29 Marzo 2024 13:59

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29 Marzo 2024 13:59

ESCLUSIVA IMPERIAPOST. “CORRETTI PRINCIPI CONTABILI”. REGOLARE LA COSTRUZIONE DEL PORTO, ESCLUSA LA BANCAROTTA/ECCO LE CONCLUSIONI DEL PERITO DEL PM

In breve: Il perito del Pm ha invece escluso che vi possano essere gli estremi dei reati di bancarotta, false comunicazioni sociali, dichiarazione infedele e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti

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E’ una conclusione a suo modo sorprendente quella a cui è giunto Valter Oldrà, il commercialista genovese al quale la Procura della Repubblica di Imperia ha affidato la perizia tecnica per stabilire se via siano o meno i presupposti della bancarotta fraudolenta nell’ambito della procedura di fallimento della Porto di Imperia SPA.

Il perito del Pm ha infatti escluso che vi possano essere gli estremi dei reati di bancarotta, false comunicazioni sociali, dichiarazione infedele e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti in tutte quelle operazioni finanziarie della Porto di Imperia Spa e dei suoi amministratori, che, al contrario, nel corso degli ultimi anni, erano finite nell’occhio del ciclone in quanto considerate illecite e poco trasparenti.

In particolare, l’affidamento dei lavori all’Acquamarela costituzione dell’ipoteca, il movimento di denaro, tramite fatture, tra Porto di Imperia Spa e Acquamare, la catena di subappalti e il pagamento degli stipendi agli amministratori nel corso del regime di concordato preventivo.

Il motivo? Tutte le operazioni finanziarie che hanno portato alla costruzione del porto e alla successiva gestione sono state portate seguendo “corretti principi contabili“. 

Nel dettaglio, il professionista genovese ha escluso la bancarotta per quanto concerne:

– le fatture messe da Porto di Imperia Spa nei confronti di Acquamare nei periodi d’imposta dal 2007 in poi con riguardo al contratto di sub-concessione (“corrispettivo anticipato e soggetto ad IVA che può ritenersi effettivo, reale e non fittizio“).

i bilanci degli esercizi dal 2007 al 2012 di Porto di Imperia, con riguardo ai contratti di “affidamento” e di “subappalto” con Acquamare e di costituzione di ipoteca con le banche finanziatrici di Acquamare (“corretti principi contabili” e “non appaiono di ostacolo alla ricostruibilità del patrimonio e del movimento degli affari della Porto di Imperia Spa“).

le dichiarazioni dei redditi e dell’IVA per i periodi d’imposta dal 2007 in poi della Porto di Imperia Spa, con riguardo al contratto di affidamento con Acquamare (“non traspare alcuna intenzione a voler evadere le imposte e vi risultano annotati costi soggetti ad IVA, in conformità con la normativa fiscale“).

il corrispettivo certo e anticipato, addebitato da Porto di Imperia Spa ad Acquamare con riferimento al contratto di sub-concessione (“essendo idoneo a escludere in seno alla Porto di Imperia Spa la probabilità di una perdita operativa per gli anni di durata futura della concessione demaniale e parimenti idoneo a far ritenere più probabile in seno ad Acquamare una perdita operativa per gli stessi anni futuri, dando così il proprio contributo essenziale a traslare il rischio di impresa da Porto di Imperia Spa ad Acquamare, e non viceversa“).

i bilanci degli esercizi dal 2008 al 2012 della Porto di Imperia, con riguardo agli accordi e agli atti per l’affidamento a Getoil della gestione dell’impianto di distribuzione carburante (“corretti principi contabili” e “non appaiono di ostacolo alla ricostruibilità del patrimonio e del movimento degli affari della Porto di Imperia Spa“).

i compensi, già crediti chirografari, corrisposti dalla Porto di Imperia Spa ai suoi amministratori pro-tempore in epoca in cui lo “stato di grave crisi finanziaria e di liquidità”, detto anche “rischio di insolvenza” della società era già noto (“trattandosi di compensi funzionali alla prosecuzione dell’attività Porto di Imperia Spa che aveva optato per un concordato preventivo in continuità d’impresa“).

Conclusioni, quelle del perito, che però non escludono totalmente il reato di bancarotta che, invece, viene riscontrato in un’operazione gestita dalla Porto di Imperia Spa, ma non direttamente legata alla costruzione del porto turistico, ovvero l’acquisizione e il finanziamento della Salso. Conclusioni, queste ultime che inguaiano, e non poco, tutti gli amministratori della Porto di Imperia Spa dal 2008 sino al 2013.

 

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