24 Aprile 2024 13:22

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24 Aprile 2024 13:22

DA TAGGIA ALL’UNIVERSITÀ DI RIGA (LETTONIA). IL PROF. FABIO BOERO:”LE AZIENDE ITALIANE DELOCALIZZANO, L`ITALIANO SERVE” / L’INTERVISTA

In breve: È la storia di Fabio Boero, 34 anni originario di Taggia, "cervello in fuga", da alcuni mesi docente di italiano giuridico all''Università della capitale lettone...

lettonia boero

Dalla scuola edile di Imperia all’Università statale di Riga (Lettonia). È la storia di Fabio Boero, 34 anni originario di Taggia, “cervello in fuga”, da alcuni mesi docente di italiano giuridico all”Università della capitale lettone, fino al 1991 sotto il controllo dell’Unione Sovietica. Riga però è solo l’ultima tappa lavorativa di Fabio che in passato ha avuto esperienze lavorative nell’est Europa: Ucraina, Russia e Polonia.

ImperiaPost lo ha intervistato.

Cosa l’ha portata ad andare a lavorare all’estero?

“Andando all’estero ho potuto fare quello che desideravo, ossia, insegnare. Mi sono diplomato in ragioneria e laureato in giurisprudenza ma non ho mai esercitato nessuna delle due professioni.  Ho conseguito un master di secondo livello sulle metodologie dell’insegnamento delle lingue straniere all’Università di Siena e così ho iniziato a girare l’Europa”.

In Italia non ci sono sbocchi lavorativi?

“In Italia ho insegnato educazione civica e italiano alla scuola Edile di Imperia e ho tenuto un corso di “tecniche di interpretariato” per mediatori interculturali al centro Pastore. Ho tenuto un corso anche al Centro di Cultura italiana “Fabrizio De André” a Sanremo ma quando a maggio hanno accettato la mia proposta di aprire un corso fuori piano di italiano giuridico ho deciso di partire”.

É la prima esperienza che svolge all’estero?

No. In precedenza ho diretto il Centro italiano di cultura Fabrizio de Andrè a Kiev,  all’Università Shevchenko di Kiev, l’università Mechnikova di Odessa, in alcune scuole a Mosca e in Polonia. Nel 2011 ho vinto il premio Edilingua con un mio progetto e ho seguito per tanti anni progetti culturali legati all’insegnamento della lingua italiana in Ucraina e Polonia.Per quanto riguarda la lingua sono abilitato all’insegnamento basico della lingua russa dal Lev Tolstoy russian center e questo è stato molto di aiuto visto che la maggioranza della popolazione di Riga parla proprio russo”.

Dal punto di vista lavorativo ci sono più occasioni secondo te all’estero rispetto all’italia?
“In Italia quello che insegno non esiste nemmeno quindi nel mio settore certamente si. Però qui si vive un pò quello che c’è in quasi tutti i Paesi ex sovietici, una forte disparità tra ricchi e poveri. I costi poi con l’euro, manco a dirlo, sono aumentati molto ma gli stipendi medi del Paese sono piuttosto bassi per il resto c’è aria di Europea, nel senso di ordine e tranquillità. Le varie etnie convivono senza particolari problemi”. 
 
Come mai si studia l’italiano giuridico?
Ci sono alcune aziende italiane che hanno delocalizzato e quindi ha anche un senso studiare la lingua italiana. L’Università lettone offre l’italiano come lingua romanza insieme al francese, lo spagnolo e il portoghese. Nonostante la lingua italiana sia, nel panorama delle lingue studiate, una lingua di nicchia, a Riga esiste una squadra di professori che, spesso a fianco dell’Ambasciata, si danno da fare con pazienza per proporre eventi, musica e arte.
Alcuni eventi li presenterò io stesso all’università, aperti a studenti e non ogni venerdì sera grazie al contributo dell’Associazione culturale “Coccinella” di Sanremo”.

Due parole su Riga?

“Riga è poi una città bellissima con un centro mozzafiato che vede l’unione del fiume Daugava nel mar baltico in un incrocio di colori e forme architettoniche che lasciano senza parole.
Gli standard europei hanno di certo fatto cambiare il Paese che non ha più molto di unione sovietica ma si è trasformato in un Paese europeo sotto ogni profilo.
Il clima di certo non è un punto a favore della Lettonia in quanto la presenza del mare dà un freddo tagliente solo relativamente in linea con quanto dice il termometro. Mentre in questo momento in riviera le spiagge brulicano ancora di gente che passeggia o si rilassa al sole, qui già siamo sotto zero e non si può uscire di casa senza guanti e cappellino.
L’Università è molto organizzata e cerca di dare tutte le strutture ai docenti affinchè possano svolgere al meglio il loro lavoro. Nella facoltà di filologia abbiamo una biblioteca davvero fornita, un collegamento wifi in ogni punto dell’università, aule didattiche dove poter visionare video, audio e tecniche divise in cabine etc…” 

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