19 Marzo 2024 03:35

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19 Marzo 2024 03:35

IMPERIA. PERCORRE OLTRE 2 MILA KM PER UN PROCESSO A IMPERIA, MA IL GIUDICE RINVIA L’UDIENZA. L’AVVOCATO LEONE: “VICENDA ANCORA PIÙ GRAVE PERCHÉ…”/IL CASO

In breve: In merito alla replica del Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Imperia dr. ssa D. Aschero circa la vicenda del cittadino moldavo che è venuto da Chisinau per, un processo a Imperia, poi rinviato, l'avvocato Mario Leone...

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“In merito alla replica del Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Imperia dr. ssa D. Aschero circa la vicenda del cittadino moldavo che è venuto da Chisinau per, un processo a Imperia, poi rinviato, è ancora più grave di quanto sin d’ora è emerso dagli organi di informazione”. Inizia così la replica dell’avvocato Mario Leone al presidente della sezione Penale del Tribunale di Imperia.

“La vicenda, in realtà, è ancora più grave di quanto sin d’ora è emerso dagli organi di informazione poiché l’imputato era stato espulso dal Territorio dello Stato Italiano dal Prefetto di Imperia nel 2014 a seguito dei fatti di cui al procedimento penale in corso con divieto al rientro prima di 5 anni, si è dovuto chiedere alla Questura di Imperia una speciale autorizzazione per poter partecipare al processo del 1° aprile.

Trattasi di procedura prevista dal Testo Unico sull’Immigrazione che i legali attivano solo in casi particolari, ravvisandone la necessità. La Questura di Imperia ha concesso l’autorizzazione con posta elettronica certificata del 16 marzo inviandone copia al legale sottoscritto, al Tribunale di Imperia ed all’Ambasciata Italiana in Chisinau, disponendo anche l’annotazione sui terminali della Polizia di tutta Italia.

Insomma un grande lavoro da parte della Questura, dell’Ambasciata Italiana a Chisinau e della Polizia di Frontiera, tutto inutile.

L’udienza filtro di cui fa cenno il Presidente dr.ssa Aschero serve appunto per verificare eventuali questioni preliminari e nel caso occorreva chiarire, con la presenza dell’imputato, che a seguito della sua espulsione, non aveva avuto notizia dell’udienza preliminare del luglio 2015 (rinviata a dicembre) ed il difensore aveva rinunziato al mandato difensivo pochi giorni prima di tale udienza dando atto di non aver potuto contattare il cliente non avendo recapiti all’estero.

Quanto sopra era ciò che il difensore avrebbe voluto esporre al Giudice il 1° aprile alla necessaria presenza dell’imputato ma non è stato possibile in quanto per ben tre volte si è cercato di evidenziare la sussistenza di una particolare questione preliminare, ma il Giudice non ha inteso ascoltare nulla perché non di sua competenza.

Men che meno mettere alcunché a verbale, di talché si ha qualche dubbio che tratta vasi di vera e propria udienza filtro ma piuttosto di un errore nelle designazioni. Ciò è pacifico ed incontestabile, avvenuto alla presenza di un’aula colma di difensore e Magistrati. Sicché il sottoscritto ha dovuto rinunziare ad esporre la questione che sarà necessariamente riproposta alla prossima udienza che verrà fissata.

Ma il mal funzionamento della Giustizia deriva dal fatto che in Cancelleria Penale l’autorizzazione della Questura di Imperia era pervenuta 15 giorni prima dell’udienza e sarebbe stata sufficiente una telefonata al difensore per comunicare che il Giudice avrebbe necessariamente rinviato l’udienza.

L’imputato, il quale tra l’altro era stato scagionato sia dal Tribunale del Riesame di Genova che dalla Corte di Cassazione nel corso del 2014, ma ciononostante ha ricevuto un rinvio a giudizio, era quella mattina visibilmente contrariato e la presenza di giornalisti nelle aule del Tribunale ha fatto sì che la vicenda diventasse pubblica”.

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