20 Aprile 2024 03:24

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20 Aprile 2024 03:24

DA IMPERIA A BASILEA PER LAVORARE COME PROJECT MANAGER. SIMONE SURIANO:”HO DECISO DI CAMBIARE VITA A 41 ANNI PERCHÈ…”/LA STORIA

In breve: Ancora una volta arriva la conferma che lo studio e l'impegno premiano la fatica e il sacrificio adoperati per raggiungere i propri obiettivi.

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Ancora una volta arriva la conferma che lo studio e l’impegno premiano la fatica e il sacrificio adoperati per raggiungere i propri obiettivi. La storia che raccontiamo oggi è quella di Simone Suriano, 41 enne imperiese che, recentemente, come molti altri suoi concittadini, ha lasciato la città per seguire il suo percorso lavorativo, trasferendosi a Basilea, in Svizzera. Imperia, però, ha giocato un ruolo fondamentale nel percorso di Simone, sia a livello personale sia lavorativo, e, per questo, il legame con il luogo dove è cresciuto è ancora forte (candidato alle scorse elezioni comunali nella lista del Laboratorio per Imperia).

Già da anni Simone si occupa di sviluppo software e consulenza per diverse realtà nazionali e internazionali nella ricerca clinico-farmacologica, in ambito Information Technology, all’interno dell’azienda GM Servizi S.r.l. di Imperia, e da un anno e mezzo, si è spostato in Svizzera per lavorare su progetti sempre più importanti e ampliare le sue competenze. Un continuo mettersi in gioco, con una sfida nuova dietro l’altra, sviluppando la capacità di cambiare e adattarsi a seconda delle esigenze. Sono queste le qualità che Simone ha interiorizzato e continua a coltivare, nella sua esperienza.

PARTIAMO DA IMPERIA, QUALE RUOLO HA GIOCATO QUESTA CITTÀ NELLA TUA CARRIERA?

“Sono nato e cresciuto a Imperia e questa città ha giocato un ruolo importante sia nel mio percorso formativo che professionale. Qui ho frequentato le elementari in Borgo San Moro, le medie alla Nazario Sauro e la scuola superiore ITCG “Ruffini”, dove ho seguito il corso come Ragioniere programmatore. Gli insegnanti di allora, in particolare Silvia Porretti (Matematica) e Massimo Raineri (Informatica) sono stati di fondamentale importanza nelle mie scelte successive. Ho poi concluso gli studi all’università degli studi di Genova con la laurea in Ingegneria Informatica e in particolare con una tesi sulla Robotica Mobile Autonoma.

Anche il percorso lavorativo passa “paradossalmente” solo da Imperia: lavoro attualmente e ho sempre lavorato per la ditta “GM Servizi S.r.l”. Per loro ho svolto lavoro di sviluppo software e consulenza per diverse realtà nazionali e internazionali della ricerca clinico-farmacologica, sempre in ambito Information Technology (IT)”.

QUANDO È ARRIVATO IL MOMENTO DI LASCIARE LA CITTÀ PER TRASFERIRTI A BASILEA? COSA FAI LÌ?

“Ho “lasciato” la città a gennaio 2016, poco più di un anno fa. C’era la possibilità di lavorare su grossi progetti per un importante cliente Svizzero direttamente qui a Basilea, dove mi sono trasferito. Ho deciso che era il momento di fare questo genere di esperienza per accrescere le mie competenze e per una nuova esperienza di vita. Fortunatamente torno spesso a Imperia, un weekend “lungo” ogni quindici giorni di solito. Il percorso lavorativo è stato “anomalo”, ho subito cominciato a lavorare assunto a Imperia su progetti “a distanza” per questa azienda svizzera, e sostanzialmente sono cresciuto lavorativamente in questo ambiente, e ora mi sono spostato a Basilea per svolgere direttamente da qui i ruoli di Project Manager e Integration Engineer. La cosa “strana” è che alcuni colleghi con cui lavoro da quasi 14 anni, li ho conosciuti di persona per la prima volta qualche mese fa, prima per me erano solo “testi” di email o nella migliore delle ipotesi “voci” al telefono”.

TORNERESTI A VIVERE QUI?

Come tutte le persone di mare, assolutamente sì. Sono immensamente nostalgico non lo nego. Ma viaggiare mi piace, lo ho nel sangue, merito credo di un papà, Roberto, autista di pullman adesso in pensione, che ha girato mezzo mondo”.

COSA HAI IMPARATO DURANTE QUESTI ANNI DI LAVORO COME….?

“Il mondo della ricerca clinica è un mondo strettamente normato, in cui la documentazione e il tracciamento hanno spesso tanta importanza quanto l’aspetto tecnico e tecnologico. Ho dovuto imparare molte cose di altra natura da inserire nel mio bagaglio accanto alle capacità tecniche (gestione di meeting e risorse umane, team di sviluppo, presentare in pubblico il lavoro svolto o i progetti, preparare budget e interagire con clienti e fornitori, e molte altre cose). Conoscere molto bene la lingua inglese ovviamente è stato fondamentale”.

UN PROGETTO DI CUI SEI PARTICOLARMENTE SODDISFATTO?

“Il primo progetto per cui ho lavorato quando sono arrivato qui: l’integrazione (trasferimento automatico) di documenti tra due sistemi di gestione documentale. Ho lavorato con un team interno di altre 2 persone ma ho seguito direttamente lo sviluppo. Il fornitore di uno dei due sistemi era svizzero, l’altro nella East Coast degli USA. Alla fine del progetto sono rimasto davvero sorpreso di sapere che i fornitori si erano trovati cosi’ bene a lavorare con me e avevano “imparato” talmente tante cose (parole loro), che avevano deciso di non fatturare la loro parte di lavoro svolto. Oltre al risparmio economico (probabilmente ben poca cosa per una azienda così grande) la soddisfazione personale e quella dei miei capi nel comprendere questa cosa è stata davvero notevole”.

PARLACI DI BASILEA, QUALI DIFFERENZE CI SONO NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI RISPETTO A IMPERIA?

Sono qui solo da un anno e due mesi, più qualche trasferta più breve prima del trasferimento. Basilea è una città parecchio più grande, difficile fare un confronto diretto. Ha il pregio di essere una città di cultura (oltre 40 musei, per fare un esempio), di musica, di teatro. Trovare un modo per trascorrere il tempo libero non è difficile. È però forse una città un po’ più fredda, non solo nel meteo, ma anche nel carattere delle persone. La vita qui è molto più cara rispetto all’Italia. Ci si può spostare a Basilea e dintorni con i soli mezzi pubblici molto facilmente, l’auto è davvero evitabile (molti altri colleghi trasferiti qui la hanno eliminata del tutto). Insomma le differenze sono naturalmente molte”.

LA TUA GIORNATA TIPO?

“In settimana: sveglia alle 6.15 circa, preparativi e colazione, tram fino all’ufficio dove entro per le 8. Alle 12 pausa pranzo, piccola passeggiata nel parco dietro agli uffici e si riprende per le 13.30. Salvo imprevisti o necessità di proseguire oltre orario, per le 17.30 si esce, spesa al supermercato nel percorso verso casa o giro in centro. Dopo cena, alla sera, niente TV ma lunghe passeggiate, la città è tranquilla e sempre piena di gente.

Nel weekend si trova sempre qualcosa da fare in città, altrimenti piccolo viaggio bus-tram-treno per visitare qualche altra città nei dintorni sono le attività che preferisco (se non ho cose da “studiare”). Sono cristiano e cattolico e la messa la domenica sera a Santa Clara in Claraplatz (in italiano e per gli italiani) è un momento per me molto bello, oltre che occasione di incontro con i connazionali”.

QUALCHE ANEDDOTO CURIOSO?

La bicicletta è molto usata e qui i ciclisti vengono multati con veri e propri verbali molto di frequente (cosa che da noi non succede invece spesso direi). La puntualità svizzera non è uno stereotipo ma percepita come un vero e proprio valore aggiunto. Noi Italiani siamo invece spesso apprezzati, almeno nel mio ambiente, per essere grandissimi e ottimi lavoratori, il che mi inorgoglisce”.

PROGETTI PER IL FUTURO?

Sempre troppi! Personalmente, una bella famiglia mia (anche se siamo in alto mare), prendere la patente della moto e provare a impostare un progetto per l’informatizzazione delle aree povere del mondo (come alcuni paesi dell’Africa): lo trovo un modo di provare a mettere a frutto per una ragione benefica e positiva le mie competenze in un ambito di volontariato”.

IN CANTIERE SAPPIAMO CHE C’È UN PROGETTO CHE RIGUARDA UNA SCUOLA DI IMPERIA. DI COSA SI TRATTA?

È un progetto molto concreto e di prossima realizzazione che riguarda in un certo senso i miei giovani concittadini di Imperia e lo cito volentieri. Sono stato contattato dalla professoressa Giampiera Lupi, insegnante di Filosofia dell’istituto Magistrale Carlo Amoretti, per tenere una lezione sulla “Etica dei Robot” (il termine “roboetica” è stato “coniato” proprio a Genova) per preparare i ragazzi ad un convegno su questo tema. Mi piace rendermi disponibile per queste iniziative quando posso“.

COSA NE PENSI DELLA CRISI ECONOMICA CHE STA ATTRAVERSANDO IMPERIA?

“La difficoltà economica sta attraversando un po’ tutto il paese. La nostra è un’area che si è particolarmente indebolita per quanto riguarda il comparto industriale e alcuni trainanti “storici” come la floricoltura, solo per fare un esempio. Abbiamo avuto la chiusura dell’Agnesi di recente e inoltre permangono seri problemi di infrastrutture e di trasporto (sia delle merci che delle persone). Personalmente penso che le migliori opportunità per la città possano arrivare proprio dalle nuove tecnologie e soprattutto dall’offerta e vendita di servizi professionali altamente qualificati nel settore delle tecnologie dell’informazione, della matematica e della statistica che oggi come oggi richiedono infrastrutture prevalentemente “virtuali”, quindi, sarebbe importante che la città si attivasse verso questo settore”.

COSA CONSIGLIERESTI AI GIOVANI IMPERIESI CHE STANNO PER ENTRARE NEL MONDO DEL LAVORO?

“Premesso che un briciolo di fortuna è indispensabile nell’incrociare capacità e opportunità, quello che mi sento di consigliare è di orientare sempre la propria scelta di studio e poi lavorativa verso qualcosa che ti dia la sensazione di “divertirti” mentre lavori. Intendiamoci, tutti i lavori sono duri e presentano difficoltà, richiedono energie mentali e fisiche, ma mantenere viva la motivazione nel proprio percorso lavorativo è essenziale. Penso che sia importante essere sempre pronti a “cambiare” ed adeguarsi, pur restando nel proprio settore.

Circa le tecnologie emergenti e i percorsi di studio e professionali, mi sento di suggerire per chi ha le capacità e le attitudini, i settori dell’intelligenza artificiale, delle robotica e delle “macchine che imparano” (Machine Learning). Occuperanno posizioni di primo piano nei prossimi 30 anni, così come l’informatica tradizionale ha in sostanza occupato gli scorsi 30″.

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