19 Aprile 2024 02:46

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19 Aprile 2024 02:46

DIANO MARINA. COLPO DI SCENA IN TRIBUNALE. VOTO DI SCAMBIO “LIGHT” E ABUSO D’UFFICIO, SEPARATI I PROCESSI/L’UDIENZA

In breve: Il processo per voto di scambio è stato così rinviato al 16 gennaio per l'assegnazione a un giudice monocratico, mentre il processo per abuso d'ufficio è stato rinviato al 1 dicembre

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Colpo di scena questa mattina in Tribunale nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati, con le accuse di voto di scambio “light” e abuso d’ufficio, il sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori, il suo vice Cristiano Za Garibaldi, l’ex assessore allo sport Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta (oggi consigliere comunale), l’amministratore unico della G.M. S.p.A. Domenico Surace, Giovanni Surace (padre di Domenico, ndr) e Giovanni Sciglitano (commerciante ambulante).

Il collegio composto dai giudici Aschero, Bonsignorio e Lungaro, infatti, ha accolto l’eccezione presentata da uno dei legali della difesa, l’avvocato Stefania Uva,  che chiedeva la separazione dei due procedimenti penali, quello relativo all’abuso d’ufficio (l’unico imputato è il Sindaco Chiappori) e quello relativo al voto di scambio “light”, in quanto reati diversi, avvenuti in contesti diversi.

Il processo per voto di scambio è stato così rinviato al 16 gennaio per l’assegnazione a un giudice monocratico, mentre il processo per abuso d’ufficio è stato rinviato al 1 dicembre. Il Pm Alessandro Bogliolo ha chiesto, nell’ambito del procedimento in esame, la trascrizione di quattro intercettazioni telefoniche ritenute di particolare importanza.

LE ACCUSE

VOTO DI SCAMBIO “LIGHT”

Imputati Giacomo Chiappori, il suo vice Cristiano Za Garibaldi, l’ex assessore allo sport Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta (oggi consigliere comunale), l’amministratore unico della G.M. S.p.A. Domenico Surace, Giovanni Surace (padre di Domenico, ndr) e Giovanni Sciglitano(commerciante ambulante).

L’accusa sostiene che la nomina di Domenico Surace ad amministratore unico della G.M. S.p.A. sia frutto di una sorta di promessa pre-elettorale fatta dal sindaco Chiappori in cambio dell’appoggio elettorale. Inoltre, agli imputati vengono contestati anche altri episodi considerati dall’accusa favori in cambio di voti.

ABUSO D’UFFICIO 

Unico imputato è Chiappori. Secondo l’accusa, avrebbe invitato un agente della Polizia Municipale Paolo Goina, ad annullare una multa comminata al titolare di un locale per un dehor privo delle necessarie autorizzazioni.

Nel dettaglio, secondo quanto ricostruito dalla Procura, il locale aveva chiesto una proroga per il dehor, da sei mesi a un anno. Richiesta che però era stata respinta dagli uffici comunali. Durante un sopralluogo la Polizia Municipale trovò il dehor ancora montato, con i titoli però scaduti. Secondo l’accusa fu in quell’occasione che il Sindaco Chiappori invitò l’agente ad annullare la multa di 160 euro elevata al titolare del “Caffé Teatro” di via Cairoli. Il vigile urbano, profondamente contrariato, denunciò l’accaduto in Procura. Da qui l’avvio dell’inchiesta per abuso d’ufficio.

 

 

 

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