25 Aprile 2024 07:20

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25 Aprile 2024 07:20

IMPERIA. TARI ESTESA ANCHE ALLE ASSOCIAZIONI NO PROFIT. ESPLODE LA RABBIA DEI VOLONTARI: “FACCIAMO UN SERVIZIO ALLA CITTÀ E CI OBBLIGANO A PAGARE?”

In breve: "Nessuno ci ha mai dato un euro, quando abbiamo chiesto aiuto al Comune ci hanno sempre detto di no, è un controsenso"

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Imperia. L’annuncio fatto dall’assessore Guido Abbo in consiglio comunale in merito alla decisione che di estendere il pagamento della TARI anche alle associazione no profit ha scatenato l’ira, come prevedibile, della associazioni locali.

È una questione di principio, più che di sopravvivenza – fa sapere  il direttivo della Protezione Civile SS. TrinitàSiamo sempre stati in prima linea quando ce n’è stato bisogno, come dimostrano le ultime alluvioni, non abbiamo mai chiesto nulla al Comune. Non abbiamo mai ricevuto un euro dalla pubblica amministrazione e nessuno ha mai avuto nulla da obiettare, ma almeno che non vengano loro a chiedere soldi a noi. Imperia è una delle poche città dove di paga ancora il passo carraio per i mezzi di soccorso. Un balzello assurdo. Ora ci aggiungiamo anche la Tari. Si tratta di cifre che magari non spostano gli equilibri a livello economico, ma si tratta di una questione di principio che denota una scarsa sensibilità verso le associazioni di volontariato, quello vero. Siamo davvero molto rammaricati“.

Noi avendo un bilancio in pari, come tutte le ONLUS e non avendo disponibilità a livello di contributi siamo molto preoccupati – spiega Cristina Tealdi dell’HELPAvendo uno spazio di circa 100 metri anche se la TARI sarà al 50% peserà molto sul nostro bilancio. A questo punto tempesteremo gli enti, cosa che no nabbiamo mai fatto, per avere dei contributi. Nessuno ci ha mai dato un euro, quando abbiamo chiesto aiuto al Comune ci hanno sempre detto di no, è un controsenso. Anche i mezzi di trasporto ce li siamo sempre pagati, i ragazzi versano 40 euro al mese per il pulmino all’RT. Se il Comune ha il dubbio che alcune associazioni abbiano un profitto possono controllare il bilancio, è pubblico. Si investa un tot per fare dei controlli, perchè per associazioni come noi non ce la possono fare”.

Il profitto che può avere un’associazione no profit ha lo raccogliere per cercare di portare avanti suoi scopi, non viene intascato dai soci dell’associazione – spiega Susanna Bernoldi dell’AIFO –  Non si dovrebbe far pagare la TARI e anzi il Comune dovrebbe mettere a disposizioni spazi generali per tutte le associazioni che svolgono un ruolo importante per la città. Il Comune a noi non ha mai dato una sede e le amministrazioni dovrebbero lavorare proprio anche per  destinare degli spazi appositi alle associazioni che svolgono un servizio sociale. Lavoriamo senza chiedere aiuti a nessuno e molte realtà, come la mia, non hanno nemmeno una sede perchè non riescono a livello economico e poi parliamo di far pagare a chi ha una sede una tassa? Tutte le associazioni con l’evento cantieri sociali avevano trovato un posto l’opportunità c’era. Dobbiamo lavorare in modo sinergico e muoverci insieme per la città, senza ostacolarci“.

Selena Marvaldi, Mattia Mangraviti

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