24 Aprile 2024 03:55

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24 Aprile 2024 03:55

Indulgenza sul Porto Turistico: ci sono tracce di piombo e idrocarburi “Riduttivo concludere che risalgano agli anni ’60”

Pasquale Indulgenza

Apprendiamo da notizie di stampa dei prelievi e dei test antinquinamento nei fondali antistanti il porto turistico annunciati dalla “Porto di Imperia” spa. Si fa riferimento, in particolare, alle tracce di piombo e di idrocarburi trovate qualche anno fa.

Leggiamo altresì che per la società dette sostanze sono presenti in “quantità non preoccupanti” e che è ben probabile che nei fondali dell’area del porto insista una presenza di sostanze nocive risalenti agli anni sessanta e alla ‘disinvoltura’ con cui certe operazioni venivano fatte in allora.

La rievocazione di quest’ultima circostanza può avere una sua pertinenza, ma, francamente, ci sembra un pò affrettato e riduttivo concludere, dietro quell’unica ipotesi, come è stato scritto, che “è molto facile che l’inquinamento nel porto della regione San Lazzaro sia un retaggio degli anni sessanta”.

Il problema dei possibili rischi di inquinamento nell’area soggetta o interessata alle operazioni del nuovo gigantesco porto, già sollevato da più parti, è uno degli aspetti che hanno suscitato il maggior interesse nei cittadini (ai più attenti dei quali di certo non sfugge che già l’occupazione e l’attraversamento delle acque costiere con migliaia di natanti è intrinsecamente motivo di rilevante compromissione dei preesistenti equilibri naturali, per non parlare dell’impatto ambientale della stessa, enorme infrastruttura).

Posto che l’iniziativa oggi resa nota appare tanto sensata quanto tardiva, sorprende che, contestualmente, non si parli della problematica della cosiddetta spiaggia artificiale e del suo specchio acqueo, antistante il Parco Urbano, e dell’inchiesta avviata in proposito dalla Procura della Repubblica a seguito di un esposto prodotto dal sottoscritto, Mariano Mij e Alberto Gabrielli, tutti esponenti del P.R.C, col quale si manifestavano dubbi e preoccupazioni riguardo alle modalità di realizzazione della stessa, ai materiali utilizzati e riversati e alle possibili, negative implicazioni per lo stato delle acque e dell’ecosistema dei luoghi. E che non si faccia riferimento ai controlli richiesti all’ARPAL e a quale risulti l’esito degli stessi. E che non si ricordino, infine, le riserve riguardanti la lunga presenza dell’enorme montagna di terra lasciata progressivamente crescere nella zona del cantiere, tra il cosiddetto capannone abusivo e la spiaggia in via di realizzazione. Siamo proprio sicuri che nell’area di cui trattasi non si diano fenomeni di eutrofizzazione da mettere in relazione con quanto è stato posto in essere in questi ultimi cinque o sei anni?

In articoli molto documentati, che si diffondono sui fattori di inquinamento nel mare a livello planetario e segnalano il fatto che persino in Camargue, nota e celebrata oasi faunistica, “è presente un certo inquinamento delle acque (….) per le sostanze usate nelle risaie”, ce lo saremmo aspettati.

Ci auguriamo che nelle prossime trattazioni informative sul tema i suddetti aspetti siano richiamati e approfonditi, sì da offrire un quadro della situazione (locale) maggiormente esauriente.

Pasquale Indulgenza

Comitato Politico Regionale P.R.C.

già consigliere comunale P.R.C. ad Imperia

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