25 Aprile 2024 05:58

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25 Aprile 2024 05:58

IMPERIA. DDL BUONA SCUOLA DI RENZI. LA FLC CGIL SPIEGA CON UN COMUNICATO COSA CAMBIERÀ CON QUESTA NUOVA LEGGE /IL TESTO

In breve: "Per il 5 giugno abbiamo previsto un presidio ad Imperia per informare la popolazione scolastica e no di come e cosa cambierà questa nuova legge sulla Scuola Pubblica, per ciò che se ne sa."

collage buona scuola

Imperia. “come FLC CGIL abbiamo ricevuto richieste da insegnanti Ata e molti genitori, nonché studenti e nonni, per spiegare cosa cambierà col DDL bUONA SCUOLA. Abbiamo approntato un documento abbastanza conciso corroborato da oltre 500 firme”. A comunicarlo è la responsabile politiche immigrazione della CGIL Alixia Patri.

“Per il 5 giugno – Continua Patri –  abbiamo previsto un presidio ad Imperia per informare la popolazione scolastica e no di come e cosa cambierà questa nuova legge sulla Scuola Pubblica, per ciò che se ne sa.”

Di seguito il comunicato su cosa cambierà con la riforma:

“1)La scuola italiana (in particolar modo Infanzia e Primaria) sono state segnalate tra le migliori in Europa prima che intervenissero i pesanti tagli dei ministri Moratti (prima) e Gelmini (poi). Questo dato fu fornito dai test internazionali nel 2005. Gli europei e non solo venivano in Italia per studiarne l’organizzazione scolastica. Dopo i suddetti tagli per la scuola italiana iniziò il declino. Perchè non eliminarli?

2) Molti dei nostri giovani hanno trovato e trovano lavoro all’estero dopo l’Università. Questo fenomeno è definito ”fuga dei cervelli” e ciò dimostra che questi studenti (prima) e ricercatori od altro (poi) sono stati ben formati fin dall’inizio della loro istruzione. Quindi il nostro sistema formativo era sufficientemente adeguato prima dei suddetti tagli.

3) L’alternanza scuola-lavoro esiste già da diversi anni eppure il 40% dei nostri giovani non trova lavoro. A questo punto chiediamoci se il problema sia veramente il sistema scolastico o non piuttosto una politica e/o dei politicanti che perseguono scopi ben precisi tra i quali non vi è una reale attenzione ai problemi dei giovani e della creazione de lavoro. I nostri ricercatori, ad esempio, devono andare all’estero perché da noi la ricerca non esiste.

4) Si sta cercando di imporre l’ingresso dei privati nella scuola utilizzando 2 sistemi : il finanziamento del 5 x mille e lo school bonus. Cosa significano?

Nel primo caso chi lo vorrà potrà destinare il 5 per mille della propria dichiarazione dei redditi ad una scuola di proprio gradimento. Certamente questo creerà maggiori introiti alle scuole già di eccellenza, rendendo così le altre quasi prive del necessario per potersi sostenere. ( Attualmente è lo stato, in teoria, ad elargire i fondi di sostentamento distribuendoli con una certa equità tra le diverse scuole del Paese).
Nel secondo caso, invece, ci sarebbe da parte dei privati la possibilità di elargire donazioni con uno sconto fiscale del 65%. Quindi chi destinasse 10.000 euro ne potrebbe recuperare 6.500, detraendoli dalla propria dichiarazione dei redditi. Questi mecenati della scuola perciò potranno e vorranno condizionare gli istituti prescelti alle proprie esigenze di mercato (scuole aziende , scuole con sponsor, ecc.) od altro, risparmiando pure sulle tasse. Ed i gettiti mancanti all’erario, scontati ai “ benefattori”, come potranno essere integrati? Probabilmente si tornerà a colpire SCUOLE-SANITA’-PENSIONI.

5) 1 miliardo di euro tra finanziamenti diretti ed indiretti e sgravi fiscali andranno alle scuole private nonostante che la nostra Costituzione stabilisca che questo tipo di istruzione debba autofinanziarsi.

RISULTATI DELLA BUONA SCUOLA RENZIANA

Meno finanziamenti alla scuola pubblica: quindi chi vorrà adeguatamente istruirsi…pagherà se potrà, altrimenti resterà ignorante e più ricattabile dal mercato del lavoro. Falsa meritocrazia, ovvero se lavori in condizioni difficili (sociali ed economiche) non ti meriti nulla.. A priori si stabilisce che solo il 5% dei docenti sarà meritevole, e lo deciderà il Dirigente, Perché non usare lo stesso metodo anche con gli studenti? eventualmente con i genitori o gli studenti, nelle superiori. Ma ci rendiamo conto?

POSSIBILE FINE DELLA LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO

Il SUPER PRESIDE , avrà pieni poteri nel decidere l’offerta formativa della propria scuola, solo consultando il collegio dei docenti. Come saranno indirizzate le scelte e le metodologie didattiche? E se fosse incompetente? Potrà, inoltre, scegliere gli insegnanti a lui congeniali attraverso una scelta all’interno di albo territoriali. Dove finirà la libertà d’insegnamento sancita dalla Costituzione vigente?

Dei molti problemi che la scuola ha, questa legge non ne risolve quasi nessuno, ma ci porterà un nuovo ENORME problema: l’ingresso della corruzione nella Scuola.

Il preside all’interno della lista da cui sceglierà i docenti dovrà rendere noto eventuali “rapporti di parentela o affinità entro il secondo grado con docenti ivi iscritti”. Ma ci rendiamo conto? E i presidi che lavoreranno in ambienti inquinati da mafie e clientele, che faranno? ? Questa non è modernità bensì un ritorno al passato che già nel regio decreto del 1923 stabiliva che fosse il dirigente a scegliere i propri docenti. Un passato cancellato da una guerra e che non DOVREBBE TORNARE. Dovremo aspettarci annunci del tipo:

“AAA. DOCENTE ESPERTO, BELLA PRESENZA, AUTOMUNITO, TITOLATISSIMO OFFRESI ANCHE PER RAPPORTI DIDATTICI NON PROTETTI ED OCCASIONALI” ???

Dovremo accontentarci di schiere di docenti bisognosi e asserviti al potere del Dirigente Scolastico, e prima ancora servili rispetto al potere politico di turno? O al “ benefattore” pagante della scuola/azienda

Ultimo e non da ultimo il problema del precariato.

Un esercito di insegnanti precari (oltre 200.000) in questi anni si sono sacrificati lavorando in condizioni non garantite ed assumendosi l’onere di studiare ulteriormente per abilitarsi, per superare concorsi, spendendo tempo e denaro, sacrificando famiglie ed interessi personali per ritrovarsi alla fine a combattere la guerra dei poveri. Ora il reclutamento avviene in maniera oggettiva. Servizio + laurea+dottorato di ricerca+specializzazioni universitarie ecc. danno luogo ad una graduatoria dove il primo sceglie dove andare e così viaDa domani con i concorsi una semplice “RACCOMANDAZIONE” potrà vanificare anni di sacrifici.

Il governo attuale che parla di grosse somme di denaro destinate alla stabilizzazione mente, sapendo di mentire, visto che buona parte del denaro oggi stanziato, da anni viene regolarmente speso per mantenere questo esercito di precari utili a far funzionare la Scuola.. Lo sforzo tanto propagandato sarà solo quello di integrare il sussidio di disoccupazione per luglio ed agosto (mesi in cui le scuole sono chiuse ed i precari non lavorano).

Le 100.701 assunzioni decantate non sono tali bensì trattasi di regolarizzazioni. Non viene creato alcun posto di lavoro in più in quanto i docenti sarebbero stati assunti ugualmente nel giro di 2/ 3 anni. Il motivo della stabilizzazione è originato dalla condanna subita dall’Italia il 26/11/2014 dalla Corte di Giustizia europeaper abuso di precariato( contratti ripetuti oltre 36 mesi) da parte dello Stato nella scuola. Inoltre colmo dei colmi, chi raggiungerà i 36 mesi di servizio non potrà più insegnare, PROPRIO PER NON INCORRERE PIU’ NEGLI STRALI DELL’EUROPA. VERGOGNA!

Ancora un appunto sulla valutazione, quando Renzi dice che non ci sarà più il 6 politico per la valutazione dei docenti: ma i docenti sono già stati valutati essendo entrati in ruolo per concorso o tramite graduatorie che però sono oggettive. Non è vero che non si voglia la valutazione, ma essa deve discendere da un elemento terzo, che non sia il Dirigente.

Deve arrivare una persona formata appositamente che si metta in aula e ascolti le lezioni, dicendo poi all’interessato cosa va bene e cosa no e specialmente come migliorarsi. Certo far lavorare i docenti fino a 67 anni di età non agevola i cambiamenti né i miglioramenti, anzi…

Nessun aumento economico ma con il costo della vita e le responsabilità lavorative in crescita di anno in anno. Il contratto non si rinnoverà almeno fino al 2018. A che serviranno i promessi 500 euro per i consumi culturali, quando molti lavoratori della scuola faticano ad arrivare alle fine del mese? E verso quali enti saranno indirizzati e condizionati questi “bonus”?

Infine: Perché fare una riforma della scuola contro chi ci lavora e chi la frequenta? Perche’ calata dall’alto? Ci sono problematiche da affrontare e la possibilità di migliorare, ma parliamone insieme. E soprattutto non necessita la velocità, se si vogliono fare bene le cose”. 

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