19 Aprile 2024 17:36

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19 Aprile 2024 17:36

IMPERIA. GIRO DI FATTURE FALSE PER OLTRE 50 MILIONI DI EURO. NEL MIRINO DELLA GUARDIA DI FINANZA UNA SOCIETÁ INFORMATICA IMPERIESE

In breve: Le fatture di acquisto e vendita, riferite a operazioni inesistenti, hanno determinato un'evasione di imposta ai fini iva per oltre 10 milioni di euro. Sono 38 le società coinvolte e 23 le persone denunciate

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Imperia. In seguito ad una complessa verifica fiscale condotta nei confronti di una società imperiese attiva nel commercio di prodotti informatico/tecnologici, il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha scoperto un giro di fatture per operazioni inesistenti del valore di oltre 50milioni di euro. Le fatture di acquisto e vendita, riferite a operazioni inesistenti, hanno determinato un’evasione di imposta ai fini iva per oltre 10 milioni di euro. Sono 38 le società coinvolte e 23 le persone denunciate per per la consumazione dei reati di emissione e/o utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, indebita compensazione ed infedele dichiarazione.

La “frode carosello” riscontrata era caratterizzata dalla presenza di società cosiddette “cartiere” le quali, oltre ad essere delle mere finzioni giuridiche in quanto esistono solo “sulla carta” senza, quindi, nessuna operatività, emettevano fatture false e false lettere d’intento nei confronti di altri operatori economici, con lo scopo di far perdere le tracce del denaro e dei beni falsamente venduti. 

La ricostruzione del circuito cartolare (fatture) ha evidenziato numerose transazioni prive di ragioni economiche: la merce venduta dalla società cartiera, infatti, dopo numerose operazioni ritornava, anche in pochi giorni, alla stessa, favorendo così la società imperiese che, cliente diretta della cartiera o indiretta attraverso lo schermo di una altra società compiacente anche con sede all’estero, beneficiava di un consistente vantaggio fiscale e di prezzi di acquisto vantaggiosi.

E’ stato accertato come gli attori della frode, al fine di avvalorare l’effettività delle operazioni, oltre ad effettuare i pagamenti a mezzo home banking, si avvalevano di piattaforme logistiche, senza che, però, la merce si fosse mai mossa dai luoghi di deposito.
L’attività ha interessato numerosi stati europei quali Austria, Inghilterra, Portogallo, Estonia, Olanda, Germania e la Svizzera.

L’attività investigativa ha consentito di eliminare dal mercato operatori economici che avvalendosi del sistema criminoso individuato, producevano effetti distorsivi del mercato, potendo, infatti, vendere beni a prezzi vantaggiosi, a scapito, invece, dei commercianti onesti.

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