28 Marzo 2024 23:49

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28 Marzo 2024 23:49

PROVINCIA: PARTE DEI DIS-“UNITI” E PAOLO BALLONI (IDV) TENGONO A GALLA IL PRESIDENTE SAPPA. LA PRATICA SUGLI EQUILIBRI DI BILANCIO PASSA CON 8 VOTI A FAVORE

Luigi Sappa
Quello appena finito potrebbe essere stato l’ultimo consiglio provinciale della storia della Provincia di Imperia e di conseguenza dell’amministrazione Sappa. É stata una serata ricca di colpi di scena che ha decretato un vincitore nel braccio di ferro intrapreso tra il presidente della Provincia Luigi Sappa e il gruppo degli “Uniti”(Marco Greco, Paolo Ceppi, Giovanni Battista Sajetto, Mauro Lanteri, Angelo Alberti, Gabriele Saldo, Gian Stefano Orengo e Fabrizio Gramondo).

A vincere la sfida, malgrado aver rassegnato le proprie “irrevocabili dimissioni”, è stato proprio il presidente Luigi Sappa che è riuscito a far votare la pratica sugli equilibri di bilancio da otto consiglieri (lui incluso, ndr) grazie alla presenza in aula di una parte degli “Uniti” (nome poco azzeccato questa sera) e del consigliere di minoranza Paolo Balloni dell’Italia dei valori i quali si sono astenuti sulla pratica. Il gruppo del Partito Democratico ha abbandonato l’aula proprio come hanno fatto Fabrizio Gramondo e Gabriele Saldo (Uniti) per il dissenso nei confronti delle parole pronunciate da Sappa. Gli altri componenti degli “Uniti” (esclusi Ceppi e Alberti che erano già assenti) sono rimasti in aula garantendo il numero legale (13 presenti) alla votazione della pratica rimarcando la loro scelta fatta, a detta loro, nell’interesse dei cittadini.

Le dimissioni irrevocabili di Sappa sembra aver spiazzato il gruppo degli “Uniti” che nel discorso del loro capogruppo hanno dichiarato di aver “leggermente forzato la mano”
. Il gruppo “Uniti” durante la concitata serata ha visto la scissione dei consiglieri Gabriele Saldo e Fabrizio Gramondo che hanno deciso di abbandonare l’aula ancor prima di iniziare la discussione sulla pratica. Molto criticato dalla minoranza consiliare il comportamento del consigliere di minoranza Paolo Balloni che con la sua presenza ha garantito il numero legale pur astenendosi.
Duro intervento del capogruppo del PD Riccardo Giordano nei confronti degli “Uniti”: “Chi strumentalizza le paure dei lavoratori e il futuro degli amministratori per questioni di questo tipo non soltanto è un piccolo amministratore ma anche piccolo uomo. Negli anni è maturato in questa sede un distacco e un senso di insoddisfazione crescente nei confronti dell’azione di governo. Se non si riconosce che tutto nasce da questa situazione si fa della grande dietrologia. Io credo che lei stesso non sia particolarmente contento dei risultati della sua amministrazione. Credo che serietà ed attaccamento al ruolo delle istituzioni vorrebbe che in queste situazioni se ne prendesse atto e si cercasse di rilanciare l’azione dell’amministrazione”.

Il presidente Sappa al temine del suo intervento ha detto: “Il gruppo “Uniti” chiede quello che io ho proposto, chiede una cabina di regia che vorrei che fosse estesa alla minoranza consiliare. Vorrei creare un gruppo ristretto che individui sui temi elencati i canali sui quali concentrare la nostra attenzione. Si chiede una “rivisitazione della giunta”, chiamiamola così, che è di competenza del presidente, quello che io non farò mai è l’azzeramento della giunta perché le competenze e le prerogative della giunta sono del presidente, non dei consiglieri o dei gruppi politici e perché si deve rispetto alle persone. Se questa è una condizione io me ne vado a casa. Uno dei miei principi è il rispetto della dignità delle persone e questo non vuol dire avere il prosciutto davanti agli occhi, non vuol dire non capire situazioni di latitanza assessorile o di carenze e avviare una discussione”.


Il presidente Sappa poi lascia uno spiraglio al rientro della crisi: “Questo non vuol dire chiudere il dialogo, io rimango qua e non me ne vado, la mia porta è sempre aperta ai consiglieri, ai gruppi a chi vuol venire. Verifichiamo quello che vi ho detto, allarghiamo il programma, facciamolo insieme ognuno nel rispetto dei ruoli, io ho sempre rispettato la minoranza che reputo matura e che non ci ha mai fatto sconti. Vi dico e vi confermo che mantengo le mie dimissioni, vi dico e vi confermo che per venti giorni la mia porta rimane aperta”.

Gabriele Piccardo

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