18 Aprile 2024 14:10

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18 Aprile 2024 14:10

Imperia: tentato omicidio Caramagnetta, parla il legale di Ferraro. “È dispiaciuto. Ha vagabondato per 3 giorni dopo la sparatoria”/L’intervista

In breve: "C’è stata una completa ammissione di responsabilità da parte di Ferraro, ma per quanto concerne la dinamica, ci sono alcune divergenze significative".

Si è tenuto nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 18 gennaio, in carcere, a Imperia, il primo confronto tra Domenico Ferraro, il 63enne arrestato per aver tentato di uccidere i propri vicini di casa, marito e moglie, con alcuni colpi di pistola, lunedì scorso a Caramagnetta, e il suo legale Giovanni Di Meo.

Tentato omicidio Caramagnetta: in carcere l’interrogatorio di Domenico Ferraro

“Quella odierna non era la convalida del fermo, che si terrà domani (sabato 19 gennaio, ndr), ma la valutazione in merito all’aggravamento della misura cautelare nell’ambito di un altro procedimento che vedeva indagato Ferraro e coinvolta la famiglia Pedone.   

C’è stata una completa ammissione di responsabilità da parte di Ferraro, ma per quanto concerne la dinamica, ci sono alcune divergenze significative. Non si è trattato di un agguato.

Ferraro si è dichiarato dispiaciuto per quanto ha fatto. Per tre giorni ha vagabondato senza meta, non credo si possa parlare di latitante”.

Tentato omicidio Caramagnetta: la ricostruzione

Domenico Ferraro lunedì scorso, a Caramagnetta, ha sparato ai vicini di casa, Vito Pedone e la moglie Antonietta Calvo, quest’ultima ferita gravemente e ancora oggi ricoverata in terapia intensiva all’Ospedale San Martino di Genova, per poi darsi alla fuga. Pochi minuti dopo il tentato omicidio, le forze dell’ordine avevano trovato l’auto di Ferraro parcheggiata in piazza Roma, ancora aperta.

Dopo tre giorni di latitanza, Ferraro è stato arrestato oggi a Sanremo. Sono ancora in corso indagini per ricostruire la fuga di Ferraro e per verificare se sia o meno stata favorita da uno o più complici. Quel che è certo è che Ferraro, al momento dell’arresto, aveva gli stessi vestiti del giorno della sparatoria, non era armato, non aveva soldi, e versava in cattive condizioni di salute. 

Non è esclusa dunque l’ipotesi che il 63enne, dopo l’agguato ai vicini di casa, abbia vagato senza meta per diversi giorni, senza tentare una vera e propria fuga.

Le ipotesi di reato per il 63enne sono di tentato omicidio plurimo, aggravato dalla premeditazione, porto e detenzione di arma clandestina.

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