19 Aprile 2024 02:12

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19 Aprile 2024 02:12

PROCESSO “LA SVOLTA” – MILLANTATO CREDITO PER L’APPROVAZIONE DEL PROGETTO DEI PANNELLI SOLARI A VENTIMIGLIA

In breve: L'imprenditore Artioli si rivolge alla famiglia Marcianò per velocizzare l'iter burocratico: " lui dice c'è la possibilità di incontrare qualcuno che ci faccia fare..."

PROCESSO LA SVOLTA  (204)Riprende nel pomeriggio la seconda parte dell’udienza odierna del processo “La Svolta”. Il Maresciallo Camplese prosegue nella sua descrizione delle attività di millantato credito per l’approvazione del progetto per dei pannelli solari nel 2010.

Artioli Marino – inizia a spiegare il Maresciallo – titolare di un’omonima azienda, era stato coinvolto per la progettazione a livello tecnico da Ratto Andrea e dal padre Ratto Giovanlauro per la progettazione di un’area di pannelli solari a Ventimiglia. La zona era però sottoposta a vincolo ambientale, il che implicava quindi un parere vincolante della Regione sebbene il Comune di Ventimiglia avesse una delega per la gestione di questa pratica”.

Sostanzialmente emerge – specifica Camplese –  grazie ad alcune intercettazioni, che per velocizzare la pratica Artioli si era rivolto a Marcianò Giuseppe grazie al tramite di Magliano Sandra. Questo progetto dei pannelli solari era legato da una parte a un finanziamento e dall’altro da dei benefici economici però a scadenza. Ratto Giovanlauro premeva così per velocizzare la pratica. Arriva allora la richiesta da parte di Marcianò Giuseppe e Allavena Omar di 25 mila euro per velocizzare la pratica, visto che i due millantavano conoscenze nell’ambito burocratico. C’è una conversazione tra “Peppino” e Artioli in cui, quest’ultimo, dichiara: “Non mi da il permesso l’Enel e io ho buttato via 1 milione..allora lui dice c’è la possibilità di incontrare qualcuno che ci faccia fare…”

“Si passa poi a marzo, quando sembra che Artioli abbia ottenuto il permesso dalla Regione e c’è una conversazione intercettata tra Marcianò Vincenzo ’48 e Allavena Omar, il quale racconta un incontro avvenuto con Artioli il giorno prima: “Regione dice che i soldi verranno dati però devono diminuire la potenzialità cioè di mettere meno pannelli..”. La risposta di Allavena a Artioli sarebbe dunque stata: “E c’ho detto..bha..guarda che noi ci siamo interessati per fare avere i soldi..e lì e già un conto, questo è un altro discorso che è a parte te..per fare una cosa così ci vogliono dei soldi..mi fa ma guarda se c’è da dare 15 20000 euro quello che è io..li facciamo dare..allora se troviamo la persona riusciamo a sbloccare alla regione questo riusciamo a prendere dei bei soldini..adesso ne parliamo allo zio dai.

Il 19 marzo, in altre intercettazioni, Marcianò Giuseppe dichiara al nipote Vincenzo classe ’48:”Ora ti dico io…e subito ce l’approvano, ma deve togliere qualcosa di piccolo […] allora ci dici, guarda questa è quasi fatta, come arriva con questa è quasi fatta, come arriva con questa cosa, la mandano subito avanti…però ci va qualcosa eh, non è che possiamo sempre fare le cose per niente“.Altre conversazioni, riportate dal Maresciallo Camplese fanno poi capire che le tangenti erano reali e l’importo per la pratica dei pannelli solari era ufficialmente di  25.000 euro: “Allavena dichiara: 8300 e cosa andavano allo zio 8300…poi venivo da te… ho detto vado a fare il Babbo Natale se è così minchia quando scendo giù invece che cos’era… era un documento siccome che avevano una… un illecito avevano costruito abusivamente qualcuno ha fatto la spia erano andati i vigili no…hanno fatto… e quindi erano stati… stamattina c’avevano un incontro alle dieci stamattina no che deve andare a…”

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