26 Aprile 2024 01:05

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26 Aprile 2024 01:05

Imperia: 15 migranti in un camioncino per cavalli, 3 anni di carcere e 180 mila euro di multa per un 30enne/La sentenza

In breve: L'accusa favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Tre anni di carcere e 180 mila euro di multa. È questa la sentenza pronunciata in Tribunale a Imperia dal giudice Paolo Luppi (PM Luca Scorza Azzarà), nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati il 30enne tunisino Abboud Atef, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Nel dettaglio, Atef venne arrestato lunedì 15 agosto 2018, dopo essere stato fermato dalla Polizia Stradale di Imperia al confine con la Francia, mentre trasportava 15 migranti (14 siriani, tra i quali un bambino di 11 anni, e un tunisino) a bordo di un camioncino per il trasporto dei cavalli.

Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche in quanto, come dimostrato dal legale difensivo, Davide La Monica, Atefè era una semplice autista e non l’organizzatore materiale del trasporto.

Trasportava 15 migranti in un camioncino per il trasporto dei cavalli: la storia

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Polizia Stradale coordinati dal comandante Gianfranco Crocco, il camioncino con a bordo i 15 migranti, sarebbe partito dalla Slovenia, attraversando l’Italia settentrionale con l’obiettivo di entrare in Francia. 

Al confine, a Ventimiglia, il mezzo è stato fermato dalla Polizia Stradale e il 30enne tunisino, che ha tradito un certo nervosismo al momento del controllo degli agenti, è stato arrestato. I migranti, stremati dal viaggio, sono stati trasferiti presso il Commissariato di Ventimiglia per il foto segnalamento e, successivamente, al centro di accoglienza del Parco Roja. Un minore, invece, è stato affidato alla Croce Rossa. Nel corso dei controlli, uno dei migranti ha accusato un malore ed è stato trasporto al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sanremo.

Nel corso della perquisizione a bordo del mezzo, gli agenti hanno trovato 2 mila euro in contanti, probabile provento dell’attività illecita, quattro telefoni cellulari, tre carte di credito, una cartina della Bosnia Erzegovina e diversi scontrini di pedaggi autostradali che hanno confermato il tragitto percorso.

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