28 Marzo 2024 13:01

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28 Marzo 2024 13:01

MORTE MARTINA ROSSI. DOPO 8 ORE DI UDIENZA PRELIMINARE CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER I DUE GIOVANI INDAGATI. LA DIFESA: “FU SUICIDIO”

In breve: Un'udienza fiume, presso il Tribunale di Arezzo, nel corso della quale il Procuratore Roberto Rossi ha chiuso la propria requisitoria con la richiesta di rinvio a giudizio per Alessandro Vanneschi e Luca Albertoni

arezzo

Si è chiusa dopo 8 ore, davanti al giudice Piergiorgio Ponticelli, l’udienza preliminare relativa all’inchiesta che vede due giovani aretini accusati per la morte della 20enne imperiese Martina Rossi, caduta dal balcone del proprio albergo mentre era in vacanza a Palma de Maiorca con alcune amiche.

Un’udienza fiume, presso il Tribunale di Arezzo, nel corso della quale il Procuratore Roberto Rossi ha chiuso la propria requisitoria con la richiesta di rinvio a giudizio per Alessandro Vanneschi e Luca Albertoni accusati di morte come conseguenza di un altro reato e tentata violenza sessuale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Martina sarebbe caduta dal balcone nel tentativo di sfuggire a una violenza sessuale. Le parti civili, sulla scia della Procura, per voce dell’avvocato Luca Fanfani, si sono unite nella richiesta di rinvio a giudizio.

La difesa dei due giovani aretini, invece, ha chiesto l’assoluzione. Martina Rossi, secondo la versione del collegio difensivo (Stefano Buricchi e Tiberio Baroni), si sarebbe gettata volontariamente dal balcone dopo essere stata respinta da uno dei due giovani, in quanto già instabile, sotto il profilo psichico, per una precedente delusione amorosa.Una tesi, quella della difesa, che ha amareggiato i genitori di Martina, usciti dall’aula profondamente scossi.

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA

Martina Rossi muore nell’agosto del 2011 cadendo dal balcone di un hotel a Palma de Maiorca, dove era in vacanza con alcune amiche. Secondo una prima ricostruzione, la notte della sua morte Martina torna in hotel dopo una serata in discoteca, ma invece di rientrare nella propria stanza, raggiunge alcuni ragazzi di Arezzo, conosciuti in vacanza, nella loro camera. Da quel momento si apre il giallo sulla morte di Martina.

Secondo il racconto dei giovani la 20enne di Imperia (a Genova in quegli anni per studio) si sarebbe buttata dal balcone volontariamente dopo aver fumato uno spinello. Una versione ritenuta credibile dalla giustizia spagnola, che archivia il caso come suicidio. I genitori di Martina, però, non si arrendono. Non si danno pace, non credono all’ipotesi del suicidio.

La procura della Repubblica di Genova riapre il caso con un’ipotesi di reato drammatica. Martina sarebbe volata giù dal balcone nel disperato tentativo di fuggire a una violenza sessuale. Il fascicolo passa alla Procura di Arezzo per competenza territoriale, in quanto nel registro degli indagati vengono iscritti due ventenni aretini, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi.

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, il procedimento approda in sede di udienza preliminare. Nel corso delle udienze preliminari sono state depositate nuove prove, dalla testimonianza del portiere dell’albergo dove ha trovato la morte Martina, che raccontò di aver visto la 20enne imperiese ancora vita, agonizzante, dopo la caduta dal balcone e la cui versione smentirebbe quella dei due giovani indagati, sino alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Queste ultime riguardano due telefonate di un’amica di Martina, secondo cui la giovane imperiese si sarebbe buttata volontariamente dal balcone, e le conversazioni tra i due giovani aretini indagati nell’ambito delle quali sarebbe emerso il presunto tentativo di violenza sessuale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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