17 Aprile 2024 00:25

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17 Aprile 2024 00:25

CONDANNATO DAL TRIBUNALE DI IMPERIA IL PRESENTATORE TV ALESSANDRO CECCHI PAONE PER INGIURIE. DURANTE IL FESTIVAL DI SANREMO DISSE…/ LA STORIA

In breve: Dopo la discussione dei due avvocati il Giudice Bonsignorio ha confermato la condanna di primo grado. L'imputato dovrà inoltre pagare le spese processuali che ammontano a1800 euro

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Imperia. È tornato in aula questa mattina l’avvocato Leonardo Cecchi Paone, difensore e fratello del noto presentatore televisivo Alessandro Cecchi Paone.

Il presentatore (assente in aula) era stato infatti condannato a 600 euro di multa per colpa di alcune frasi ingiuriose pronunciate nel 2007 durante un fuori onda della trasmissione “Mattino in famiglia” durante il Festival di Sanremo che si stava registrando proprio dalla città dei fiori.

Il giudice Bonsignorio questa mattina, alla presenza degli avvocati Leonardo Cecchi Paone e Scodanibbio Paolo per la difesa e gli avvocati Carabelli e Silvestri per la parte offesa, ha acquisito alcune vhs e dvd guardando i filmati incriminati tra cui il video di Striscia La Notizia che mostrava il presentatore al telefono mentre pronunciava le offese.

Dopo la discussione dei due avvocati il Giudice Bonsignorio ha confermato la condanna di primo grado. L’imputato dovrà inoltre pagare le spese processuali che ammontano a1800 euro.

PARTE CIVILE

“Noi troviamo la piena responsabilità dell’imputato in quanto ha usato espressioni lesive dell’onore degli stessi e già in primo grado c’erano state le conferme.

Nel video si vede che la Scaramelli era vicino a Cecchi Paone mentre parlava al telefono, come ha confermato il teste Ippoliti: le persone offese erano tutti in uno spazio ridotto, hanno sentito le offese ed è circostanza pacifica che le parole pronunciate sono ingiuriose con la consapevolezza di offendere”. “Non riteniamo possibile come invocato in appello, nè il diritto di critica, nè l’articolo 599 perché se l’imputato era stato leso nella sua reputazione professionale dall’imprevisto della diretta si ritiene che le persone offese non siano colpevoli di questo diversivo della diretta che aveva innervosito Cecchi Paone”.

“Ovviamente le riprese non danno conto di tutto ciò che è avvenuto in quel giorno. Le due tipologie di prove sono complementari, ciò che viene dichiarato è compatibile con ciò che parzialmente viene ripreso dalle telecamere. Le espressioni “cialtrone” e il non celato disprezzo non rientra nel diritto di critica. Rilevo due elementi: frasi pronunciate al telefono? Questo non giustifica la condotta e soprattutto non erano riservate laddove il condutture ha parlato di fianco alle telecamere e ai diretti interessati. Striscia La notizia ha ripetutamente mostrato questo video! Per anni entrambe le parti civili si sono visti frustrati da ingiurie gratuite per un numero incredibile di volte.”

DIFESA

“Agli atti avete tutto, non c’è altro rispetto a quello mandato in onda. C’era una trasmissione con dei collegamenti da Sanremo, io ho prodotto anche la scaletta del programma per mostrare che Cecchi Paone si è comportato in modo perfetto nonostante l’imprevisto: a Roma parlavano di musica mentre a Sanremo partiva una diretta inattesa tanto che è stato chiuso il collegamento perché non era degno. Ippolito e Salvestrini erano girati a cercare delle ballerine che non arrivavano. Una persona con quella professionalità come Cecchi Paone si arrabbia di questa scenetta tremenda. Quando viene ripreso al telefono non ci sono accanto le due parti offese.

Qui stiamo parlando di ingiurie, mentre Cecchi Paone si è arrabbiato per una mancanza di professionalità, per un imprevisto dichiara “Non ci metto la faccia” parlando al direttore di produzione. Questo è un caso di scuola di diritto di critica, Cecchi Paone se l’è presa con chi di dovere nella parte riservata del palco. Ha il diritto di manifestare la sua opinione. Di confronti dei soggetti con cui si interfaccia. Chiedo l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato”.

 

LA STORIA

Paone avrebbe infatti dato del cialtrone a Sandro Silvestrini, bancario di Sarzana partecipante all’isola dei famosi, e avrebbe poi apostrofato altre ragazze, fra di loro anche la cantante Marta Scaramelli, presenti sull’isola in modo poco garbato. Il tutto mentre era al telefono con un dirigente Rai. Il presentatore era stato però ripreso da un telefonino proprio mentre pronunciava questa frasi e il video era finito su Striscia La Notizia facendo scattare lo scandalo e la conseguente querela che era stata dibattuta nel Tribunale sanremese. Dopo la condanna del giudice di pace di Sanremo a 600 euro di multa contro Alessandro Cecchi Paone, l’avvocato difensore aveva così annunciato il ricorso in appello contro la sentenza

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