25 Aprile 2024 19:52

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25 Aprile 2024 19:52

IMPERIA. LA MISSIONE PER I TERREMOTATI DELL’AQUILA DIVENTA UNA VACANZA CON L’AMANTE. A PROCESSO EX COMANDANTE DEI VIGILI DEL FUOCO. ECCO COME SI È GIUSTIFICATO DAVANTI AL GIUDICE/L’UDIENZA

In breve: Nel settembre del 2009, secondo la Procura della Repubblica di Imperia, trasformò una missione a l’Aquila, da poco devastata dal terremoto, in una vacanza con l’amante.

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Nel settembre del 2009, secondo la Procura della Repubblica di Imperia, trasformò una missione a l’Aquila, da poco devastata dal terremoto, in una vacanza con l’amante. Per quei fatti l’ex Comandante dei Vigili del Fuoco di Imperia Vincenzo Giordano è sotto processo con le accuse di peculato e falso ideologico. Questa mattina in Tribunale a Imperia ha parlato proprio Giordano, interrogato dal PM Alessandro Bogliolo e dal suo avvocato difensore.
Giordano ha ricostruito il viaggio verso l’Aquila in compagnia di M. E. T., con la quale, ha raccontato al giudice l’ex Comandante Giordano, “avevo una relazione occasionale”, funzionario dei Vigili del Fuoco di Rimini, nei giorni in questione in ferie.

“Nel mese di agosto andai per la prima volta all’Aquila. Nel dopo cena si usciva per un caffè. Uno degli ultimi giorni incontrai M. E. T., funzionario dei Vigili del Fuoco di Rimini. Ci scambiammo i numeri di telefono. Non ci vedemmo in altre occasioni prima del viaggio all’Aquila. Ci furono solo alcuni contatti telefonici. Relazione occasionale? Si, la prima volta nella notte tra il 2 e il 3 settembre. L’1 settembre mi trovavo a Imperia quando in giornata arrivò il provvedimento con il quale veniva disposta la mia missione all’Aquila dal 3 al 13 settembre con autista e autovettura di servizio”.

“Prima di spiegare il mio viaggio devo fare una premessa. Io avevo a disposizione una camera all’interno della scuola gestita dalla Guardia di Finanza. La camera, però, era a disposizione solo dal 4 settembre, in quanto fino a quel giorno nella disponibilità del dirigente con il quale era previsto l’avvicendamento. Tra il 2 e il 3 settembre, quando io ero già in viaggio per l’Aquila, non avevo dunque un posto dove dormire. Io partii il 2 settembre. Siccome mi sarei assentato dal lavoro per dieci giorni, lavorai sino all’ultimo, sino alle 10 del mattino del 2 settembre. Poi partii per Cuneo, dove risiedo. La mia famiglia era con me a Imperia e dunque non potevo fare altro che passare dal Piemonte per riportarli a casa. Partii con la mia macchina e chiesi all’autista di raggiungermi con la mia famiglia a distanza di qualche ora. Questo non influiva sull’orario dell’autista, vorrei precisarlo. Il motivo? In casi di emergenza, come ad esempio il terremoto dell’Aquila, i Vigili del Fuoco non hanno più orari, ma lavorano senza soluzione di continuità”.

“Partimmo da Cuneo nel pomeriggio del 2 settembre. Ci immettemmo sull’Autostrada Torino-Savona. Arrivammo alla barriera di Torino Sud, poi ci immettemmo sulla Piacenza-Brescia e infine ci dirigemmo verso Bologna. Arrivammo all’altezza di Parma intorno all’ora di cena. All’epoca mio nipote studiava a Parma all’Università. Lo chiamai e ci fermammo a cena da lui. Cenammo e ripartimmo per Bologna. Arrivammo a Rimini, lasciamo l’Autostrada e ci recammo sotto casa di M. E. T. Lei era già pronta, salimmo in macchina e ripartimmo verso l’Aquila”.

“Viaggiammo sino alle 24. Trovammo un albergo ad Ancona. Era logisticamente perfetto, perché il mattino seguente in un paio d’ore avremmo raggiunto Roma. Io dormii con la signora M.E.T.. Pagai io la camera, mentre la camera dell’autista venne rimborsata. Il 3 settembre partimmo per l’Aquila. Ovviamente telefonai per avere delucidazioni in merito a orario e modalità di avvicendamento. Il mio collega mi disse che il cambio di consegne era posticipato al pomeriggio in quando avrebbe dovuto completare un lavoro. Nel pomeriggio, ma prima delle 18, quando era in programma la riunione operativa”.

“Decidemmo così di allungare sino a Roma, avendo mezza giornata libera a disposizione. In quel periodo era in corso il trasferimento del Comando dei Vigili del Fuoco di Imperia dall’Argine Destro all’ex Caserma Crespi. Servivano fondi statali per completare il trasferimento. Mi recai così negli uffici romani competenti e successivamente al Viminale. Terminati i miei impegni istituzionali, andammo a pranzo, io, l’autista e M.E.T., in una birreria nel centro di Roma. Intorno alle 3 circa, ripartimmo per l’Aquila dove, prima delle 18, completai l’avvicendamento”.

“Il 4-5 settembre lavorai regolarmente. La signora T. dormi con me nella mia camera. Il 6 settembre io finii di lavorare intorno alle 17, prima del solito dunque, perché era in programma il concerto di Riccardo Muti per i terremotati. Partecipammo tutti, perché si svolse alla presenza del Presidente della Repubblica. Io dovevo essere a Roma la mattina dell’8 settembre per una riunione. Chiesi l’autorizzazione per interrompere la missione per un giorno. Parlai con l’autista, decidemmo di partire nella serata del 6 settembre e di viaggiare di notte. Non ci furono soste, passammo da Rimini per lasciare la signora T. e poi ritornammo a Cuneo. Autorizzazioni per portare una terza persona in auto? Non credo ve ne fosse bisogno, o almeno non per quanto a mia conoscenza”.

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