19 Aprile 2024 00:33

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19 Aprile 2024 00:33

AGENTI DI POLIZIA AGGREDITI A IMPERIA E SANREMO. CAVALLERI (SAP):”SOLIDARIETÀ AI COLLEGHI TRADITI DAI RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI”/ I DETTAGLI

In breve: Noi siamo stanchi di scendere in piazza e prenderci, al posto dei politici, tutto quello che capita a tiro da chiunque. Se questo Stato, fosse degno di questo nome, invece dovrebbe sbatterli in galera.

sap

“Gli investimenti sulla sicurezza dovrebbero essere scontati in un periodo di allarme terrorismo come quello attuale, invece assistiamo ogni giorno ad un illogico accanimento nei confronti delle Forze dell’Ordine da parte di una certa politica o pseudo rappresentanti dell’attuale stato, che fanno a gara per prendersi le prime pagine dei giornali per stigmatizzare eventi di cronaca, per altro ancora dubbi, dove vedrebbero coinvolti in negativo appartenenti alle forze di polizia, ma stanno sempre in rigoroso silenzio quando le vittime di reati sono i poliziotti e/o carabinieri (6000 feriti ogni anno)”. A scrivere è Stefano Cavalleri, segretario provinciale del SAP. 

Forse, ahinoi, è molto più semplice spostare l’attenzione contro di noi dal vero problema, una politica scellerata di leggi insensate che ci impediscono di essere veramente efficaci per difendere gli onesti cittadini di questa Italia e, non ultimo, noi stessi.

È da 3 anni che come SAP, con le denunce quotidiane del nostro Segretario Generale Gianni Tonelli, gridiamo ai quattro venti che la politica dell’antipolizia e dei tagli alle risorse umane e finanziarie per la sicurezza avrebbe portato solo all’arretramento dello stato, in favore dei criminali e in danno dei cittadini italiani nonché nostro.

Negli anni Sessanta e Settanta eravamo considerati carne da macello, servi dello stato e dei padroni, gente senza testa per pensare, ma solo un cervello per obbedire. Al punto che ucciderci non doveva essere e, per molti, non fu, un reato. 

Cadevamo a grappoli, dentro le auto blu dei politici che dovevamo proteggere e dai quali non eravamo protetti, sulle Gazzelle o sulle Volanti fatti saltare in aria come birilli o crivellati come sagome al poligono di tiro.  

Poliziotti e carabinieri, avevano la colpa di essere alle dipendenze di uno stato che li gestiva a modo proprio, utilizzandoli quando servivano per dar loro, poi, un calcio nel didietro quando, all’occorrenza, diventano se non inutili, imbarazzanti o ingombranti. 

Sembra che oggi la storia si ripeta, perché dobbiamo fronteggiare criminali agguerriti, cortei, spranghe, bastoni, biglie, sampietrini, bottiglie incendiarie, bombole del gas, estintori ecc. lanciati e impugnati da ogni sorta di soggetti italiani e stranieri, che in questo Paese, l’Italia,  hanno trovato, nelle attuali irresponsabili leggi di questa nazione, il loro miglior alleato per l’impunità alle loro azioni illegali.  

Agenti e carabinieri presi a sassate, calci, da chiunque; uccisi e sopraffatti non solo dalla violenza delle armi, ma dalla vigliaccheria di una certa classe politica che li ha sempre abbandonati a se stessi servendosene però come “cani guardia”, fedeli fino alla cieca obbedienza.

 Però, un giorno, un commando delle Brigate Rosse mise a segno la strage di via Fani e da quel giorno niente fu più come prima. Lo stato o quel che sembrava tale, prese atto che così come era stato colpito Aldo Moro, chiunque avrebbe potuto esserlo e con la paura e il terrore di fare la stessa fine, scelse di procedere ad una guerra senza quartiere contro il terrorismo. 

Nella provincia di Imperia gli agenti della polizia di stato vivono in un clima di feroce scoramento e, liberi dalla censura imposta da uno stato che ci avversa, diciamo che non ce la facciamo più, che non ne possiamo più di doverci chiudere la bocca, della rassegnazione, del dover stare zitti perché tanto, a parlare, ci si guadagna solamente una sospensione o, peggio ancora, un procedimento penale. 

Noi siamo stanchi di scendere in piazza e prenderci, al posto dei politici, tutto quello che capita a tiro da chiunque. Se questo Stato, fosse degno di questo nome, invece dovrebbe sbatterli in galera. 

E invece no! Lo stato, questo padre assassino e traditore, invece di proteggerci come si farebbe con dei figli, ci avversa, ci manda allo sbaraglio e ci lascia da soli senza rinforzi, mezzi e tutele.

Ebbene per i colleghi feriti oggi ad Imperia, il 21 agosto a Sanremo (di cui uno reso invalido a vita) e il 2 agosto a Ventimiglia, il SAP esprime ancora una volta tutta la sua solidarietà, in particolare a quelle mogli, mariti, mamme, figli, papà, che attendono il loro ritorno ogni sera sperando non sia accaduto l’irreparabile. 

Chiunque usa violenza deve essere messo nelle condizioni di non nuocere poiché non vivendo in una dittatura, la polizia non è, al di là delle eccezioni, al servizio del potere o del potente di turno, ma della cittadinanza tutta e sono ipocriti, fasulli e ci domandiamo come facciano a guardarsi allo specchio quei pseudo rappresentanti delle istituzioni italiane che non riescono a difendere i propri agenti e militari come se fossero i propri figli ma, anzi, li tradiscono.

Noi siamo, senza se e senza ma, vicino con tutti quegli agenti e a quei militari che, giorno e notte, festivo o non, con mogli e figli che li aspettano a casa, difendono dal disordine legalizzato e dal caos i cittadini di questa Italia a prescindere ( magari anche lo stesso che il giorno prima era in piazza ad insultarlo)  visto che, oramai, la politica della sicurezza e delle tutele degli uomini e delle donne in divisa è scomparsa da un pezzo”. 

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