18 Aprile 2024 05:41

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18 Aprile 2024 05:41

IMPERIA. “FALLIMENTO” RIVIERACQUA. FOSSATI (IR):”INIZIATIVA SUICIDA PER AMAT E PER IL COMUNE. COME HA POTUTO IL SINDACO…”/I DETTAGLI

In breve: Così Giuseppe Fossati di Imperia Riparte, a seguito della decisione del consiglio di amministrazione di AMAT. S.p.A. di chiedere il fallimento di Rivieracqua

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“Poiché non credo più alle favole da qualche anno, ritengo di tutta evidenza che il Sindaco di Imperia, quale socio di maggioranza, abbia condiviso – o non abbia fatto nulla per evitare- che AMAT deliberasse di presentare istanza di fallimento di RIVIERACQUA Così Giuseppe Fossati di Imperia Riparte,  a seguito della decisione del consiglio di amministrazione di AMAT. S.p.A. di chiedere il fallimento di Rivieracqua.

“Detto ciò, non comprendo quali possano essere state le motivazioni del Sindaco ad avvallare o consentire una tale iniziativa, ritenendola suicida, sia per AMAT, sia per il Comune.

Forse AMAT pensa che facendo fallire il suo principale debitore, che notoriamente ha una capitalizzazione ed una patrimonializzazione molto modesta, incasserà il proprio preteso credito, pari ad € 1.500.000,00?

Forse AMAT pensa che, a seguito del fallimento, la sostanziale inesigibilità del suo credito migliorerà le già precarie casse della società?

Forse il Sindaco di Imperia pensa che se RIVIERACQUA fallisce e, quindi, AMAT non incassa il proprio credito, AMAT sarà in condizione di operare ed onorare il suo enorme debito verso il Comune di Imperia?

Non è più probabile che AMAT fallisca a propria volta, con conseguente sostanziale azzeramento del credito del Comune e certificazione di un buco di bilancio colossale?

Tutti comprendono che l’istanza di fallimento può determinare un effetto domino devastante: RIVERACQUA fallisce e, quindi, non paga AMAT; AMAT diventa insolvente e fallisce a propria volta, con perdita del Comune, in tutto o in parte, del proprio credito; il COMUNE si trova a dover coprire un enorme squilibrio di bilancio, attesa la sostanziale inesigibilità del credito verso AMAT. Un danno enorme alla Città, ai dipendenti di AMAT, ai dipendenti di RIVERACQUA.

Un quadro che, certamente non mi auspico e che spero venga evitato facendo ricorso alle doti migliori di ogni amministratore pubblico o privato: il buon senso ed il senso di responsabilità.

Detto ciò, deve essere chiaro che al quadro sopra ipotizzato, prettamente economico, ma con evidenti ricadute amministrative e sociali, si aggiunge un’evidente conseguenza politica: se fallisce RIVIERACQUA, è altamente probabile, per non dire certo, il fallimento ed il tramonto della gestione pubblica del ciclo integrato delle acque nella nostra Provincia, con conseguente strada spianata ad una gara per la gestione privata, magari di IREN, socio di minoranza di AMAT, ma colosso del settore a livello nazionale.

Nulla di scandaloso, sia chiaro, ciascuno è libero di pensare quello che crede sulla gestione pubblica ed avere una visione diversa. Tuttavia, se questo è il disegno di qualcuno, sarebbe buona regola che lo dicesse apertamente”.

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