16 Aprile 2024 20:20

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16 Aprile 2024 20:20

Regione Liguria: urbanistica, presentato alle imprese e alle associazioni di categoria il nuovo piano territoriale delle attività di cava

In breve: In alcuni casi le modifiche previste sono orientate proprio a riprendere la coltivazione in modo da consentire una migliore riassetto finale del sito

E’ stato presentato oggi dall’assessore regionale all’Urbanistica il nuovo piano territoriale regionale delle attività di cava. All’incontro, nella sede di Regione Liguria, erano presenti le Associazioni di categoria, i Comuni liguri e Confindustria.

Dopo 18 anni dall’approvazione del precedente piano Regione Liguria si dota di un nuovo strumento.

Il nuovo piano assicura l ‘ordinato e razionale approvvigionamento dei materiali da costruzione necessari al fabbisogno regionale per le opere edili, infrastrutture, ripascimenti costieri e difese spondali e mette insieme l’ interesse economico e strategico dello sfruttamento dei giacimenti con la pianificazione del paesaggio, la tutela del suolo e delle biodiversità.

Negli ultimi anni l’attività estrattiva ha subito la crisi del settore edilizio e il nuovo piano affronta anche il tema dell’economia circolare cercando una sinergia tra settore estrattivo e recupero di inerti per preservare la riserva dei giacimenti quale risorsa non rinnovabile.

Il piano non prevede nessun nuovo polo estrattivo, riduce del 30 per cento il numero di cave e del 50 per cento il numero dei depositi degli scarti da estrazione dell’ardesia, però consente di recuperare i materiali necessari nelle attività che già operano nel settore, nelle quali si prevedono ampliamenti per il 14 per cento dei casi.

Si passa infatti dalle attuali 75 cave previste dal piano del 2000 a 53, di cui 8 con ampliamento, 17 con modifiche per renderle più compatibili con il territorio, 28 confermate, per un totale di 22 cave eliminate.

Inoltre il Piano contempla una disciplina paesaggistica e una normativa progettuale che prevede una particolare modalità di coltivazione dei giacimenti per consentire la migliore ricomposizione ambientale e paesaggistica al termine dello sfruttamento.

In alcuni casi le modifiche previste sono orientate proprio a riprendere la coltivazione in modo da consentire una migliore riassetto finale del sito.

Viene stabilito infatti l’obbligo per le cave che hanno esaurito l’attività estrattive di ricomporre il paesaggio e l’ambiente demandando ai Comuni la definizione delle destinazioni urbanistiche di tali aree, nell’ottica di una valorizzazione dei siti a fini turistico-ricreativi.

“Sono lieto-afferma l’assessore regionale all’urbanisticadi presentare questo nuovo Piano molto atteso, un risultato fondamentale che riordina anche il mondo produttivo garantendo nuove prospettive per questo settore importante”.

Il piano passerà ora all’esame delle commissioni consiliari dove verranno audite anche le associazioni di categoria, per poi approdare in consiglio regionale, per l’approvazione definitiva entro fine anno.

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