliato paghi. Certo non si vuole qui sostenere, come ironicamente detto dai consiglieri di Imperia “Bene Comune”, che “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato…” Faccio presente che lo stesso tribunale di Imperia, recentemente, si è pronunciato con molta chiarezza, affermando come appaia assai dubbio che dalla revoca della concessione e dal fallimento della Spa possa derivarne qualche vantaggio per la collettività. Allora è proprio questo il punto, il vantaggio della collettività. Vanno superate posizioni preconcette e rivendicative, Il PD e la maggioranza abbiano il coraggio di abbandonare titubanze e ambiguità (non mi pare al riguardo che la posizione del Sindaco coincida con quella del PD e del “Laboratorio”). Si approfondiscano dunque i problemi, con tutte le cautele dovute, ma non si faccia demagogia su un tema vitale per Imperia”.

 

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