28 Marzo 2024 17:38

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28 Marzo 2024 17:38

VENERDÌ 14 MARZO ALL’ARCI GUERNICADOCUMENTARIO DELLA LIGURIA CALCIO NON VEDENTI

In breve: Da Sanremo a Siracusa: un viaggio a bordo di un pulmino, alla scoperta del calcio non vedenti. Il viaggio lungo, i soldi pochi, la stanchezza e tanta, ma ancora di più e la voglia di arrivare e superare le barriere

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Sarà proiettato venerdì 14 marzo alle ore 21.30 ad Imperia presso il Circolo Arci Guernica, Via Mazzini 15, il documentario “I Colori del Suono” prodotto dall’A.S.D. Liguria Calcio Non Vedenti e realizzato da Simona Della Croce.
Da Sanremo a Siracusa: un viaggio a bordo di un pulmino, alla scoperta del calcio non vedenti. Poco più di un anno fa, a pochi giorni dalla trasferta in Sicilia, l’associazione sportiva contatta Simona Della Croce proponendole l’idea di girare un documentario che racconti il calcio non vedenti: la gioia della partita, l’attesa, ma anche la fatica di dover affrontare quella trasferta, che li avrebbe portati fino a Siracusa, via terra e non comodamente a bordo di un aereo.
Il viaggio lungo, i soldi pochi, la stanchezza e tanta, ma ancora di più e la voglia di arrivare e superare le barriere. Ed è proprio la “barriera”, rappresentata dalla distanza dalla meta da raggiungere, dagli avversari in campo e dagli avversari che incontriamo dentro di noi, la protagonista di questa lunga traversata.
Non si sta parlando del pur importante problema delle barriere architettoniche, ma delle barriere più difficilmente estirpabili: quelle che ci separano dalla disabilità, che separano i disabili dal mondo e ognuno di noi dal dare il massimo delle proprie capacità: “questione di centimetri”… lo apprendiamo grazie a questo documentario girato in viaggio con un gruppo di atleti giovani e meno giovani che affronta una grande sfida di vita e di sport, supportati da chi crede in un progetto molto ambizioso, che non ha come obiettivo quello di vincere il campionato (anche quello non guasta), ma quello di crescere insieme alla scoperta degli altri.

Sembrava un’impresa impossibile: partire il sabato mattina, raggiungere la Sicilia, giocare la partita la domenica e rimettersi subito in viaggio verso casa. Mi chiamarono due giorni prima della partenza, conoscevo il calcio non vedenti, ma prima di quel momento l’avevo guardato solo da lontano. Se mi avessero dato più tempo per decidere se partire o no, probabilmente oggi questo documentario non esisterebbe” racconta così la scelta di partire ed imbarcarsi in questa avventura, Simona Della Croce.
Continua l’attività di promozione dell’A.S.D. Liguria Calcio Non Vedenti che in questo anno di pausa dal campionato di categoria, si fa anche produttrice di un documentario, sempre con l’intento di diffondere questo sport e di farlo conoscere il più possibile. Si possono fare grandi discorsi in materia di disabilità, si può raccontare il calcio non vedenti, ma non lo si potrà mai capire fino in fondo se non si impara a guardarlo da vicino, superando quella “barriera”, di cui tanto si parla all’interno del documentario, e “I COLORI DEL SUONO”, vuole proprio fare questo: offrire la possibilità di capire cosa sia davvero il calcio non vedenti e cosa significhi per un atleta praticare questo sport.
Il viaggio di cui parla il documentario, della durata di 45′, non vuole solamente raccontare il calcio non vedenti, ma intende farlo attraverso le voci di tutti coloro che in questi anni sono stati parte viva e attiva dell’ A.S.D. Liguria Calcio Non Vedenti: protagonisti de “I COLORI DEL SUONO”, non sono solo i giocatori che hanno preso parte alla trasferta, ma anche coloro che oggi e in passato hanno contribuito alla crescita di questa associazione sportiva.
Un documentario che vuole raccontare uno sport, ma anche l’A.S.D. LIGURIA CALCIO NON VEDENTI, nata dall’incontro tra un ragazzo non vedente innamorato del calcio e un dirigente sportivo affascinato dalle grandi sfide. La storia di una squadra che in anni ha raggiunto grandi traguardi e, ancora oggi, rappresenta un’eccellenza all’interno di questa disciplina, soprattutto nel suo intento di guardare sempre al futuro e di investire, sportivamente parlando, su giovani atleti per i quali vale la pena anche prendersi una pausa dalle consuete attività sportive. Coltivare i giovani frutto del proprio lavoro e della fondamentale attività di reclutamento, per tornare a disputare imprese importanti, più forti e tenaci di prima, e magari producendo materiale utile per il prossimo documentario.

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