26 Aprile 2024 16:18

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26 Aprile 2024 16:18

Imperia: “Quei cani abbaiano troppo”. Marito e moglie a processo, assolti/La storia

In breve: Erano accusati di disturbo della quiete pubblica per il continuo abbaiare dei propri cani, cinque pastori tedeschi. 

Assolti per particolare tenuità del fatto. Così si è chiuso il processo che vedeva sul banco degli imputati marito e moglie, di 48 e 49 anni, residenti in una villetta indipendente, ad Artallo, sulle alture di Porto Maurizio, accusati di disturbo della quiete pubblica per il continuo abbaiare dei propri cani, cinque pastori tedeschi. 

Imperia, marito e moglie a processo per il continuo abbaiare dei cani: assolti

Nell’udienza tenutasi ieri, mercoledì 3 aprile, in Tribunale a Imperia, il Pm ha chiesto l’assoluzione, così come il legale dei due imputati, Loredana Modaffari. 

Ha chiesto invece la condanna la parte civile, l’avvocato Mario Giribaldi, in rappresentanza di una famiglia residente ad Artallo.

L’udienza

Pm

“Chiedo l’assoluzione per entrambi gli imputati per particolare tenuità del fatto”.

Parte Civile

“L’intera vicenda poteva chiudersi con una semplice oblazione. Non si sarebbe fatto nessun processo. Sono stati gli imputati a voler sottoporre al processo penale il caso, opponendosi al decreto penale di condanna. Durante tutto il dibattimento il vicinato, in aula, ha sottolineato con dovizia di particolari che l’abbaiare continuo dei cani impediva la quiete. 

C’e chi ha cambiato serramenti, chi ha cambiato stanza, chi non ha dormito per due anni. In merito ai dubbi relativi al fatto che i latrati e gli ululati venissero dalla casa degli imputati, i testimoni in aula hanno fugato ogni dubbio, chiarendo anche questo aspetto.

Dal 2018, inoltre, i rumori sono diminuiti rispetto al biennio 2016-2018. Se quindi sono stati trovati degli accorgimenti che hanno permesso di ridurre il rumore nel 2018, perché allora non sono stati adottati prima? Qui non c’è irrilevanza del fatto.

Questi fatti sono forieri, purtroppo, di situazioni che poi si inaspriscono. Qui siamo di fronte a una invivibilità notturna documentata da certificati medici.

Chiedo la condanna degli imputati e il risarcimento del danno”.

Difesa

“Ci sono sentenze discordanti su casi simili a quello in esame e questo dipende dalla sensibilità di ognuno verso gli animali. Occorre riscontrare un superamento della normale intollerabilita per arrivare a una sentenza di condanna. Come può un giudice stabilirlo?

I cani sono quotidianamente assistiti, come dimostrato nel corso della fase dibattimentale. Non rimangono tutto il giorno da soli. Gli odierni imputati, inoltre, sono intervenuti per limitare i rumori.

Non siamo però in un appartamento, ma in una zona di campagna. Dove deve andare a vivere, allora, una famiglia che ama i cani?

La realtà è che qui ci sono problemi di vicinato, tanto che ci sono altri procedimenti in corso. I problemi non sono a quanto pare i cani, ma i miei assistiti, in quanto vicini. La lieve tenuità del fatto è sicuramente riconoscibile. Chiedo l’assoluzione”.

Il giudice (Daniela Gamba)

“A fronte delle testimonianze il fatto risulta provato ma privo di offensività concreta. Gli imputati, inoltre, hanno adottato misure idonee a migliorare la situazione. È configurabile la non punibilità per tenuità del fatto e gli imputati vanno assolti e va revocato il decreto penale di condanna”.

 

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