11 Maggio 2024 04:51

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11 Maggio 2024 04:51

Imperia: case popolari. Domenico Barreca, lo sfratto slitta al 27 maggio. “Non ci fermeremo, denunceremo tutti”/Foto e Video

In breve: Al termine di un lungo conciliabolo con Barreca, legale e ufficiale giudiziario hanno deciso di posticipare di alcune settimane lo sfratto

Due pattuglie di Polizia, l’ufficiale giudiziario e il legale di Arte, questa mattina, hanno bussato alla porta di casa di Domenico Barreca per rendere esecutivo lo sfratto. Barreca, lo ricordiamo, da 34 anni vive in una casa popolare, a Baitè, di proprietà di Arte. In quanto considerato abusivo è stato decretato lo sgombero.

Al termine di un lungo conciliabolo con Barreca, legale e ufficiale giudiziario hanno deciso di posticipare di alcune settimane lo sfratto, per dare il tempo alla famiglia di trovare una sistemazione alternativa.

Termine ultimo sarà il 27 maggio. La situazione resta piuttosto complessa. Lo sfratto è stato confermato e la figlia di Domenico Barreca, Erica, ha annunciato azioni legali verso tutte le parti in causa.

Grazia Ricca (legale Arte)

“E’ una decisione drastica, perché l’occupazione è una occupazione abusiva. Ci sono persone che aspettano in graduatoria, che hanno gli stessi diritti di poter entrare, ma aspettano il loro turno.

La prepotenza non deve essere legittimata in alcun modo, abbiamo dato alla famiglia tutte le possibilità, è da marzo che veniamo a dirgli di cercare una soluzione abitativa alternativa.

Ogni volta abbiamo fatto un rinvio, è da un anno, non è che siamo venuti e li abbiamo mandati via.

Deve essere rispettata la legalità nelle case popolari. Il messaggio che passava anni fa era un messaggio sbagliato, che si potevano tenere le case dello Stato anche se non ottenute in modo corretto.

Quando è entrato Barreca non era assegnatario. Prima che io entrassi a lavorare all’ARTE, gli era stata consentita una regolarizzazione perchè lo prevedeva la legge del ’94, la legge 10 regionale, previo pagamento dell’indennità di occupazione per periodo pregresso.

Il signor Barreca non ha aderito a questa proposta. Le possibilità gli sono state date, come sono state date ad altri nuclei sul territorio, che hanno aderito, con sacrificio si sono fatti una rateizzazione. Non si chiedeva la somma in una unica soluzione.

Adesso abbiamo iniziato con tutti i nuclei abusivi, abbiamo dato loro la possibilità, tutta quella che c’era. Non è stato arrivare qui e buttarli fuori, ma fare un percorso il più possibile condiviso. Non è nostro interesse mettere in difficoltà nessuno. Ci vuole anche collaborazione e in questo momento non c’è.

Altre famiglie in questa situazione? No, in questa situazione no. Ci sono delle occupazioni che però non hanno questa durata e sono delle occupazioni per le quali gli occupanti hanno pagato le indennità. Questo riassume tutte le criticità”.

Erica Barreca (figlia Domenico Barreca)

“Volevo dire stop all’ipocrisia. Qua non stiamo scherzando, dopo 34 anni abusivi, noi cerchiamo di metterci in regola, ma nessuno ci ha mai dato la possibilità di farlo.

Hanno sempre fatto promesse, saremo contattati, la contatteremo ed eravamo già in lista di attesa nell’89. Adesso ci proponevano di fare, nel 2007, due anni di solo contratto. Purtroppo è stato rifiutato.

Adesso arriva il grande giorno dove ci sbattono definitivamente fuori di casa, in mezzo ad una strada.

Io non mi fermerò qua, denuncerò tutti, iniziando dagli avvocati, a quelli del Comune, gli assistenti sociali che hanno fatto grosse promesse senza poi fare mai niente per regolarizzarci, per finire con Arte, da 10 anni sino ad adesso.

Il mio desiderio era solamente quello di poter mettere in regola gli arretrati sino ad oggi per poter stare in questa casa, visto i lavori nuovi che ha fatto mio papà”.

Domenico Barreca

“Siamo riusciti ad ottenere per il momento una proroga sino al 27 di maggio di quest’anno. Lo sfratto rimane, l’alternativa è farci aiutare dal Comune a trovare un alloggio alternativo a questo.

Con ARTE non ci sono possibilità, la prossima volta che verranno a maggio dovrò lasciarla a loro. Mi han fatto capire che non c’è più niente da fare”.

 

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