26 Aprile 2024 12:55

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IMPERIA. SCAJOLA, DOPO L’ARCHIVIAZIONE PER IL POSSESSO DI DOCUMENTI COPERTI DA SEGRETI DI STATO ECCO LA SITUAZIONE GIUDIZIARIA DELL’EX MINISTRO

In breve: A seguito della notizia della richiesta di archiviazione della procura di roma, per Claudio Scajola, in relazione all'accusa di detenzione illecita di materiale coperto da segreto di stato, l'ufficio stampa dell'ex ministro ha inviato una nota per riassumere tutti i proscioglimenti, archiviazioni e assoluzioni dell'on. Scajola.

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A seguito della notizia della richiesta di archiviazione della procura di roma, per Claudio Scajola,  in relazione all’accusa di detenzione illecita di materiale coperto da segreto di stato, l’ufficio stampa dell’ex ministro ha inviato una nota per riassumere tutti i proscioglimenti, archiviazioni e assoluzioni dell’on. Scajola.

Caso Biagiarchiviato dalla procura di Bologna nel 2002, riaperto nel 2015, tredici anni dopo, dallo stesso pm, Guastapane (per un reato già dichiarato prescritto nel 2009 dalla stessa procura). L’11 maggio 2015 il tribunale dei ministri, sezione di Bologna, senza attendere le determinazioni di Scajola e senza autorizzare la procura a procedere a interrogatorio nei suoi confronti, dichiara prescritte dal 2008 le accuse a carico dell’ex ministro dell’Interno e dell’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro.

Caso appartamento al Colosseo – scoppio della vicenda a maggio 2010. Scajola si dimette immediatamente. A luglio 2011 la procura di Perugia archivia senza recapitare nemmeno un avviso di garanzia. Ad agosto 2011 la procura di Roma invia un avviso di garanzia per finanziamento illecito a parlamentare. Il 27 gennaio 2014 Scajola viene assolto con formula piena (a reato prescritto, dunque il giudice rileva la manifesta innocenza dell’imputato). La procura ricorre: a settembre 2014, nel secondo grado di giudizio, Scajola è prosciolto per decorsi termini di prescrizione.

Novembre 2010 – Avviso di garanzia dalla procura di Imperia per associazione a delinquere nella realizzazione del porto di Imperia. Due anni (gennaio 2013) dopo fascicolo archiviato su richiesta della stessa pm che aveva indagato Scajola.

Novembre 2012 – La tangente più grande della storia d’Italia. La procura di Napoli contesta a Scajola la richiesta a Finmeccanica di una tangente da 500 milioni di euro per la vendita (mai realizzata) di fregate Fremm al Brasile. Il 31 gennaio 2015 lo stesso pm che lo aveva iscritto nel registro degli indagati, John Henry Woodcock, archivia le accuse.
2013 – è del 18 luglio l’inchiesta per detenzione illecita di anfora romana presso l’abitazione di Imperia. Al momento del sequestro (siamo alla quarta perquisizione presso casa Scajola) la moglie dell’ex ministro esibisce il permesso di regolare detenzione dell’anfora firmato dal soprintendente ai beni archeologici della Liguria. L’anfora viene comunque prelevata. Nel marzo 2015, lo stesso pm che ha avviato il procedimento ha chiesto l’archiviazione del caso.

8 maggio 2014 – Caso “Matacena”. Scajola viene arrestato presso un albergo di Roma per “tentativo di procurata inosservanza di pena”, un reato per il quale non è mai stato arrestato nessuno. L’indagine è condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Richiesta dal pm l’aggravante mafiosa collegata al presunto reato contestato viene rigettata prima dal gip e poi dal tribunale del riesame. Scajola resta nel carcere romano di Regina Coeli per 40 giorni. Poi fino a novembre resta confinato ai domiciliari. Dal 13 novembre 2014 a tuttoggi gli è imposto il regime dell’obbligo di residenza (può parlare al telefono liberamente, incontrare chiunque, ma non deve allontanarsi dal comune di residenza, Imperia).

28 maggio 2015 – Il pm romano Sergio Colaiacco chiede l’archiviazione delle accuse all’on. Scajola per “sottrazione illecita di atti”. Al momento del sequestro del materiale documentale, il 17 aprile 2013, due giorni dopo che erano cessate le prerogative parlamentari di Scajola, avvenuta a opera della polizia postale di Imperia, i principali organi di informazione avevano parlato di “dossier segreti” detenuti illecitamente dall’ex ministro. Secondo il pubblico ministero, invece, a due anni di distanza dalle accuse e dall’apertura del fascicolo, quelle carte non erano classificate come segrete o riservate e Scajola aveva tutto il diritto di conservarle.

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