28 Marzo 2024 16:06

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28 Marzo 2024 16:06

IMPERIA. PROCESSO PER TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI, IL MARESCIALLO DELLA FINANZA IN AULA: “TUTTO È PARTITO DA…”/L’UDIENZA

In breve: Nuova udienza questa mattina in Tribunale a Imperia del processo per traffico internazionale di stupefacenti che vede sul banco degli imputati...

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Nuova udienza questa mattina in Tribunale a Imperia del processo per traffico internazionale di stupefacenti che vede sul banco degli imputati Jawad Inani, Hicham Ahlal, Tarik Ahlal , Abderrahim Aboulmahasi e Driss Achoud, due dei quali latitanti. Davanti al collegio formato dai giudici Aschero-Ceccardi-Trevia, è stato ascoltato un Maresciallo dell’Antimafia di Milano, in servizio alla Guardia di Finanza al momento dei fatti, che ha ricostruito l’operazione che portò all’arresto in flagranza di reato di Gianluca Luciani, sulla cui auto, fermata alla frontiera di Ventimiglia, vennero trovati 270 chili di hashish suddivisi in 2699 panetti.

“Tutto è nato da alcune intercettazioni telefonicheha spiegato il Maresciallonel corso delle quali è emerso che un carico di droga sarebbe dovuto entrate in Italia dal valico di Ventimiglia. Un’altra intercettazione ci aveva molto insospettito. Riguardava un’auto che, parcheggiata nello stesso posto da due giorni, aveva creato malumori tra i residenti e doveva essere spostata ‘facendo attenzione a non farsi vedere’. 

Quando fermammo Luciani alla frontiera, trovammo in macchina un bigliettino con scritto il numero di telefono di Jawad Inani, uno degli odierni imputati. I narcotrafficanti di norma utilizzano cellulari intestati a terze persone. Fanno molta attenzione, per non farsi identificare. A volte, però, commettono degli errori ed è in quei momenti che dobbiamo essere pronti. Uno dei narcotrafficanti di questa banda che operava nel Nord Italia, facendo arrivare ingenti quantitativi di droga dalla Spagna, dal Marocco e dal Belgio, commise l’errore di chiamare un carro attrezzi quando rimase bloccato con l’auto. Grazie a quella chiamata riuscimmo ad intercettarlo”.

LA VICENDA

Il 19 luglio del 2009 la Guardia di Finanza sequestra 270 chili di hashish alla barriera di Ventimiglia. Lo stupefacente viene trovato nascosto nel baule di un’Audi guidata da Gianluca Luciani, di Urbino, arrestato in flagranza di reato. Nella vettura vengono trovati 2699 panetti di hashish. L’uomo, bloccato dopo aver tentato la fuga, confessa di aver ricevuto un compenso di 6 mila euro per il trasporto dello stupefacente, suddiviso in 9 confezioni in tela sigillate con nastro adesivo, che una volta immesso sul mercato avrebbe fruttato circa un milione di euro.

Le successive indagini permettono di risalire a cinque cittadini extracomunitari di origine marocchina, componenti di una banda criminale che opera tra la Liguria e le Marche. La droga, secondo gli inquirenti, era destinata all’Emilia Romagna.

Il processo si tiene a Imperia per decisione della Cassazione pronunciatasi in merito a una richiesta avanzata dalla Procura di Ancona che aveva chiesto lumi sulla competenza territoriale in quanto alcuni membri della banda operavano nel marchigiano.

 

 

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