24 Aprile 2024 02:37

Cerca
Close this search box.

24 Aprile 2024 02:37

LA SVOLTA. CRETAROLA: “BISOGNA ESSERE POCO APPARISCENTI. SE UNA COSA SEMBRA CHE NON ESISTA, NON LA SI PUO’ COMBATTERE”

In breve: Ricomincia con un po' di agitazione il processo "La Svolta" dopo il momento di sconforto e rabbia del padre di Daniele Delfino, il 20enne ucciso dal pentito Gianni Cretarola.

foto

Imperia – Ricomincia con un po’ di agitazione il processo “La Svolta” dopo il momento di sconforto e rabbia del padre di Daniele Delfino, il 20enne ucciso dal pentito Gianni Cretarola. Il pm Luppi ha così pronunciato alcune parole rivolte al signor Delfino: “In aula ieri e oggi è presente il papà di Daniele Delfino, protagonista dell’omicidio commesso dal teste Gianni Cretarola. Le parole pronunciate ieri dal Cretarola hanno provocato della rabbia da parte del signor Delfino ed è comprensibile che il padre abbia avuto delle esternazioni che hanno smosso la calma del processo, ma in ogni caso le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia non devono cambiare il ricordo del figlio, un ragazzo di 20anni che è stato brutalmente ucciso“.

La testimonianza del pentito Cretarola ricomincia dopo un breve punto della situazione effettuato dal pm Arena: “Una volta tornato a Sanremo, uno dei primi incontri che ho avuto con Antonio Palamara riguardava la possibilità di vendere 60 kg di hashish nel torinese, lui mi disse che potevamo trovarla al prezzo di 1200 per la vendita. Dopo aver sbrigato queste faccende tornavo a Roma, non aveva molto senso restare a Sanremo. Palamara, durante altri incontri, mi disse di non essere mai aggressivo con le forze dell’ordine o i politici, di trovare sempre un compromesso. Tutti gli ‘ndranghetisti del locale di Ventimiglia sanno che bisognava avere questo tipo di politica, ossia di atteggiamento poco appariscente sia come reati, sia come rapporti. Se una cosa sembra che non esista, non la si può combattere”

Palamara attribuiva ai fratelli Pellegrino l’errore di essere troppo appariscenti e facevano troppi attentati a bar e luoghi di ristoro. Dei rapporti tra loro non mi disse nulla, era solo molto arrabbiato per le modalità. Io continuavo a portare le mie lagnanze nei confronti di Pasqualino che perseverava a non portarmi i soldi che mi doveva. Antonio Palamara mi disse che gli avrebbe parlato, ma non è servito; allora parlando con Sestito a Roma mi disse di aspettare che poi ci saremmo tolti anche questa soddisfazione contro Pasqualino”.

Mi avevano anche parlato della dote di Santa che avrei potuto raggiungere, ma poi sono stata arrestato. L’affiliato alla Santa deve riconoscere e difendere i fratelli della società di Santa e durante il battesimo sul tavolo deve esserci una pastiglia di veleno rappresenta il suicidio, un mezzo limone che rappresenta una montagna ossia la strada che un ‘ndranghetista ha fatto per scalare la gerarchia e un fucile. Dottor Arena, io le dico queste cose non per una nota di colore – si interrompe il pentito Cretarola – gliele dico perchè questi rituali sono la forza intrinseca della ‘ndrangheta, se io sentissi qualcuno che parla così liberamente dei segreti che teniamo, mi sentirei quasi violato”.

 

Condividi questo articolo: