25 Aprile 2024 19:57

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25 Aprile 2024 19:57

IMPERIA. INSEGNANTI E PERSONALE ATA DICONO NO ALLA “BUONA SCUOLA” DEL GOVERNO RENZI. OLTRE L’80% HA ADERITO ALLO SCIOPERO

In breve: È stata massiccia l'adesione allo sciopero odierno in tutte le scuole di ogni ordine e grado tanto da chiudere le scuole così come è successo per il liceo scientifico Vieusseux di Imperia e il liceo Cassini di Sanremo.

BUONA SCUOLA

IMPERIA – Gli insegnanti e il personale amministrativo della Provincia di Imperia dice NO al disegno di Legge “Buona Scuola” del Governo Renzi. È stata massiccia l’adesione allo sciopero odierno in tutte le scuole di ogni ordine e grado tanto da chiudere le scuole così come è successo per il liceo scientifico Vieusseux di Imperia e il liceo Cassini di Sanremo. Ma anche la scuola materna di Largo Ghiglia non ha aperto e molte scuole della Provincia non rispondono alle chiamate del Provveditorato agli Studi che sta raccogliendo i dati sullo sciopero.

A Ventimiglia oltre il 90% dei docenti e del personale ATA ha incrociato le braccia. In Provincia, al momento si stima un dato generale che supera l’80% di adesione. La decurtazione della giornata di lavoro dalla busta paga (da 54 a 70 € a seconda del ruolo, ndr) dai non ha fermato i docenti, il personale amministrativo e i bidelli che hanno aderito in massa alla giornata di sciopero indetto da tutte le principali organizzazioni sindacali del reparto scuola. 

ECCO LE MOTIVAZIONI CHE HANNO PORTATO ALLO SCIOPERO.

NUOVE ASSUNZIONI ESCLUDONO ALCUNE CATEGORIE – Il ddl “Buona scuola” prevede un piano straordinario di assunzione di oltre 100 mila insegnanti precari, iscritti alle Graduatorie ad esaurimento (Gae) o vincitori del concorso del 2012. Escluse invece altre categorie, come gli idonei dell’ultimo concorso, gli abilitati o abilitandi del Tfa e i Pas. Decisione che ha sollevato la protesta di docenti precari e sindacati, i quali chiedono peraltro il rinnovo del contratto fermo da 7 anni.

NO AI SUPER POTERI DEL PRESIDE – La scuola ha bisogno di collegialità e non di un uomo solo al comando: questo ribadirà chi sta scendendo in piazza. No, quindi, ai super poteri del dirigente scolastico e a modelli di gestione autoritaria che – spiegano i sindacati – “stravolgono i principi di un’autonomia fondata su collegialità, cooperazione, condivisione, pluralismo culturale e libertà di insegnamento”.

DUBBI SU CHIAMATA DIRETTA DEI PROF – Il preside potrà scegliere la sua squadra di insegnanti attingendo da albi territoriali. Tra le altre cose, si teme il clientelismo.

ELIMINARE SGRAVI PER PARITARIE – Previste detrazioni fino a 400 euro per alunno. Alcuni studenti hanno definito questa decisione un “grande regalo alla lobby delle scuole private e uno schiaffo alla concezione laica, pubblica e democratica dell’istruzione”.

NO A SCUOLE DI SERIE A E SERIE B – E’ questo il rischio che si corre, secondo chi critica il ddl, nel momento in cui si da il via libera a finanziamenti privati per gli istituti scolastici. Il ddl prevede strumenti come lo School Bonus e il 5 per mille, che potrebbero avere dei risvolti negativi e allargare la forbice tra scuole periferiche e scuole situate in aree più ricche.

EDILIZIA SCOLASTICA, POCHI SOLDI – Il ddl stanzia solo 40 milioni aggiuntivi, criticano gli oppositori. Inoltre non è stata ancora presentata l’anagrafe della condizione edilizia degli edifici scolastici italiani.

TROPPE DELEGHE AL GOVERNO – A partire dal sistema integrato di istruzione 0-6 – che “blocca” al momento 23 mila assunzioni di docenti di scuola dell’infanzia iscritti alle Gae – fino al diritto allo studio. Sono temi, secondo chi manifesta, che devono essere oggetto di amplio dibattito.

GLI ATA – il personale tecnico-amministrativo è il grande assente, è stato detto, della riforma.

 

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